Vino: radiografia sui consumi e sulla produzione

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vino rosso versato bicchiere FbySh
Uomo 50enne identikit dell’acquirente online. Preferenza ai rossi. Prezzo medio delle bottiglie 13 euro. Le aziende di alta gamma crescono di più (7,8%) della media del settore (5,2%)

vino rosso versato bicchiere FbyShIn occasione del maggiore evento enologico mondiale, fioccano le indagini e gli studi sul settore enologico e sui consumatori.

Secondo Wine Monitor di Nomisma, in Italia sono soprattutto i cinquantenni a comprare vino on-line. L’identikit di chi acquista sul Web – un modo di comprare che pesa sul 2% sulle vendite “off-trade” – è quello di un uomo di 48 anni con una preferenza per i vini rossi  e spumanti che paga mediamente 13 euro a bottiglia. In base ai numeri messi in fila dalla ricerca, il profilo del consumatore tipo riguarda una persona di genere maschile, il 61% degli acquirenti appartiene alla fascia di età 36-55 anni, residente nelle regioni del Centro-Nord Italia. 

«Sebbene in Italia l’e-commerce del vino pesi in maniera ancora marginale sulle vendite totali – osserva Denis Pantini, responsabile di “Wine Monitor” di Nomisma – è indubbio che il trend sia in crescita; basti guardare a cosa sta accadendo al di fuori dei confini nazionali dove in mercati come Francia o Regno Unito l’incidenza delle vendite di vino “on-line” supera il 10% o addirittura il 20% nel caso della Cina». Ad oggi, viene sottolineato nella ricerca, «circa il 50% delle imprese intervistate vendono “on-line” i propri vini, direttamente o tramite siti specializzati, mentre un altro 17% ha intenzione di ricorrere a questo canale nei prossimi anni». 

Il prezzo medio di una bottiglia acquistata sul Web si aggira attorno ai 13 euro, ma arriva a superare i 14 nel caso dei rossi fermi e degli spumanti. Confrontando le fasce d’età, ancora, si evidenzia come i “Millennials” italiani, ossia i nati tra i primi anni 80 e primi anni Duemila, comprino bottiglie più costose (nel caso dei rossi fermi il prezzo medio a bottiglia arriva vicino ai 16 euro mentre negli spumanti supera questo livello) rispetto alla generazione 36-55 anni e ai “Baby Boomers” (56-65 anni). 

La aziende vitivinicole di alta gamma corrono più della media. Secondo l’analisi di Pambianco Strategie di Impresa, condotta su di un campione di 171 aziende che nel 2015 hanno fatturato complessivamente 6.218 milioni di euro, le 48 aziende top nel 2015 hanno registrato un fatturato di 1.255 milioni di euro, con una crescita del 7,8%, mentre la crescita media del campione di cantine è stata del 5,2%. La quota di mercato di queste aziende top di gamma è del 20% (1.255 su 6.218). 

Le aziende di fascia media sono 123 e nel 2015 hanno registrato un fatturato di 4.962 milioni di euro, in crescita del 4,6%. Anche dal confronto dei fatturati delle due fasce, continua lo studio, emerge che la crescita è stata superiore per l’alto di gamma (7,8% contro 4,6%). La differenza maggiore però sta nell’ebitda. Le aziende di fascia alta hanno registrato un ebitda del 23,1%, quelle di fascia media del 7,2%. 

Fuori dalla classifica delle top 10 dell’alto di gamma può essere degna di nota, vista la notorietà e qualità dei suoi prodotti, nonché il suo elevato ebitda (55,2%), il più alto in assoluto, la tenuta San Guido con il marchio Sassicaia che fattura 27 milioni di euro. La fascia alta però richiede, tra i must, prodotti di altissima qualità, una comunicazione mirata, una distribuzione internazionale, risorse finanziarie.