La magistratura militante parerebbe essere tornata in servizio ai danni degli esponenti del governo Meloni, con due esponenti di primo piano finiti inquisiti in altrettante inchieste penali, l’una (il ministro al Turismo, Daniela Garnero Santanché) per bancarotta e falso in bilancio relativa alla gestione di sue due società private nel campo dell’editoria e della pubblicità (Visibilia), l’altro (il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove) per avere rivelato atti riservati del ministero al suo collega di partito (e di domicilio) Giovanni Donzelli a seguito della decisione del Gip di disporre l’imputazione coatta contro la decisione di archiviare da parte del pubblico ministero.
Comunque la si guardi, specie nel caso del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, la cosa ha degli aspetti che lasciano insorgere qualche dubbio, tanto che da più parti si parla di ritorno della magistratura militante, di quella scoperchiata dal caso Palamara, che ha portato alla luce il pozzo nero del settore giudicante e requirente italiano, di cui ne pagano le conseguenze cittadini ed imprese in termini di una giustizia non sempre efficiente e, soprattutto, realmente terza ed indipendente.
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Le due inchieste hanno stizzito anche il premier Giorgia Meloni, vuoi perché tocca esponenti di primo piano del suogabinetto (e del suo partito), che già deve guardarsi dal fuoco amico lanciato dal leader della Lega, Matteo Salvini, vuoi perché specie nel caso di Delmastro le richieste sembrerebbero non del tutto fondate, così come la stessa Procura lo aveva ammesso.
Il governo deve accelerare sulla riforma della giustizia e dei suoi meccanismi procedimentali, come evidenzia la presunta mancata comunicazione alla Garnero Santanché dell’avvio dell’inchiesta penale a suo carico, con il ministro Nordio che deve attuare il prima possibile superando il muro di gomma innalzato dal sistema giudiziario, estremamente timoroso di perdere il suo potere d’interdizione e ricatto nei confronti della politica, con quest’ultima che pare decisa a superare la sua storica sudditanza nei confronti del potere giudiziario.
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