Rincari pedaggi autostradali eccessivi: scontenti gli imprenditori e gli autotrasportatori del NordEst

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Autobrennero A22 Isera barriera antirumore fotovoltaica traffico camion 1Varotto, Caregnato e Ortoncelli: «rincari ingiustificati. Se non si pone rimedio noi torniamo sulle statali»

«Gli aumenti accordati alle concessionarie autostradali del NordEst sono ingiustificati e rischiano di mettere l’autotrasporto regionale definitivamente fuori mercato. Se le cose non cambiano, saremo costretti a portare i nostri camion sulle statali».

Ad affermarlo Michele Varotto e Nazzareno Ortoncelli, rispettivamente vicepresidente nazionale e provinciale di Padova e presidente regionale Veneto di Confartigianato trasporti alla luce dei rincari scattati a Capodanno e che vedono il NordEst particolarmente penalizzato con aumenti ben oltre la media: Autovie Venete (A4 Venezia-Trieste e A28 Portogruaro-Pordenone) +7,17%, Cisa (A-15) e Concessioni autostradali venete (Passante Venezia-Padova) entrambe con un aumento del 6,26, Autostrade per l’Italia (A13 Rovigo-Padova e A27 Venezia-Belluno) +4,43%. Più contenuti i rincari per l’A4 Holding (A4 Brescia-Padova e A31 Valdastico) e l’Autobrennero (A22) entrambi dell’1,63%. Mano pesante, invece, per il tratto Dolo-Padova del Passante, con un aumento del 250%.

«Il nostro settore è allo stremo – sottolinea Varotto – ed ha bisogno di sostegni concreti non di giochetti. La politica del “dare con una mano per togliere con l’altra” adottata dal Governo, è inaccettabile, oltre modo dannosa e rischia per giunta di affossare il dialogo che abbiamo faticosamente aperto assumendoci la responsabilità di non aderire a manifestazioni scomposte nei modi, ma legittime nelle motivazioni, come quelle dei Forconi».

«In particolare qui in Veneto ci sentiamo abbandonati – sottolinea Ortoncelli -. Qui dove l’assenza e l’incapacità dello Stato nel difenderci dalla concorrenza sleale dei vettori dell’Est stride fortemente con la prontezza dimostrata nell’aumentare, ben oltre la media nazionale, i pedaggi, visto che qui sono concentrati le frequenze ed il traffico. Un caso per tutti: la Venezia-Trieste dove secondo i dati ufficiali dell’osservatorio Onlit (Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti) l’aumento riconosciuto sarà del 12,9%. Se questo è il modo di sostenere il Nord-Est produttivo, è inutile lamentarsi se poi scoppia la protesta».          

«Non capisco – afferma Varotto – come un Esecutivo possa mettere a repentaglio mesi di lavoro sfociati nel Protocollo d’intesa recentemente sottoscritto ed in fase di attuazione, con aumenti di questa portata. E’ un’assurdità davvero inconcepibile. Da decenni le tariffe non sembrano più servire a ripagare l’investimento iniziale, ma solo ad arricchire l’azionista: lo Stato e i concessionari privati. Una politica miope che affossa la circolazione e deprime ancora di più quelle imprese che lavorano con autoveicoli dedicati alla movimentazione di merci e persone, e che non potranno facilmente scaricare l’aumento ritoccando conseguentemente prezzi e tariffe. I concessionari delle società autostradali si fanno forza della domanda relativamente anelastica rispetto al prezzo, cioè del fatto che chi deve viaggiare o trasportare persone o beni non ha alternative». «Ma questa volta – ribadisce Ortoncelli – si rischia davvero che gli autotrasportatori abbandonino le autostrade per le più economiche statali con conseguenze devastanti sul traffico locale. Ci potremmo trovare di fronte ad una “operazione lumaca” su vasta scala peggiorata dal fatto che anche i privati cittadini potrebbero decidere di lasciare le strade a pedaggio per non incidere ulteriormente sui budget familiari già pesantemente ridotti».

La critica non cambia anche secondo Lucia Caregnato, responsabile di Confartigianato Trasporti Verona: «solo poche settimane fa gli autotrasportatori italiani avevano dimostrato senso di responsabilità e disponibilità, concedendo credito alle rassicurazioni del governo ai tavoli di confronto sulle vertenze della categoria. Evidentemente ci dovremo ricredere».

«Il settore è allo stremo – aggiunge Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona – ed ha bisogno di sostegni concreti non di giochetti. Gli autotrasportatori veneti si sentono abbandonati. E’ tempo di finirla di sbandierare il luogo comune del ‘paradiso imprenditorialmente felice’, giocando con la vita delle persone: si fanno passare i nostri piccoli imprenditori per gente che non se la passa poi male e intanto le loro aziende cadono come mosche».