Trasportatori di merci altoatesini: no ad una vita in camion!

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camion inn sosta autoporto bolzano
Gli operatori criticano il continuo ricorso ai ribassi e ai vettori dell’Est Europa che abbassano il costo di trasporto tramite la concorrenza sleale e ritmi di lavoro inumani

 

camion inn sosta autoporto bolzanoNumerosi autisti di mezzi pesanti provenienti dall’Europa dell’Est sono costretti di fatto a trascorrere la vita nel proprio camion e a sopportare condizioni di lavoro disumane. Anche nelle recenti festività pasquali molti autisti sono stati obbligati a trascorrerle nel proprio autocarro invece che in compagnia dei propri cari. Conseguenze della liberalizzazione sfrenata e della deregolamentazione presenti sul mercato dei trasporti, fenomeni capaci di condurre ad un pesantissimo dumping sociale oltre che economico. 

I fornitori a basso costo provenienti dall’Europa dell’Est percorrono sempre più chilometri non solo in Germania, ma anche in Alto Adige e nel NordEst. «Una situazione che porta con sé due problematiche non certo da sottovalutare – ha spiegato il presidente dei Trasportatori di merci lvh.apa Confartigianato imprese Elmar Morandell -. Da un lato numerose imprese di trasporti locali sono concretamente impossibilitate a sostenere la concorrenza a basso costo di queste realtà e vengono dunque portate al fallimento. Dall’altro questa politica di prezzi al ribasso finisce per portare gli autisti a sopportare condizioni lavorative disumane».

Il duplice fenomeno in questione prende il nome di “social dumping” e di “dumping” salariale, due piaghe che hanno cominciato a farsi sempre più frequenti a partire dagli anni ’90, ovvero quando si è assistito ad una radicale liberalizzazione e deregolamentazione nel settore di trasporti. Il tutto senza prendere minimamente in considerazione le conseguenze sociali di tale scelta: «gli autisti provenienti dall’Europa dell’Est vengono sfruttati a più non posso, trascorrono gran parte della loro vita nel proprio camion e sono sottoposti a condizioni di vita disumane – ha aggiunto Morandell -. Negli ultimi giorni numerosi conducenti sono rimasti in attesa nei parcheggi, nelle zone produttive o nelle stazioni di servizio, aspettando con impazienza la possibilità di ripartire». 

Situazioni del genere sono da attribuire in particolar modo alle differenti condizioni lavorative ed ai diversi contributi previdenziali presenti nei diversi Paesi UE: «il circolo vizioso è semplice da comprendere – prosegue Morandell -. I prezzi bassi influiscono sulle retribuzioni e sui relativi costi salariali. Stipendi ridotti portano allo sfruttamento della forza lavoro e, di conseguenza, a ledere i diritti delle persone. Non è tollerabile che gli autisti continuino a rappresentare l’anello debole della catena ed in quanto tali siano costretti ad essere considerati i colpevoli». 

Confartigianato imprese Apa rivolge un appello all’UE: introdurre delle condizioni sociali e lavorative identiche per tutti i paesi Membri, garantendo in tal modo le necessarie tutele in favore dei dipendenti e delle aziende locali.