Ncc la proposta Salvini penalizza il settore a vantaggio dei taxi

Protesta delle cinque maggiori associazioni del noleggio con conducente contro l’aumento dei vincoli alla loro attività contenuta nella bozza del ministero dei Trasporti.

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Le cinque maggiori associazioni di Ncc scrivono al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, esprimendo preoccupazione dopo aver letto la «bozza che limita, pesantemente, le attività» degli operatori noleggio con conducente e «avrebbe ripercussioni negative sulla protezione dei dati personali degli utenti» con una missiva firmata dai presidenti di Sistema Trasporti, Anitrav, Associazione Ncc Italia, Comitato Air e Asincc dove si formulano si fanno diverse osservazioni.

In dettaglio, si legge nella missiva rivolta al ministro Salvini, «le criticità riscontrate dal comparto e che si desidera portare alla sua attenzione sono le seguenti: la reintroduzione dell’obbligo di rientro in rimessa, salvo il caso di sussistenza di contratto di durata concluso senza intermediazione; la previsione di un tempo minimo di attesa di un’ora tra un servizio singolo e un altro; la previsione di un periodo di conservazione minimo dei fogli di servizio e dei relativi dati di 3/5 anni (senza un termine di durata massima); la previsione di una conservazione accentrata di tali dati presso il ministero, congiuntamente alla previsione di un ampio accesso a numerosi soggetti (forze di polizia, apparati militari, dipendenti del ministero, delle amministrazioni comunali e della motorizzazione civile)».

Nella lettera, si legge ancora, che a preoccupare il comparto è inoltre «il palese carattere discriminatorio di tali previsioni, la cui applicazione viene prevista solamente nei confronti del comparto Ncc e non anche ai taxi. Tale discriminazione, che non può essere giustificata da motivi imperativi di interesse generale, ha come effetto quello di falsare irrimediabilmente la concorrenza del mercato del trasporto pubblico non di linea».

In conclusione, scrivono le associazioni di Ncc, «non vi è alcun dubbio che le disposizioni in discussione arrecano significativi danni a tutto il comparto Ncc e incidono negativamente sia sulla libertà di movimento di cittadini e turisti che sulla tutela dei loro dati personali». Per questo le associazioni si aspettano un cambio di passo e che il ministero voglia «accogliere le osservazioni riportate nel documento».

Frontale l’attacco delle categorie ad un Salvini sempre più traccheggiante tra promesse che sa di non potere mantenere: «al contrario di quanto ha affermato ieri Salvini nel “Question Time”, non esiste più alcun tavolo. Il ministro stesso, aveva commentato la nostra assemblea del 29 febbraio sostenendo vi fossero ancora 20 associazioni al Mit a discutere di questi decreti – sottolinea Francesco Artusa, presidente di ST -. Forse non sa che anche 16 di queste 20 sigle rimaste si sono sfilate. Se su un totale di 27 associazioni del Ncc, ne rimangono 6, è evidente che esiste un grosso problema, a meno che l’unica concertazione che davvero interessi al ministro sia quella con la controparte tassista». Lobby che fino ad ora è riuscita a condizionare l’azione di governo e comuni decisamente molto di più che di quelle del mondo Ncc.

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