Mercato dell’auto: a marzo continua la rincorsa delle vendite (+17,4%), ma con un picco negli ultimi giorni del mese

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Il mercato regge solo grazie alle azioni promozionali delle Case. Pavan Bernacchi: «ci sarebbe piaciuto vedere più coraggio dal Governo nella riduzione del peso fiscale sulle auto»

 

AutoParco auto nuove HyundaiSecondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti anche a marzo continua la crescita delle vendite di autoveicoli nuovi: il mese si è chiuso con 190.381 immatricolazioni di auto nuove, segnando un +17,4% rispetto allo stesso mese del 2015. Vendite che parrebbero, come il precedente mese di febbraio, concentrate specialmente negli ultimi tre giorni del mese, spinte dalle autoimmatricolazioni delle concessionarie ingrossando le “chilometri zero” o le auto dimostrative.

Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione dei concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus di tutti i marchi commercializzati in Italia, «dopo l’ottimo avvio di gennaio e un superlativo febbraio, a marzo assistiamo al consolidamento degli effetti della forza dirompente delle offerte promozionali messe in campo da case e concessionari. Rammento che a marzo abbiamo targato molte vetture i cui ordini erano stati raccolti nei mesi precedenti. A questo punto resta da capire quale scenario si presenterà a breve, tenendo presente che a marzo abbiamo registrato una generale flessione delle presenze di clientela nelle concessionarie, e una conseguente riduzione della raccolta ordini che interpretiamo come un possibile segno di rallentamento della crescita. La domanda che ci poniamo è: il mercato cresce o queste operazioni hanno prodotto un “anticipo” della domanda che verrà parzialmente riassorbito nei prossimi mesi?».

Secondo Federauto, pur nella loro eccellenza, i risultati di vendita raggiunti nel primo trimestre dell’anno non esprimono un riferimento risolutivo su quello che potrà essere l’andamento complessivo dell’intero 2016. Le serie storiche mostrano l’eccezionalità dei rialzi registrati nel primo trimestre, in cui ha giocato anche l’esigenza insopprimibile di sostituire veicoli obsoleti, costosi, inquinanti e pericolosi.

Pavan Bernacchi ha un pensiero anche per il dimissionario ministro Federica Guidi: «mi permetto infine una breve considerazione sulle dimissioni di Guidi da ministro dello Sviluppo economico che, secondo le notizie riportate oggi, sarebbe chiamata in causa per avere sponsorizzato un emendamento legislativo nell’interesse del proprio compagno. Se il fatto fosse vero sarebbe gravissimo, riproponendo il tema della questione morale. Oggi, però, resta in noi l’amarezza per i tanti sforzi profusi volti a chiedere – proprio in quella sede di Governo – provvedimenti utili per un settore vitale per l’economia del Paese. Ministro deriva dal latino minister, ossia servitore. A me piace pensare si possa tradurre come “servitore della collettività”. Ma la cronaca sembra raccontare un’altra realtà». E intanto continuano a sussistere provvedimenti odiosi come il superbollo per le auto con potenza oltre i 250 Cv, dove si pagano ben 20 euro per kW aggiuntivo, oltretutto in modo assolutamente cervellotico con versamento separato dal bollo principale ricorrendo ad un modulo F24.

Secondo il Centro Studi Promotor (Csc) «proiettando questo tasso di crescita sull’intero anno si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.900.000 unità, che è assai vicino al livello che molti ritengono fisiologico per il mercato italiano. Per l’intero 2016, nel novembre scorso, il Centro Studi Promotor aveva previsto 1.747.000 immatricolazioni. Questa previsione appare oggi cauta, ma è ancora prematuro rivederla perché, anche se la ripresa dell’auto appare solida, nel quadro congiunturale dell’economia italiana non mancano elementi di preoccupazione».

Per quanto riguarda la “corsa” delle immatricolazioni, per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, «va detto che il motore della ripresa è certamente l’elevato contingente di domanda di sostituzione insoddisfatta negli anni della crisi iniziata nel 2008. Elemento sicuramente rilevante per valutare la solidità della ripresa in atto è il fatto che l’andamento positivo interessa tutte le articolazioni del mercato e tutti i canali di vendita. Le immatricolazioni sono infatti in crescita in tutti i segmenti di mercato, in tutte le macroaree geografiche del Paese e inoltre la crescita interessa sia la domanda dei privati che quella delle imprese. E’ vero che gli operatori del settore auto stanno investendo molto sul piano pubblicitario e promozionale, ma è anche vero che la domanda risponde pienamente. Tra l’altro, la ripresa a due cifre delle vendite di auto in Italia iniziata nel 2015 è un elemento importante anche per la crescita della produzione del settore auto nel nostro Paese. Grazie a questo elemento, ed anche al favorevole accoglimento dei modelli italiani all’estero, nel 2015 la produzione di autovetture in Italia è aumentata del 65% e quella totale di autoveicoli del 45%. I primi dati sul 2016 indicano che la crescita continua, anche se ovviamente con tassi più contenuti».

Fatte queste considerazioni sull’attuale situazione del mercato dell’auto in Italia e sulle sue prospettive, occorre tuttavia precisare che le ultime informazioni statistiche sull’economia del Paese non sono rassicuranti. I dati diffusi oggi dall’Istat mettono in luce che in febbraio il tasso di disoccupazione è di nuovo in aumento. Gli indici dei prezzi al consumo confermano il permanere dello scenario deflazionistico già da tempo delineatasi. Da qualche mese la fiducia di imprese e consumatori è in altalena con un alternarsi di cali e crescite. A tutto ciò si aggiunge che l’Istat, nella sua ultima nota congiunturale, stima l’incremento del Pil nel primo trimestre in uno striminzito +0,1%, dato questo che rende problematico il raggiungimento degli obiettivi di crescita che il Paese e il Governo si sono dati.