Export Trentino, 2016 rallentamento generalizzato

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Il risultato peggiore della media italiana e del NordEst: -1,5%. Zobele: «dato preoccupante, specie per il dato verso gli USA»

export trentinoNel 2016 il valore delle esportazioni trentine di merci è risultato pari a 3.386 milioni di euro, segnando una diminuzione dell’1,5% rispetto al 2015, periodo durante il quale le vendite all’estero avevano registrato una variazione tendenziale del 4,2%. Nello stesso periodo, il valore delle importazioni di merci ha raggiunto i 2.156 milioni di euro con un incremento del 5,9% rispetto all’anno precedente. Il saldo della bilancia commerciale si è assestato così sul valore di 1.230 milioni di euro in calo rispetto ai 1.402 milioni di euro del 2015.

La dinamica mostrata nel 2016 dalle esportazioni trentine appare meno positiva rispetto a quella rilevata a livello complessivo nazionale, dove le esportazioni sono aumentate dell’1,2% e di quella dell’area del Nord Est (+1,8%). I dati diffusi dall’Istat fotografano un generalizzato rallentamento dell’export che, per la provincia di Trento, risulta dovuto alla significativa diminuzione delle vendite all’estero di macchinari (-54 milioni di euro), sostanze e prodotti chimici (- 21 milioni), apparecchi elettrici (-14 milioni) e prodotti tessili (-14,6 milioni); sensibili incrementi sono invece venuti dall’export di prodotti in metallo (+30 milioni di euro), mezzi di trasporto (+13 milioni) e prodotti alimentari (+9,5 milioni).

Le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti dell’attività manifatturiera (94,7% del valore complessivo). La quota maggiore è da attribuire ai “macchinari ed apparecchi” (19,4%), seguono i “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (17,3%), i “mezzi di trasporto” (11,8%), le “sostanze e i prodotti chimici” (9,2%) e il “legno, prodotti in legno, carta e stampa” (9,0%). Complessivamente questi cinque settori rappresentano più del 65% delle esportazioni provinciali.

Per quanto riguarda l’import, al primo posto si collocano i “mezzi di trasporto” con il 22,9%, seguiti da “legno, prodotti in legno, carta e stampa” con il 14,9%, dai “prodotti alimentari e bevande” con il 12,1% e dalle “sostanze e prodotti chimici” con il 10,7%.

Il saldo commerciale presenta un forte attivo per “macchinari e apparecchi” (+494 milioni di euro) e per i “prodotti alimentari e bevande” (+325 milioni di euro), ma registra invece un passivo soprattutto per i “mezzi di trasporto” (-92 milioni di euro) e per i “computer, apparecchi elettronici e ottici” (-38 milioni di euro).

Per quanto riguarda le aree di interscambio, l’Unione europea (28 Paesi) ha assorbito, nel terzo trimestre, quasi il 66% delle esportazioni; dalla medesima zona è derivato l’82% delle importazioni. L’Unione europea rappresenta quindi la principale direttrice per l’interscambio di merci con l’estero; nello specifico, si evidenzia un aumento rispetto al 2015 sia nelle esportazioni (+3,1%) che nelle importazioni (+9,1%).

Al primo posto della graduatoria dei principali Paesi per valore di export rimane sempre la Germania che rappresenta per il territorio provinciale il mercato verso cui si sono dirette merci per un valore che supera i 568 milioni di euro, pari al 16,8% delle vendite effettuate sui mercati internazionali. A grande distanza seguono gli Stati Uniti con circa 349 milioni di euro (pari al 10,3% delle esportazioni complessive), la Francia con 311 milioni di euro (pari al 9,2%) e il Regno Unito con 296 milioni di euro (pari all’ 8,8%). Tra i mercati principali, su base tendenziale, hanno segnato buone performance le esportazioni verso Regno Unito (+25 milioni di euro), Spagna (+20 milioni) e Paesi Bassi (+13 milioni), mentre subiscono una sensibile diminuzione (-58 milioni di euro) le esportazioni verso gli Stati Uniti.

Preoccupata la reazione di Confindustria Trento: per il vicepresidente Enrico Zobele, a capo di una multinazionale nel settore degli insetticidi, «preoccupa in particolare il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti (-58 milioni di euro), che si inserisce in un contesto di incertezza per l’interscambio futuro con quel Paese, in seguito alla nuova dottrina protezionistica introdotta dall’amministrazione Trump. In generale, per il Trentino è dunque necessario da una parte aumentare il numero delle imprese esportatrici; dall’altra è auspicabile che le aziende che internazionalizzano diversifichino i loro mercati di riferimento. Troppo spesso le nostre esportazioni si arrestano entro i confini dell’Unione Europea. L’economia mondiale sta crescendo: bisogna cogliere questa opportunità e guardare anche e soprattutto ai mercati extra UE. Da ultimo, l’appello – già lanciato più volte in passato – di un maggiore coordinamento tra i soggetti che sul nostro territorio supportano le imprese che intendono internazionalizzarsi: uniamo le energie, affinché gli sforzi di tutti gli stakeholder siano più razionali ed efficaci».