Mercato auto affondato dalla miopia del governo Letta: il 2013 chiude con 1.303.534 immatricolazioni

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mercato auto calo grafico 1Calo del 7,09% rispetto ad un già non buono 2012. Persi in cinque anni di crisi 7 miliardi di euro di fatturato

Il Ministero dei Trasporti ha diffuso il consuntivo del mese di dicembre 2013 che, con 88.705 pezzi, registra un +1,40% rispetto allo stesso mese del 2012.

Nonostante il piccolo rimbalzo di fine anno, le immatricolazioni nei 12 mesi sono state 1.303.534, con una flessione del -7,09% rispetto alle 1.403.010 unità dell’intero 2012. Ma per capire il dramma di questo dicembre 2013, che sembra a prima vista positivo, si deve pensare che dicembre 2012 aveva fatto registrare un -22,5% rispetto al dicembre 2011.

«Nel 2012 pensavamo di aver toccato il fondo, invece il 2013 è riuscito a fare peggio» commenta Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus, secondo il quale «senza scomodare l’anno 2007, rispetto al quale abbiamo perso circa il 50% del mercato, possiamo confrontare il 2013 con il non lontano 2011, che si era fermato a 1.748.143 unità. Rispetto al 2011 mancano quindi all’appello 444.609 unità. Oppure, per vederla in un altro modo, abbiamo perso oltre 7 miliardi di fatturato. E lo Stato? Con la sua politica miope ha perso oltre 2 miliardi di entrate dal settore automotive. Se invece ci confrontiamo con la media degli ultimi 5 anni sono state perse circa 660.000 immatricolazioni su cui lo Stato ha perso 3 miliardi e 300 milioni di gettito. E il Governo cosa fa? Aumenta le tasse in un circolo vizioso dove nuove tasse portano a comprimere ulteriormente i consumi. O, ancora peggio, sta alla finestra senza varare un piano organico. Con questa ricetta, applicata non solo agli autoveicoli ma all’intera economia, si è distrutto e si sta distruggendo il tessuto produttivo ed economico del nostro Paese».

Il giudizio negativo nei confronti dell’operato del Governo Letta che è riuscito pure a fare peggio di quello Monti non cambia secondo l’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia, il cui presidente Massimo Nordio afferma che «si chiude un anno di grandi difficoltà nel quale non si sono riusciti a definire interventi significativi di rilancio del settore come la riduzione della pressione fiscale su famiglie ed imprese e sul recupero dell’occupazione, in particolare quella giovanile». Il calo registrato nella quota privati (-7,4% nell’anno) non è il risultato del cambiamento del mix canali di vendita per una migliore penetrazione nei canali noleggio e società, quanto piuttosto, la vera testimonianza della difficoltà di tanti consumatori a decidere la sostituzione della propria vettura o l’acquisto di una nuova. A dimostrazione che la ricerca di mobilità è ancora viva, alcune famiglie hanno piuttosto fatto ricorso all’usato, mercato che ha performato meglio di quello del nuovo. Nell’intero anno 2013, infatti, i trasferimenti di proprietà complessivi, al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei in attesa della rivendita al cliente finale), hanno segnato una stabilità rispetto all’anno precedente (+0,4%) con 4.141.295 unità. Nel solo mese di dicembre la crescita è stata del 6,9% a 346.970 passaggi di proprietà. «E necessario – ha concluso il presidente dell’Unrae – che si definiscano rapidamente i possibili interventi per consentire al mercato italiano dell’auto di pendere respiro, ricordando che i primi tre mesi dell’anno valgono almeno il 30% dell’intero anno e sono, quindi, cruciali per tutto il 2014». Flessione simile nel totale anno anche per le società (-7,6%), con una quota stabile al 17,8%, mentre il noleggio, in calo del 5,8% nell’anno, si porta al 18,6% del totale. Il 15,2% del mercato è rappresentato dalle alimentazioni alternative: il Gpl si ferma all’8,9% del totale, mentre recuperano in volume e quota le motorizzazioni a metano (+1,4 punti percentuali, al 5,2% di rappresentatività), le ibride che raddoppiano i propri volumi (+118,4%) e le elettriche (870 unità). Segnali di flessione nel 2013, invece, per le alimentazioni tradizionali (-5,9% per il diesel e -14,1% per la benzina), anche se negli ultimi mesi il diesel ha segnato un recupero. Questo ultimo si porta, infatti, al 54,1% di quota mentre la benzina scende al 30,7%. Al calo in volume di tutti i segmenti di mercato, si contrappone l’andamento delle utilitarie, che crescono dello 0,5% nel totale 2013, raggiungendo il 41% di quota. Sul fronte delle carrozzerie, sostanziosi cali a doppia cifra per tutte, ad eccezione delle berline che flettono in linea con il mercato, e performance in contrapposizione per le crossover (+18,3%, raggiungendo il 10,8% del totale) ed i monovolume piccoli (+29%, al 7,2%).

Per Roberto Vavassori, presidente di Anfia, l’associazione nazionale filiera industria automobilistica, «guardando in prospettiva tra le variabili da considerare per la ripresa del mercato nel 2014, concentrata in particolare nel secondo semestre, ci sono, ovviamente, il livello di crescita economica che l’Italia riuscirà a raggiungere – la variazione positiva del PIL è stimata tra lo 0,6% e l’1,1% – e l’incisività delle politiche di rilancio della domanda interna che l’Esecutivo saprà mettere in campo».