“Industria 4.0”: firmato a Padova l’accordo per il “Competence center” del NordEst

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Aderiscono tutti gli atenei del territorio. Calenda: «sono disponibili 27 miliardi di euro di incentivi nel 2017»

 

PAdova firma piano industria 4.0 rettoni università NordEstAnche l’Università di Trento e la Libera Università di Bolzano entrano nel progetto del nuovo “Competence Center”, costituito dagli atenei del NordEst nell’ambito del piano nazionale “Industria 4.0”. La firma del memorandum d’intesa fra i rettori degli atenei coinvolti – Ca’ Foscari Venezia, Padova, Verona, Iuav di Venezia, Trento, Bolzano, Udine, Trieste e Trieste Sissa – è avvenuta a Padova alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. 

Il ministro ha scelto di presentare il piano “Industria 4.0” in occasione di “Padova Nòva – Open Innovation Days”. Una vetrina importante per lanciare un piano che avrà nelle università i partner strategici per promuovere investimenti, produttività e innovazione dell’Italia con obiettivo di portare nel Paese a una produzione sempre di più basata su un utilizzo di macchine e processi intelligenti, interconnesse e collegate ad internet, con un impegno pubblico di 13 miliardi di euro, distribuito in sette anni tra il 2018 e il 2024. 

Le università del NordEst giocheranno un ruolo importante perché, insieme, saranno incluse tra i “Competence Center” previsti dal piano nazionale “Industria 4.0”, come centri di eccellenza selezionati di assoluto valore internazionale, che promuoveranno i processi di ricerca e innovazione a livello territoriale. Soddisfazione per la firma è stata espressa dal rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini, e dal presidente della Libera Università di Bolzano, Konrad Bergmeister: «si tratta di una grande occasione per fare rete a livello territoriale tra i vari atenei e i sistemi produttivi del Triveneto. E anche per mettere a frutto le competenze di cui è ricco il Trentino Alto Adige. Un’opportunità per giocare insieme, nella stessa squadra, in una partita che può disegnare lo sviluppo del nostro Paese nell’innovazione, nella produttività e nella competitività a livello internazionale». 

Promotrici del progetto le università di Venezia e Padova che hanno giocato un ruolo chiave nell’includere nel piano nazionale il Triveneto, una delle aree industriali più vitali del Paese, e nell’estendere la collaborazione verso i nostri atenei. 

La firma del patto all’Università di Padova ha dato l’occasione al ministro Calenda di fare il punto sulla situazione. «Il messaggio è che siamo di fronte a una rivoluzione profondissima dell’industria e del lavoro. Il governo questa rivoluzione l’abbraccia con questo piano mettendo a disposizione, fra diretti e indiretti, 26 miliardi di incentivi, molto concentrati nel 2017 – ha detto Calenda -. Questa parte della manovra è per i giovani e per i vecchi, è per chi investe: possono essere anziani o giovani, a me interessa che investano». Il ministro ha poi spiegato che «sono 13 miliardi di incentivi agli investimenti e sono automatici, gli investitori non devono fare niente se non investire. Hanno tre linee: super ammortamento, iper ammortamento e un rafforzamento del credito alla ricerca e innovazione. Poi c’è un rafforzamento di strumenti esistenti: abbiamo rafforzato il fondo centrale di garanzia che garantisce fino all’80% circa un ammontare fra i 22 e i 25 miliardi di credito alle Pmi che abbiamo concentrato sugli investimenti, che riteniamo sia il tema principale per le imprese e per il Paese».

Quando allo scenario internazionale ed europeo, Calenda ha detto che «la mia impressione è che siano nella totale confusione. Ieri a Bruxelles siamo andati a parlare di acciaio e di politica industriale, una parola che è scomparsa, anzi viene considerata una parolaccia. Per fortuna – ha proseguito – tutto il fronte dei Paesi europei, Germania, Francia, noi, ieri ha messo su questo punto all’indice la Commissione dicendo: “non è possibile che qui sia scomparsa la parola politica industriale da un continente che è stato grande grazie all’industria”».