Palazzo Chigi, abbiamo un problema Mes

Maggioranza di centro destra in fibrillazione con la Lega Salvini decisamente contraria e Meloni pressata internazionalmente ad approvarlo, anche nella sua veste di leader dei Conservatori europei.

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palazzo Chigi

Palazzo Chigi, abbiamo un problema: la maggioranza di centro destra pare andare per la tangente (in senso geometrico, non di mazzette: meglio precisare a scanso di querele…) sia nelle votazioni in commissione legislativaquando esponenti di Forza Italia danno la precedenza ad un cocktail privato alla presenza in commissione, facendo andare sotto la maggioranza di centro destra, che nella gestione del Mes, il feticcio totem di gran parte del centro destra sulla cui opposizione hanno fatto la campagna elettorale vincente.

Senza contare l’attacco a mezzo Report al ministro al Turismo, Daniela Granero Santanché, attaccata ad alzo zerocon richiesta di dimissioni delle sinistre per le sue vicende da imprenditore alla guida di Visibilia Editore, finita in procedura fallimentare.

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Insomma, per Palazzo Chigi e il premier Giorgia Meloni le cose non sono affatto facili, specie sul Mes, dove si gioca la sua figura di leader europeo alla guida dei Conservatori e in vista delle elezioni europee del giugno 2024, dove si potrebbe assistere – finalmente! – ad un cambio di maggioranza alla guida delle istituzioni europee, con un governo più centrista e meno ambientalmente talebano.

Il problema è che il Mes è stato depotenziato, con l’Italia – assieme a Francia e Germania – che detiene la cosiddetta minoranza di blocco senza il cui assenso tutto il Mes si blocca, tanto che pure il vertice del ministero dell’Economia e finanza ha inviato un documento al Parlamento in cui se ne caldeggia l’approvazione. Un problema non da poco, specie per un Matteo Salvini che continua a mettersi in mezzo alla sua approvazione, tanto da minacciare l’Europaavvisandola che lui, in caso di approvazione del Mes, spezzerà tutte le cannucce ai bicchieri dei mojito d’Italia.

Insomma, il centrodestra guidato da Meloni vive qualche ora di fibrillazione anche in attesa dell’esito elettorale delle regionali in Molise, dove deve tentare l’impresa di ribaltare il risultato delle recenti politiche, dove il M5s ha fatto cappotto grazie alla sua politica clientelare a botte di reddito di cittadinanza e di superbonus.

Se il candidato governatore M5s, supportato – caso unico in Italia – dal Pd di Schlein dovesse effettivamente vincere, oltre a consegnare alla storia politica il primo governatore pentastellato di una regione abitata da poco più di 300.000 persone, segnerebbe anche una recrudescenza delle fibrillazioni in casa Meloni, perché Forza Italia avrebbe ulteriori mal di pancia dopo quelli patiti dalla dipartita del suo fondatore. In caso contrario, se a prevalere fosse il candidato degli azzurri, questo sarebbe il primo successo della gestione forzista del dopo Berlusconi. Staremo a vedere.

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