Consumi, per il rapporto Coop la ripresa non ci sarà nemmeno nel 2015

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supermercato spesa ilnordestquotidiano
supermercato spesa ilnordestquotidianoLa crisi economica continua a “mordere” la capacità di spesa degli italiani che si riduce del 12% specie nell’alimentazione e abbigliamento

La ripresa «non c’è stata e non ci sarà nemmeno nel 2015, ma la luce in fondo al tunnel gli italiani inizieranno a vederla». Lo sostiene la Coop in un rapporto realizzato con Ref Ricerche e Nielsen. Ottavo anno dall’inizio della crisi, «il 2015 presenta più opportunità che rischi e, se il 2014 si chiude con una flessione del Pil dello 0,4%, il nuovo anno si apre su uno scenario di cauto ottimismo».

Il Pil dovrebbe crescere dello 0,5%, «spinto da un rafforzamento dei consumi (+0,7%) e dal contributo delle esportazioni, ma ancora frenato dal contributo pressoché nullo degli investimenti e dalla spesa pubblica tuttora in contrazione». «Giocano a favore – secondo lo studio – di questa possibile inversione di tendenza una politica del bilancio pubblico dopo anni un po’ meno restrittiva e, soprattutto, la discesa dell’inflazione e il conseguente aumento del potere d’acquisto delle famiglie, dovuto soprattutto alla recente contrazione del prezzo del petrolio».

«La cinghia tenuta stretta a lungo – sostiene la Coop – inizia a allentarsi seppur di poco e, trainati da una lieve ripresa dei redditi delle famiglie nel 2015, dovrebbero tornare finalmente positivi anche i consumi, che con una minima variazione positiva stimabile in un +0,7% farebbero comunque segnare il miglior risultato degli ultimi cinque anni. Non c’è da gridare al miracolo, perché continuano a gravare sulle famiglie preoccupazioni di non poco conto, a partire dal dramma disoccupazione (reale o temuta) che ferisce le propensioni agli acquisti». «E’ vero d’altronde – continua il rapporto – che alcuni acquisti non sono più rinviabili e, infatti, emerge il recupero dei beni durevoli rimandati sine die e il cui rinnovo è diventato impellente (è il caso dei grandi elettrodomestici +1,2%, ma anche l’auto +2,5%). Prosegue il trend favorevole dei prodotti legati alla connettività mobile (smartphone, tablet e altri dispositivi indossabili), anche se il vero vincitore sarà ancora nel 2015 e negli anni a venire il mondo dell’online: l’e-commerce fa segnare nella stagione natalizia una crescita stimabile in quasi il 30% e, dai 14 miliardi del 2014, è atteso triplicare nel prossimo quinquennio oltre quota 40 miliardi annui».

«In fondo alla classifica dei consumi – aggiunge la Coop – restano i carburanti (ancora in contrazione del -2% nel 2015), l’abbigliamento e l’alimentare. La spesa degli italiani per il cibo, tra il 2006 e il 2014, è arretrata di ben 12 punti percentuali e proiettandosi verso il 2016 le cose non sembrano affatto migliorare: i consumi in termini reali sono ancora inferiori di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di dieci anni prima». Nel 2015, poi, «si rafforzeranno gli stili alimentari emergenti: le diete bio, veg, gluten free e per le intolleranze alimentari faranno comunque segnare aumenti a due cifre».

«Nell’alimentare – spiega la Coop – gli italiani in questo clima di austerità hanno maturato una eccezionale capacità di innovazione, che consente loro di rivoluzionare il carrello della spesa e di difendere il proprio livello di consumi pur continuando a risparmiare. Si giovano di un mercato retail sempre più ricco di opportunità, dove al fianco della Gdo si riqualificano gli operatori tradizionali, si affermano i nuovi specializzati (chimico, bio, surgelati, specialità alimentari) e crescono le nuove forme di approvvigionamento “no-store” (autoproduzione, gruppi d’acquisto, vendita diretta, e-commerce)». Anche per questi motivi «le vendite della Gdo fanno segnare a Natale una ulteriore battuta d’arresto (riduzione superiore ai 2 punti percentuali a dicembre) e chiudono l’anno con una variazione negativa intorno all’1%». Per la Gdo «si chiude uno degli anni peggiori in termini di fatturato, ma le previsioni 2015 sembrano segnare una lieve inversione di tendenza (+0,4%), che privilegerà soprattutto i freschi, i punti vendita di dimensioni medio-grandi e ancora una volta i discount». «Il recupero – sostiene il responsabile dell’ufficio studi economici dell’Ancc-Coop, Albino Russo – del reddito disponibile reale a disposizione delle famiglie è il dato significativo su cui si chiude il 2014 e si apre il 2015, ed è frutto di diverse azioni: sicuramente la politica fiscale meno restrittiva varata dal governo (il bonus fiscale, la possibilità di trattenere in busta paga l’accantonamento di fine rapporto), ma anche gli effetti della minore inflazione e il crollo del prezzo del petrolio». «E’ altrettanto significativo però – aggiunge Russo – che a fronte di un aumento dei redditi reali non ci sia un più robusto aumento dei consumi. L’Italia è un paese vecchio e immobile, che potrà tornare a guardare con fiducia al futuro solo quando i redditi e la ricchezza smetteranno di essere ostaggio di quanti non trovano motivo di spenderli e potranno invece – conclude – essere utili ai progetti di vita delle nuove generazioni, fin qui frustrati da questa lunghissima recessione».