L’economia europea resta debole per tutto il 2023

La Banca centrale europea giudica fiacca la crescita e scenario critico per l’Italia, dove la Finanziaria 2024 può fare innalzare lo spread.

0
325
Tassi Bce economia europea tassi bce aumento dei tassi Bce alza i tassi quantitative easing simbolo euro eurotower sede bce

La cura contro l’inflazione intrapresa dalla Banca centrale europea sta funzionando, ma il paziente – l’economia europea – è sempre più debole, quasi morto. L’economia dell’Eurozona continua a pagare un prezzo molto alto per uscire dalla spirale dei prezzi innescata lo scorso anno dalla guerra in Ucraina, e si avvia a chiudere l’anno più fiacca che mai.

Il giudizio è contenuto nel nuovo Bollettino economico della Bce, secondo cui è un momento delicato in cui bisogna fare attenzione, anche perché i mercati restano all’erta, come dimostra lo spread italiano che tra settembre e ottobre si è mosso più degli altri spinto dalle notizie sulla manovra Finanziaria 2024, tracciando un quadro piuttosto fosco dell’economia del 2023.

Dopo una crescita sostanzialmente nulla al volgere dell’anno e nel primo trimestre, nel secondo il Pil dell’Euroarea è lievemente aumentato, dello 0,2%. I dati più recenti per il terzo trimestre indicano il protrarsi di una crescita debole dell’economia europea, e la situazione resterà tale anche negli ultimi tre mesi.

«L’attività rimarrà debole nell’ultimo trimestre dell’anno, e anche i dati dell’indice Pmi di ottobre mostrano ancora segnali di contrazione» nel settore manifatturiero, un rallentamento che contagia anche i servizi, sottolinea la Bce.

Anche le aspettative sui nuovi ordinativi e sull’attività futura delle imprese nel settore manifatturiero sono peggiorate a ottobre. Le circostanze, spiegano gli esperti, «sono sostanzialmente paragonabili a quelle del comparto dei servizi, con la maggior parte degli indicatori Pmi che segnalano un ulteriore rallentamento nel quarto trimestre».

Il mercato del lavoro continua a mostrare capacità di tenuta, ma gli indicatori più recenti mostrano i primi segnali di raffreddamento, a causa dell’attività economica più debole. I consumi privati sono rimasti deboli nel terzo trimestre, per l’ulteriore contrazione della spesa per i beni.

La Bce si attende poi un ulteriore indebolimento degli investimenti delle imprese nel terzo trimestre, con l’attività frenata da una carenza di domanda e da condizioni di finanziamento più restrittive. Anche l’edilizia ne risente: nel terzo trimestre gli investimenti in quella residenziale hanno subito una contrazione.

A causa dell’indebolimento dell’interscambio mondiale si riduce anche l’export, che cresce ad un ritmo “modesto”. Oltre il breve periodo, però, la crescita del Pil dovrebbe gradualmente rafforzarsi. E’ ancora presto per dire quando, perché sui primi mesi del 2024 peseranno due spinte contrapposte: da una parte i consumi in lenta ripresa, grazie all’inflazione più bassa, dall’altra l’attività ancora debole per i tassi elevati che hannofrenato il credito.

«Con l’ulteriore diminuzione dell’inflazione, la ripresa dei redditi reali delle famiglie e l’aumento della domanda per le esportazioni dell’area dell’euro, l’attività dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni», scrivono gli economisti della Bce. Inoltre, «salvo sorprese i tassi di interesse non saliranno più», ha assicurato il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau.

Resta da vedere quanto in fretta l’economia europea tornerà a correre. Finora le agenzie di rating non si sono preoccupate, nemmeno quando il differenziale italiano si è ampliato più di altri. Per la Bce si è mosso, «tra le altre cose, alle notizie riguardanti le misure fiscali previste dalla legge di bilancio». In Italia, dopo le conferme di S&P e Dbrs, è atteso il giudizio di Fitch, mentre il 17 toccherà a Moody’s, che è il più delicato dei quattro, perché già in primavera non aveva effettuato l’aggiornamento semestrale e perché, a differenza delle altre tre agenzie di rating internazionale, Moody’s è quella che giudica l’Italia sull’orlo della sostenibilità del debito, con una prospettiva negativa. Se dovesse abbassare di un ulteriore livello il giudizio di affidabilità, il debito pubblico italiano perderebbe l’”investiment grade”, per diventare spazzatura, con la fuga dei fondi e con forti problemi per piazzare sui mercati internazionali le quote di debito italiano da rinnovare.

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano” e “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/ilnordest

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

© Riproduzione Riservata