Altolà del Bard al progetto di riforma delle province di De Menech e di Bressa

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bard belluno 1Il movimento autonomista bellunese chiede il rispetto della democrazia, ripristinando la rappresentatività popolare

Preoccupano il Bard, il movimento autonomista del Bellunese, alcune dichiarazioni del neo sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa e dell’onorevole Roger De Menech, apparse in questi giorni sulla stampa.

Essi ribadiscono la loro volontà di portare al più presto a termine la riforma “svuota province” prevista dal DDL Delrio. «Si vuole in questo modo impedire definitivamente lo svolgersi di elezioni democratiche in provincia di Belluno, Ente commissariato con leggi palesemente incostituzionali da tre anni» affermano in una nota gli esponenti del Bard, secondo i quali «sia Bressa che De Menech sanno che tale riforma è contraria alle convenzioni europee e alla Costituzione italiana e che la mancata convocazione dei comizi elettorali costituisce una aperta e grave violazione delle leggi elettorali. Allo stesso modo essi sanno che la riforma Delrio è solo il primo passo del tentativo di eliminare il sistema delle autonomie locali con un disegno di stampo fascista e centralista».

Secondo il Bard, «impedire ai Bellunesi di votare ha il solo scopo di distruggere il senso di appartenenza di una Comunità per poterla poi più facilmente piegare e asservire agli interessi di quanti vogliono esclusivamente sottrarre al nostro territorio, come è stato fatto finora, acqua ed energia. Chi legifera a Roma si disinteressa completamente delle comunità che abitano la montagna bellunese».

Il Bard si focalizza sull’operato politico del bellunese sottosegretario Bressa: «egli è uomo di grande esperienza che bene ha servito finora gli interessi del Sud Tirolo in Italia. Spesso egli ha finto di occuparsi dell’autonomia bellunese. In questo compito è stato aiutato da alcuni “galoppini” locali ed è proprio a causa di ciò che noi abbiamo perduto posizioni invece di acquisirne. Siamo finiti così, stritolati dal confronto con i nostri confinanti Sudtirolesi, talmente autonomi da poter essere considerati ormai quasi una Stato indipendente».

Il Bard evidenzia il doppio binario esistente tra la provincia di Belluno e quella si Sondrio: «ricordiamo al sottosegretario Bressa e all’onorevole De Menech che l’emendamento alla DDL Delrio, per rendere elettive le province di Sondrio e Belluno, presentato al Senato dal deputato sudtirolese Francesco Palermo, è stato firmato anche dalla Suedtiroler VolksPartei (SVP) oltre che dal Gruppo per le Autonomie e da molti rappresentanti del PD in Parlamento. A sostenere che Belluno non deve votare sono rimasti così solo Bressa, De Menech e l’ex ministro Delrio. In questo modo essi si rendono pienamente responsabili per questa aperta e gravissima violazione dei diritti democratici della nostra gente».

Siamo proprio sicuri che Trento e Bolzano vogliano il collasso della Provincia di Belluno? La risposta dal Bard è un no convinto: «purtroppo i nostri rappresentanti politici rispondono, ancora una volta, ai comandi del loro partito e non ai bisogni della loro gente. Noi diciamo al sottosegretario Delrio che non abbandoneremo la nostra terra e non tradiremo la fedeltà alle nostre istituzioni democratiche. Proprio per questo chiediamo al sottosegretario Bressa e all’onorevole De Menech di attivarsi subito per la convocazione dei comizi elettorali in Provincia di Belluno e per il rapido ottenimento della piena autonomia costituzionale. Ora hanno il potere di farlo e non ci sono più alibi. Sono finiti i tempi in cui i bellunesi si lasciavano portar via i loro diritti, così come oggi accade, purtroppo, anche con l’acqua del Piave».