Immigrati alle Terme di Abano: scatta la protesta della politica e degli operatori turistici

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Zaia: «scenta premeditata per colpire la maggiore economia veneta». Ruggiero: «metodi inaccettabili per il bacino euganeo»

 

no immigrati carma giarre abano termeAlla notizia che la Prefettura starebbe pensando all’ex base Primo Roc di Giarre di Abano Terme per collocarvi un cospicuo numero di migranti è scattata la protesta della politica veneta e degli operatori turistici.

Per il presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, «a questo punto si conferma il peggiore dei timori: la scelta di Abano non è casuale, ma premeditata contro il Veneto, che va a colpire al cuore l’economia turistica, non solo termale, ma regionale. Il no a qualsiasi collocazione di immigrati in aree turistiche era e resta granitico. Di catastrofi come quella di Eraclea una basta e avanza. Il Governo ha un bel coraggio a fare scelte come questa – aggiunge il Governatore – che contrasteremo ad ogni livello. In questo caso si rischia di mettere a rischio una buona parte del termalismo italiano, con ricadute negative che sono certe, non ipotetiche, come ha dimostrato il caso di Eraclea, con centinaia di immigrati (alcuni anche facinorosi) messi praticamente in spiaggia nel pieno della stagione estiva. Abano sarebbe ancor più grave, per la stagionalità molto lunga, per l’immagine sull’estero sulla quale i competitor costruiranno le loro fortune prossime. Proprio in una fase in cui i dati testimoniano di una ripresa di gradimento del settore, soprattutto da parte degli stranieri, con 731.000 arrivi e 3 milioni di presenze complessive nel bacino nel solo 2015».

Per Zaia è necessario «dire basta decisioni calate dall’alto. E’ ora che il Governo inizi ad ascoltare anche le Regioni nella gestione dei flussi migratori. Lo abbiamo ribadito anche oggi, a Roma, condividendo con i colleghi delle altre regioni il decalogo siglato lunedì a Genova tra i governatori Zaia, Toti e Maroni». L’assessore al sociale e ai flussi migratori della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, insieme alla collega della Regione Lombardia, Simona Bordonali, e alla vice presidente della Regione Liguria, Sonia Viale, ha portato all’attenzione della Commissione immigrazione delle Regioni, svoltasi a Roma, il documento di proposte sulle politiche migratorie formulato da Veneto, Liguria e Lombardia e condiviso lunedì scorso nell’incontro trilaterale. «C’è un comune forte disagio nei confronti del Governo che continua a decidere unilateralmente  tramite i prefetti e i comuni –  sottolinea Lanzarin -. Per invertire questa rotta, il Veneto, insieme a Lombardia e Liguria, ha presentato la Carta di Genova, proponendola come documento di lavoro approfondito sul quale elaborare una presa di posizione unitaria delle  Regioni da presentare prima alla Conferenza Stato-Regioni e poi al Governo. Chiediamo che sulle Regioni non ricadano soltanto le devastanti scelte dettate da una gestione centralistica delle politiche sull’immigrazione e che possano intervenire nel merito delle politiche di accoglienza e gestione di profughi, rifugiati e migranti».

Per il presidente di Confindustria Padova Terme e turismo, Riccardo Ruggiero, «se la notizia della disponibilità dell’ex caserma Nato a Giarre per l’accoglienza dei profughi venisse confermata avremmo sprecato un’altra occasione per gestire l’emergenza assieme al territorio, tenendo presenti le caratteristiche peculiari del tessuto sociale ed economico delle Terme Euganee, a nostro avviso incompatibili con questo tipo di emergenza, se non al prezzo di danni di attrattività e di immagine inaccettabili per un territorio che vive di turismo e termalismo. Governo e Prefetture – aggiunge Ruggiero – guardano con l’occhio dell’emergenza alla disponibilità immediata di spazi dove alloggiare i profughi, come nel caso dell’ex 1° Roc di Abano. L’altro occhio, che dovrebbe invece guardare al contesto di queste decisioni e al coinvolgimento del territorio, lo si continua a tenere chiuso. I nostri albergatori sono impegnati quotidianamente in un’azione complicata di rilancio, in Italia e soprattutto all’estero, per salvaguardare imprese, posti di lavoro e quote di mercato. Arrivi e presenze faticosamente riconquistati dalle Terme Euganee nei primi otto mesi di quest’anno rischiano così di essere vanificati, invece che consolidati».

Per il il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Massimiliano Barison, «quello che sta succedendo nella cintura urbana di Padova è ormai fuori controllo. Alfano continua a riempire la provincia di Padova e il Veneto di centinaia di profughi senza che sia chiara preventivamente la loro provenienza, le ragioni della loro migrazione e la loro destinazione finale. Infatti, stando ai dati in nostro possesso, circa due terzi di questi profughi non hanno il dritto di stare qui e devono essere rispediti a casa».

«Vi è totale mancanza di un disegno in tema di accoglienza e di immigrazione – prosegue l’esponente azzurro – o forse il disegno è fin troppo chiaro: stipare migliaia di migranti nelle ex basi militari, come a Bagnoli e a Cona, ed anche ad Abano. Solo qualche settimana fa i sindaci di Bagnoli e Cona erano andati a Roma per parlare di questa situazione al Ministro Alfano, il quale aveva assicurato che non ci sarebbero stati nuovi hub e che il numero di profughi sarebbe diminuito. Oltre a non aver mantenuto la promessa data, vi è nel caso di Abano un’ulteriore aggravante. Il Governo, per bocca di Renzi, ha sempre sostenuto che non ci sarebbero mai stati profughi nelle città turistiche e invece ha pensato bene di scaricare centinaia di migranti clandestini nella città termale di Abano mettendo in seria difficoltà la congiuntura economica di tutto il comparto turistico termale di una zona che conta oltre 3 milioni di turisti l’anno».

Secondo Nicola Finco, capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale veneto, «il lupo perde il pelo ma non il vizio e il Prefetto di Padova dimostra ancora una volta la veridicità di questo proverbio cercando di piazzare decine di profughi, ma siamo sicuri che diventeranno centinaia in poche settimane, nell’ex base militare 1° Roc di Abano Terme. Dopo Padova tocca alle Terme e quella che sarebbe potuta diventare una Cittadella della Sicurezza, dove collocare le forze dell’ordine locali, si trasformerà nell’ennesimo campo profughi abusivo del territorio».

«La Lega è in prima linea per impedire l’ennesima decisione vergognosa da parte di una Prefettura che sfrutta i comuni commissariati imponendo la presenza dei migranti, senza contare peraltro la vocazione turistica di quel territorio. Invece di occuparsi della sicurezza dei cittadini i Prefetti fanno gli affitta camere in tutto il Veneto. E’ un motivo in più – conclude Finco – per eliminare queste inutili e costose figure statali».