Calo emissioni: in 15 paesi Ue il taglio del 2,9% ha portato ad una crescita del Pil

Più che gli effetti delle politiche ambientali europee, pagano gli investimenti in maggiore efficienza per ridurre i consumi e i costi energetici.

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Nel primo trimestre 2023, il calo emissioni di gas a effetto serra non si è riflesso sull’andamento dell’economia, che in 15 paesi Ue è cresciuta. Il calo emissioni è stato del 2,9% pari a 941 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti rispetto allo stesso trimestre del 2022 (969 milioni di tonnellate di CO2). Contemporaneamente al taglio delle emissioni si è verificata una crescita dell’1,2% del Pil dell’Ue nel primo trimestre del 2023, rispetto allo stesso trimestre del 2022.

Il dato emerge dalle stime trimestrali delle emissioni di gas a effetto serra per attività economica pubblicati da Eurostat e rilanciati via social dal vicepresidente della Commissione e titolare dell’Economia, Paolo Gentiloni: «paese per paese ecco come la crescita in Europa è possibile anche riducendo le emissioni inquinanti. Con qualche eccezione».

Nel dettaglio, i settori economici responsabili della maggior parte delle emissioni di gas a effetto serra erano “famiglie” (24%), “produzione” (20%), “elettricità, fornitura di gas” (19%), “agricoltura” (13%), seguiti da “trasporto e stoccaggio” (10%). I dati mostrano che, rispetto al primo trimestre del 2022, le emissioni sono diminuite in 5 settori economici su 9. La più grande diminuzione è stata registrata in “elettricità, fornitura di gas” (-12,3%). Il settore principale in cui le emissioni sono aumentate è stato il “trasporto e lo stoccaggio” (+7,2%).

Le emissioni nel primo trimestre 2023 sono diminuite in quasi tutti i paesi dell’Ue rispetto al primo trimestre del 2022, ad eccezione dell’Irlanda (+1,1%), della Lettonia (+5%), della Slovacchia (+1,9%), della Danimarca(+1,7%), Svezia (+1,6%) e della Finlandia (0,3%), dove sono aumentate. Le maggiori riduzioni dei gas a effetto serra sono state registrate in Bulgaria (-15,2%), Estonia (-14,7%) e Slovenia (-9,6%).

Dei 21 paesi dell’Ue che hanno ridotto le proprie emissioni, solo 6 hanno ridotto anche il proprio Pil(Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria e Polonia), mentre 15 Paesi (Portogallo, Croazia, Belgio, Malta, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Austria, Romania, Italia, Cipro, Grecia, Slovenia e Bulgaria) sono riusciti a ridurre le emissioni aumentando il proprio Pil.

Un dato che si deve alla spinta all’efficienza energetica dei processi e dei consumi da parte di imprese e famiglieper ridurre l’importo delle bollette che potrebbe dare anche risultati migliori, soprattutto rispetto alle fantomatiche ed irrealistiche proposte contenute nel piano “Fit for 55” che, se non rapidamente riviste – probabilmente subito dopo le lezioni del nuovo europarlamento e della Commissione nel giugno 2024 – rischiano di portare entrambe le voci – emissioni e Pil – in territorio fortemente negativo.

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