La riforma del lavoro è legge. Addio al Reddito di cittadinanza

Più soldi in busta paga con il taglio del cuneo fiscale e con l’elevazione del tetto del “fringe benefit”.

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riforma del lavoro

La Camera dei deputati ha varato definitivamente la riforma del lavoro dopo l’approvazione da parte del Senato, con 154 voti a favore, 82 contrari e 13 astenuti e con il corollario di polemiche da parte dei M5s che si sono visti abrogare il loro giocattolo preferito, il Reddito di cittadinanza approvato dal governo Conte Uno con la connivenza della Lega Salvini. Ecco cosa prevede la nuova legge.

Taglio del cuneo fiscale

Buste paga un po’ più pesanti dal primo luglio 2023, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati. Il testo licenziato dalle camere prevede una ulteriore sforbiciata al cuneo fiscale, rispetto alla Legge di Bilancio, sotto forma di esonero contributivo: dal 3% al 7% per i redditi annui fino a 25.000 euro e dal 2% al 6% per i redditifino a 35.000 euro. La riduzione, ed è qui che si concentrano gli attacchi delle opposizioni, sarà in vigore solo fino al 31 dicembre 2023, dopo sarà necessario trovare nuove coperture per prorogarla o renderla strutturale. Il governo però ritiene il tema una priorità e si è impegnato alla ricerca delle risorse necessarie.

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Riforma del reddito di cittadinanza

Dal 1° gennaio 2024 addio al reddito di cittadinanza. Con la riforma del lavoro arriva l’Assegno di inclusione per le famiglie con almeno un disabile, o un minore, o un ultrasessantenne. Tra le novità introdotte durante l’esame parlamentare c’è l’estensione dell’assegno alle persone in cura presso i servizi socio-sanitari. Cambiano, rispetto alla formulazione originaria del decreto, le regole per le offerte di lavorocongrue“: i beneficiari dell’assegno di inclusione con figli fino a 14 anni saranno tenuti ad accettare un’offerta a tempo indeterminato solo se entro gli 80 km oppure raggiungibile in due ore con i mezzi di trasporto pubblico. Nel caso di offerta a tempo determinato, compreso il lavoro somministrato, devono essere presenti entrambi i requisiti. Con la nuova misura si restringe la platea dei destinatari. Secondo la valutazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio dei quasi 1,2 milioni di nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza circa 400.000, il 33,6%, saranno esclusi dall’Assegno di inclusioneperché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. Tolti altri 97.000 per vincoli di natura economica i nuclei beneficiari dell’Adi risulterebbero circa 740.000, di cui 690.000 già beneficiari di Rdc e 50.000 nuovi beneficiari per via della modifica del vincolo di residenza.

Meno vincoli per i contratti a termine

Spariscono le causali per proroghe e rinnovi dei contratti a termine fino a 12 mesi. Oltre i 12 mesi entrano in gioco le nuove casuali che sostituiscono, in direzione di una maggiore flessibilità, quelle del Decreto Dignità, e sono: esigenze specifiche previste dai contratti collettivi nazionali; particolari esigenze di ordine tecnico, produttivo e organizzativo non previste dai contratti nazionali e individuate dalle parti; sostituzione di altri lavoratori.

Più risorse per i “fringe benefit”

Sale la soglia esentasse per i “compensi in naturaconcessi dal datore di lavoro, come buoni pasto e bonus bollette, dagli attuali 258 euro a 3.000 euro, ma solo per i dipendenti con figli a carico. I “fringe benefit” saranno esentati oltre che dalle tasse anche dagli oneri contributivi. Il Parlamento ha inoltre stanziato maggiori coperture alla riforma del lavoro rispetto a quelle previste inizialmente: da 142 milioni a 332,2 milioni per il 2023 e 12,4 milioni per il 2024.

Proroga del telelavoro

Il telelavoro a distanza, che termina il 30 giugno, viene prorogato nel privato fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e i genitori con figli under 14, mentre nella pubblica amministrazione fino al 30 settembre soloper i fragili.

Bonus per il lavoro notturno e festivo nel comparto turistico

Tra le altre misure contenute nel testo un bonus per i lavoratori del turismo pari al 15% delle retribuzioni lorde per il lavoro notturno e straordinario.

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