Sanità trentina, presentata la nuova organizzazione dell’attività chirurgica negli ospedali provinciali

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Definite soglie minime di attività per struttura e per professionista nell’ottica di valorizzare di tutti gli ospedali, all’insegna di prestazioni di qualità e utilizzo ottimale delle risorse

 

 

apss riorganizzazione sanità trentina flor zeni e primariLa sanità trentina cambia volto e razionalizza la sua attività per offrire ai cittadini trentini e non prestazioni migliori e al massimo livello qualitativo, riducendo le liste d’attesa. La ristrutturazione passa attraverso una nuova organizzazione dell’attività chirurgica provinciale.

Un progetto partito in via sperimentale nel corso mese di ottobre e che a regime entro il 2016 prevede la prenotazione e la distribuzione multi sede degli interventi chirurgici in provincia di Trento valorizzando l’eccellenza e la specializzazione di ogni singolo presidio ospedaliero. Un percorso articolato che definisce le soglie minime di volume di attività – sia per struttura complessa sia per operatore – che rappresentano veri e propri standard condivisi con i professionisti su cui basare i mandati, l’assetto organizzativo e i livelli di qualità e sicurezza delle strutture ospedaliere.

Il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) Luciano Flor ha evidenziato le peculiarità del progetto che nasce da un obiettivo del 2014 della Provincia autonoma di Trento e che «identifica, all’interno di ogni area e ogni dipartimento, come e dove si fanno le prestazioni chirurgiche. Dal corretto avvio e dall’implementazione di questa iniziativa dipende, in buona parte, il ridisegno della nostra rete ospedaliera provinciale e l’accreditamento istituzionale delle strutture ospedaliere». Flor ha poi sottolineato che «l’implementazione del sistema dovrà garantire certezza del modello organizzativo attivato e per questo motivo saranno pubblicizzati e resi ben visibili sul sito internet aziendale le strutture e i tempi di attesa oltre a rafforzare la comunicazione sull’argomento con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta». 

L’assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Luca Zeni, accompagnato dal dirigente generale del Dipartimento salute e solidarietà sociale Silvio Fedrigotti, spiega che «si tratta di una proposta di rilievo, frutto di un lavoro di concertazione fra la Provincia autonoma di Trento e l’Azienda sanitaria che si è confrontata con i dipartimenti e il territorio, il cui obiettivo è evidentemente quello di migliorare il servizio per i cittadini trentini. In questo senso – prosegue l’assessore Zeni – vanno fatte due considerazioni. La prima: i numeri contano; oggi i dati degli studi ci dicono infatti che avere una casistica che consenta ai professionisti che operano sul campo un certo tipo di esperienza è elemento fondamentale per avere professionalità e qualità. La seconda, è di ordine più politico, perché è necessario elaborare un modello funzionale ad un territorio come il nostro, dove non si può rispondere alle necessità immediate sguarnendo la periferia e accentrando i servizi. Siamo un territorio di montagna e dobbiamo lavorare in previsione del futuro, mantenendo una capillarità dei servizi per evitare lo spopolamento di alcune aree. Abbiamo messo insieme queste due esigenze e la proposta che oggi portiamo avanti è quella di mantenere negli ospedali funzioni che possano dare equità al territorio e garantire il miglior servizio possibile. Per questo si sono individuate in ogni struttura le professionalità migliori per ogni settore, dando priorità a quelle».

Fernando Ianeselli, direttore del Servizio ospedaliero provinciale, ha presentato il nuovo sistema di prenotazione e di distribuzione multi sede degli interventi chirurgici, evidenziando i principi di funzionamento della rete del servizio ospedaliero provinciale, i riferimenti normativi e i documenti di indirizzo alla base della programmazione dell’attività ospedaliera. Ianeselli ha poi descritto la funzione dei mandati e dei volumi di soglia già definiti per alcune discipline (chirurgia vascolare, cardiologia, cardiochirurgia, ostetricia e ginecologia, urologia, neurochirurgia) e quelli in corso di definizione (oculistica, otorinolaringoiatria, chirurgia pediatrica, gastroenterologia, radiologia, anatomia patologica).

Ianeselli ha illustrato il percorso di prenotazione degli interventi chirurgici evidenziandone le ricadute positive già riscontrate in termini di tempi di attesa per struttura ospedaliera. Il nuovo sistema informativo di prenotazione degli interventi chirurgici programmati è realizzato tramite una scheda di prenotazione, interna al Sistema informativo ospedaliero (SIO), che permette la presa in carico dei casi chirurgici in rete e tiene conto dei mandati di eccellenza per struttura e per operatore consentendo il pieno utilizzo delle sedute operatorie in tutte le strutture ospedaliere del SOP. Ianeselli ha poi evidenziato come il nuovo sistema dei mandati di attività nell’ambito della rete chirurgica sia orientato a garantire sempre maggior sicurezza e competenza nelle diverse strutture ospedaliere.

Sono intervenuti poi i direttori Giorgio Bianchini per il dipartimento ortopedico-traumatologico, Giovanni de Pretis per quello chirurgico, Cesare Grandi per quello di neuroscienze e Saverio Tateo per il dipartimento ostetrico ginecologico che hanno concordato con quanto esposto da Ianeselli e hanno confermando la validità del nuovo sistema di prenotazione e di distribuzione multi sede degli interventi chirurgici. Un risultato, hanno detto, ottenuto grazie ad un notevole impegno che tuttavia consente oltre a una riduzione dei tempi di attesa per alcuni interventi come ad esempio il tunnel carpale e l’attività protesica, una miglior organizzazione del percorso di programmazione dell’attività a beneficio dell’utente, degli specialisti ambulatoriali e dei medici di medicina generale.

Con la nuova organizzazione il cittadino potrà scegliere in quale struttura sottoporsi ad intervento chirurgico, scegliendo tra quelle di eccellenza per una data prestazione con tempi di accesso ridotti, accettando di muoversi sul territorio, oppure attendere la prestazione nel presidio più vicino alla sua residenza, accettando però anche tempi di accesso più lunghi. La nuova organizzazione riguarda solo le prestazioni programmate e non l’urgenza dove rimangono come riferimento i due plessi ospedalieri di Trento e di Rovereto. L’obiettivo finale della nuova strutturazione dei servizi rimane quella di ridurre ulteriormente i tempi d’attesa (estremamente ridotti nelle strutture d’eccellenza: anche soli 2 giorni per alcune prestazioni, con una media di 3-4 settimane) e incrementare la soddisfazione dell’utenza, riducendo l’esportazione di casi sanitari nelle regioni confinanti e con l’obiettivo non nascosto dai vertici dell’Apss di diventare a breve un attrattore netto di pazienti da altre realtà, magari unendo una vacanza con la riabilitazione postoperatoria.