“Caso Baratter”: il Gip mori respinge la richiesta di archiviazione e dispone il giudizio

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lorenzo baratter consiglio
Soddisfazione del daputato Fraccaro (M5S): «accolta la mia opposizione contro l’archiviazione della nostra denuncia»

lorenzo baratter consiglioIl “caso Baratter” non finirà in archivio, ma ci sarà un regolare giudizio su un caso di palese “mala politica”. Il Gip del Tribunale di Trento, Claudia Mori, ha accolto il ricorso proposto dal Movimento 5 Stelle che aveva proposto opposizione alla richiesta di di archiviazione presentata dal procuratore capo Giuseppe Amato, disponendo l’udienza per il prossimo 4 ottobre 2016.

L’inchiesta era relativa all’accordo preelettorale firmato dal capogruppo del Patt nel Consiglio provinciale trentino, Lorenzo Baratter, dal comandante degli Schuetzen, Paolo Dalprà, e dal vicecomandante, Giuseppe Corona, prima delle elezioni provinciali del 2013. Accordo riguardante il presunto versamento di 500 euro al mese alla Federazione degli Schuetzen in caso di elezione in Consiglio provinciale. Secondo la Procura di Trento, il comportamento dei tre indagati non avrebbe rilevanza penale e non prefigurerebbe il reato di corruzione elettorale. Ma dello stesso parere non è stato il Gip.

La decisione di disporre il rinvio a giudizio è salutata con soddisfazione dal deputato trentino del M5S Riccardo Fraccaro: «la notizia che il Gip ha ritenuto ammissibile la mia opposizione all’archiviazione del “Caso Baratter” mi riempie di soddisfazione e non fa che confermare la fondatezza della denuncia sollevata dal M5S contro un fatto politicamente vergognoso. Ringraziamo la magistratura, alle cui indagini ci rimettiamo affinché ogni aspetto giuridico legato a questa vicenda sia finalmente chiarito. La giustizia farà il suo corso e noi attendiamo fiduciosi». Per Fraccaro «con questa vicenda la politica trentina ha davvero toccato uno dei punti più bassi: ma c’è ancora un barlume di speranza. La decisione del giudice di riconoscere la mia posizione di “persona offesa”, vale a dire come cittadino e non come parlamentare, è un atto di grande importanza, perché conferma che tutti i cittadini hanno la facoltà di opporsi e intervenire nell’ipotesi che i loro rappresentanti politici si siano resi responsabili di comportamenti illeciti».

La decisione del Gip allargherà ancora di più le tensioni esistenti all’interno del Patt, il partito di cui Baratter era capogruppo e che esprime il presidente della giunta provinciale di Trento. Tensioni che si sono puntualmente confermate nella seduta del Consiglio regionale che si è svolta a Bolzano, dove, in ossequio al principio dell’alternanza etnica ai vertici dell’Assemblea, si dovevano votare il nuovo presidente e vicepresidente per la seconda metà della legislatura. La presidente uscente del Patt Chiara Avanzo ha dovuto ritirarsi, per fare posto a due galli del pollaio autonomista, Walter Kaswalder e Lorenzo Ossanna, entrambi in lotta per accaparrarsi la poltrona di vicepresidente del Consiglio. Elezione rinviata ad altra data per mancato raggiungimento dei voti necessari da parte della maggioranza, con critiche da parte delle opposizioni per il «triste spettacolo offerto».

 

Su richiesta del legale delle persone inquisite, si aggiorna l’articolo segnalando che Paolo Dalprà è stato successivamente assolto per insussistenza di prove con sentenza della Corte d’Appello di Trento del 26 ottobre 2018, passata in giudicato il 12 marzo 2019. Per Lorenzo Baratter, il Tribunale di Trento in data 30 maggio 2017 ha stabilito il proscioglimento perché il fatto non sussiste.