Enologia veneta, presentati i dati della produzione 2013

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Luza-Zaia-vinitaly-ilnordestManzato: «vino apripista dell’export di tutto il NordEst. La Regione a fianco degli imprenditori per cercare nuovi sbocchi esteri»

I dati presentati da Veneto Agricoltura «dicono che l’enologia regionale può e deve puntare anche sui suoi vini rossi di territorio, che completano al massimo livello il quadro dell’offerta qualitativa e commerciale di una Regione prima nella produzione nazionale e che primeggia nell’export con quasi il 32% del valore delle esportazioni di vino dall’Italia, Paese che è per il 2013 il primo produttore di vino del mondo.

Insieme ai produttori cercheremo quindi nuovi mercati di sbocco». Così l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, intervenendo a Lonigo (Vicenza) all’appuntamento conclusivo del cosiddetto “Trittico vitivinicolo”, l’affresco sull’enologia veneta del 2013 promosso da Europe Direct Veneto – Sportello europeo di Veneto Agricoltura – d’intesa con Regione e Avepa. L’incontro, svoltosi nella sede della Cantina dei Colli Berici – Gruppo Collis, ha infatti chiuso il cerchio di approfondimenti sul settore, dopo i due incontri di giugno (sull’andamento delle uve) e di settembre (previsioni vendemmiali).

Manzato-Venezia-Forum-Nazionale-Spumanti-Italia-ilnordest«La crescita qualitativa dei nostri vini rossi – ha precisato Manzato – è avvenuta grazie ad un ciclo vegetativo posticipato da una primavera fredda, con risultati eccellenti per vini tardivi come il Raboso e gli altri a bacca rossa autoctona del Veneto. In questo scenario – ha detto ancora l’assessore – va evidenziato anche l’aumento del valore dell’export vitivinicolo regionale, a fronte di una diminuzione delle quantità esportate. Ciò significa che le nostre produzioni stanno salendo nell’apprezzamento e si stanno posizionando su un livello medio – alto di mercato, che è la loro giusta collocazione. In questa cornice stiamo iniziando a fare concorrenza anche ai vini francesi, rispetto ai quali peraltro i nostri si collocano meglio sul mercato statunitense. Ma proprio ieri abbiamo formalmente dato il via ad un progetto per l’export agroalimentare regionale in collaborazione con la Fondazione Italia Cina, che darà certamente risultati in un mercato come quello cinese: il più vasto per consumo in un Paese che è la seconda economia mondiale».

Se Manzato si è occupato di vini rossi, il governatore del veneto Luca Zaia si è occupato di Prosecco commentando i dati di produzione diffusi dal Consorzio del Prosecco Doc: «la rivoluzione del Prosecco, che ho avviato da assessore regionale e concluso da Ministro, sta dando gli effetti attesi, che riassumo in reddito alle imprese vitivinicole, impulso all’export del settore, valorizzazione e promozione dell’immagine del “Made in Veneto”, del “Made in NordEst” e dell’Italian Style del vino nel mondo. Per questo voglio ringraziare tutti i produttori, sia quelli che nell’ultimo decennio hanno capito il valore e l’importanza di questa Denominazione tutta nostra, sia quelli che per decenni si sono rotti la schiena per decenni sulle balze delle colline trevigiane da Conegliano a Valdobbiadene per creare le fondamenta e dare ad esse la solidità che ha portato questo vino al successo mondiale». Una realtà che annovera oltre 240 milioni di bottiglie prodotte nel 2013, con una crescita del 24% rispetto all’anno precedente, con uve prodotte su una superficie di 20.000 ettari complessivi, dei quali circa l’82% in Veneto il resto nel Friuli Venezia Giulia. «Voglio ricordare che questa produzione a denominazione è la base di una piramide di qualità al cui vertice c’è il Prosecco Superiore DOCG: Conegliano – Valdobbiadene e Asolo, con la “punta” del Cartizze. Stiamo parlando di altri 75 milioni circa di bottiglie nel 2013, con una crescita numerica del 5 per cento ma soprattutto con un aumento dell’export: +14%, prodotto praticamente solo dalla versione spumante». La filiera spumantistica del NordEst ha prodotto lo scorso anno oltre 315 milioni di bottiglie, avviando il superamento con un campione mondiale come lo champagne. «E’ una progressione prevista e anche ben governata – conclude Zaia – che i produttori e la filiera sapranno trasformare in un sorpasso non solo nel campo dei vini di territorio, che sono l’anima della enologia europea , ma anche, ciascuno con le sue peculiarità, nel settore della spumantistica».