I lavori di restauro del Teatro Zandonai di Rovereto raccontati nello splendido libro curato dal progettista Michelangelo Lupo

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teatro zandonai rovereto facciata vista notturna foto federico baroni 1Pregevole opera che raccoglie testimonianze e documenti storici edita per i tipi di Zandonai Editore

Dopo dodici (sì, proprio dodici) anni di lunghissimi ed interminabili lavori di restauro e milioni di euro ingoiati, il Teatro Zanonai di Rovereto è stato riconsegnato alla cittadinanza e agli amanti delle arti coreutiche di tutto il NordEst, visto che fino a pochi anni fa, lo Zadonai era un punto di riferimento per tutte le compagnie teatrali italiane.

Dodici anni di lavori di restauro che hanno riportato ai fasti un’opera voluta alla fine del 1700 da alcuni nobili roveretani che volevano dare lustro ai loro casati con la costruzione di un teatro, sull’onda di quanto sfoggiavano altre città dell’epoca. Fu così che nel 1782 al conte Francesco Alberti Poja e al cavaliere Luigi Carpentari venne in mente di erigere un teatro lungo una delle nuove vie della città di Rovereto. I due, il primo nobile che aveva sposato una ricca ereditiera proprietaria del palazzo dinanzi al terreno individuato per erigere il teatro e il secondo un ricco industriale tessile della lavorazione della seta (all’epoca Rovereto e la Vallagariana era un polo d’eccellenza per la bachicoltura, la filatura e la tessitura della seta), si buttano nell’avventura, proponendo alla nobiltà locale e agli imprenditori arricchitesi con la seta la possibilità di acquistare i previsti 66 palchi a vario prezzo, a seconda della loro posizione rispetto al palcoscenico, alla cifra media di 200 fiorini, una somma piuttosto impegnativa per l’epoca. Metà all’ordine, metà alla consegna del palco. L’operazione ebbe successo e raccolti i fondi per avviare l’opera, i promotori provvidero ad acquistare il terreno e a incaricare il progettista e il costruttore dell’opera. Al progetto lavorò Filippo Maccari, bolognese e allievo dei famosi Bibiena, di cui porta a Rovereto i concetti ispiratori, con la pianta a campana. I lavori furono appaltati a due mastri muratori, Tacchi e Colomba che, a forza di braccia, pale e carriole, eressero i muri perimetrali del teatro e l’allestimento interno della platea (destinata, assieme al loggione al pubblico pagante e al popolo) e dei palchi in soli due anni.

teatro zandonai rovereto platea foto federico baroni 1All’apertura, nel 1784, il nuovo teatro di Rovereto s’impone rapidamente per la sua programmazione, richiamando spettatori anche dalle realtà vicine. Segue una ricca attività fino al 1828, quando si realizzò il primo restauro della struttura, con la rimozione del soffitto in legno e sostituendolo con uno in malta e paglia successivamente riaffrescato dal vicentino Picutti che saranno ricoperti nel corso del restauro del 1871, quattro anni dell’acquisto del teatro da parte del comune di Rovereto. In quest’occasione, il teatro viene rimaneggiato pesantemente, con la costruzione della facciata che dà su corso Bettini, l’ingresso e il foyer superiore. Il soffitto del teatro viene riaffrescato dai veneti Carlo Matscheg e Ermolao Paoletti.

L’attività del teatro Zandonai prosegue alacre fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, quando la struttura viene requisita ed adibita a stallaggio delle truppe, da cui esce semidistrutta. Nel 1924 il teatro subisce un nuovo restauro che fa proseguire l’attività del teatro fino alla seconda guerra mondiale, quando una bomba lanciata da un aereo colpisce la facciata del teatro incendiandola.

I lavori di ristrutturazione del teatro sono stati seguiti dall’architetto Michelangelo Lupo, un esperto nei lavori di questo genere, fine appassionato di arte. Lupo ha curato un restauro filologico, riportando allo splendore una struttura di gusto ottocentesco, con una platea e tre ordini di palchi. Curate le finiture della sala, mentre il palco è stato oggetto d una profonda rivisitazione tecnico strutturale anche per adeguarlo alle moderne esigenze anche al fine di ospitare spettacoli di lirica.

Il volume che raccoglie la storia del teatro è un’opera ricca di approfondimenti che è costata tre anni di lavoro e di ricerca d’archivio all’architetto Lupo. Da parte sua, l’editrice Emanuela Zandonai ha posto una cura certosina nella lavorazione e nella qualità della stampa. Un esempio di alta opera editoriale.