Blocco della frontiera austriaca, gli autotrasportatori veronesi rilanciano l’allarme

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tratta del brennero
Bissoli: «dovremmo smetterla di continuare a farci passare per i “disgraziati” d’Europa, pagando a caro prezzo le decisioni dei “duri”»

 

frontiera brennero camion fermi per controlliGli autotrasportatori veronesi rilanciano l’allarme sulle conseguenze dell’annunciata stretta, da parte dell’Austria, ai varchi di confine e dalle limitazioni della circolazione per l’inasprimento dei controlli sul flusso incontrollato di immigrati. Proprio la provincia di Verona è coinvolta per il collegamento diretto con il territorio austriaco attraverso l’autostrada del Brennero. 

«Stringere le maglie alle frontiere – afferma Lucia Caregnato, presidente di Confartigianato Trasporti Verona – significa realizzare un’unica corsia per il transito dei veicoli pesanti, limitandone anche la velocità, con la conseguenza di accumulare ritardi sulle tabelle di marcia dei viaggi, nonché un appesantimento burocratico, con ripercussioni gravi sull’efficienza, la rapidità e il costo dei trasporti».

Il ripristino dei controlli da parte dell’Austria dovrebbe prendere il via ad aprile, contestualmente ad un atteso nuovo picco del flusso di migranti. Il governo austriaco, dichiarando di voler concordare e condividere i controlli alla frontiera con l’Italia, ha organizzato un primo incontro con le autorità italiane a Bolzano, lo scorso 23 febbraio. 

«Ciò che è uscito dal summit – continua Caregnato – è che l’Austria attuerà verifiche scrupolose ai pedoni, agli autoveicoli e ai treni che transiteranno dai valichi con l’Italia. Riusciamo solo ad immaginare cosa ciò comporterà, per i mezzi pesanti, in termini di incolonnamenti e ritardi. Ma non è tutto: l’aspetto più impattante per l’autotrasporto riguarderà proprio il transito lungo l’autostrada del Brennero, sul versante austriaco della quale sarà introdotto il limite dei 30 km orari, per permettere alle forze dell’ordine di controllare le persone a bordo dei veicoli». 

La polizia, inoltre, potrà deviare gli autoveicoli ritenuti sospetti su un’apposita corsia per procedere a controlli approfonditi. Il governo austriaco ha tenuto a precisare che non ha alcun interesse a provocare lunghe attese ai valichi, ma non può escludere che ciò accadrà. «Una precisazione inutile – spiega ancora Caregnato -, perché la riapertura dei posti di blocco ai valichi del confine meridionale avrà conseguenze ovvie e scontate. L’autotrasporto è un settore fondamentale ma evidentemente si sottovaluta la sua profonda crisi che potrebbe portare ad azioni di forte contestazione».

Mentre gli autotrasportatori sottolineano l’inevitabile aumento dei costi di trasporto delle merci e l’impossibilità di effettuare consegne puntuali verso l’Europa, le piccole imprese manifatturiere vivono gli stessi timori ma da una prospettiva diversa, perché saranno loro, infatti, che dovranno sopportare i ritardi di consegna e i maggiori costi per far arrivare i propri prodotti in Europa. Due fattori che, messi insieme, rischiano di minarne la competitività e far ricadere il costo finale sui cittadini consumatori.

Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, verso Austria, Danimarca, Francia, Germania Norvegia e Svezia, i sei paesi che hanno introdotto deroghe temporanee agli accordi di Schengen, si concentra un quarto dell’export manifatturiero italiano, per un valore superiore a 105 miliardi di euro. «Solo verso l’Austria esportiamo il nostro “Made in Italy” per quasi 8 miliardi – conclude Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona -. Prodotti che, da aprile, potrebbero viaggiare a passo di lumaca. Dovremmo smetterla davvero, non solo a parole, di continuare ad accettare di farci passare per i “disgraziati” d’Europa, pagando a caro prezzo le decisioni dei “duri”. Mentre noi – Italia e paesi dell’Europa meridionale – saremo costretti a rallentare, altri non risentiranno delle stesse limitazioni. Anche in questo caso, come per numerosi altri ambiti, c’è di mezzo la difesa degli interessi nazionali, che dovrebbero essere una priorità».