Divieti corridoio del Brennero: Vienna canta vittoria al primo round

«Spiegata la posizione austriaca all'Ue. La qualità della vita dei tirolesi non è negoziabile». Ma tutto si deciderà dinanzi alla Corte di giustizia europea.

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Il contenzioso innescato dall’Italia (con la Germania spettatore interessato) nei confronti dell’Austria per i divieti sul corridoio del Brennero nel territorio tirolese che limitano la circolazione delle merci ha visto il primo round dinanzi alla Commissione europea con le audizioni delle varie parti in contesa, con il governo Austriaco che canta una vittoria che rischia di trasformarsi in una di Pirro.

«Sono convinta che i nostri esperti abbiano rappresentato bene la posizione austriaca e sono fiduciosa che la Commissione capisca i cittadini Tirolo», perché i fatti sono «dalla nostra parte» ha detto il ministro dei Trasporti viennese, la verde Leonore Gewessler, parlando all’agenzia Apa al termine della prima udienza davanti alla Commissione europea.

«Abbiamo presentato una nuova ampia argomentazione durante l’udienza orale a Bruxelles», ha spiegato Gewessler, aggiungendo che «la vita e la salute dei tirolesi non sono negoziabili».

Dopo l’udienza, primo passaggio della procedura d’infrazione richiesta dal governo italiano a febbraio, nel pomeriggio alti funzionari di entrambe le parti hanno presentato le rispettive argomentazioni alla Commissione europea.

«Dietro ogni misura adottata dal Tirolo nella lotta contro il transito eccessivo dei Tir ci sono buoni argomenti, oltre a numeri, dati e fatti. La nostra linea di difesa è immutata e molto fondata», ha commentato il governatore del Tirolo, Anton Mattle, chiarendo che il Tirolo resta comunque «pronto a dialogare per quanto riguarda nuove misure» e sostenendo la necessità di un «sistema di gestione intelligente del traffico con l’Alto Adige e la Baviera».

Nessuna dichiarazione da parte della Commissione europea, che già in mattinata aveva indicato tramite un portavoce la sua volontà di non rilasciare dichiarazioni nel mezzo di «una procedura legalmente vincolata». L’esecutivo Ue renderà note le sue conclusioni soltanto alla fine del ciclo di udienze programmate fino a metà maggio, quando sarà chiamato ad esprimersi formulando un parere motivato.

Fonti austriache interpellate dall’Apa hanno fatto sapere che durante l’udienza non sono state poste domande fondamentali sui divieti unilaterali austriaci imposti ai Tir sul corridoio del Brennero, ma soltanto questioni sulla loro proporzionalità. Un elemento visto come un «segnale positivo» da Vienna.

Dal fronte italiano si afferma che «l’audizione in Commissione a Bruxelles ha offerto l’occasione per ribadire le forti criticità italiane sulle misure austriache al Brennero. La delegazione italiana ha evidenziato in particolare l’assenza di proporzionalità ed adeguatezza dei divieti notturni e settoriali, nonché gli effetti distorsivi della concorrenza. Il parere della Commissione è ora atteso entro metà maggio. Indipendentemente dalle valutazioni del Berlaymont, l’Italia potrà procedere in Corte di Giustizia». Corte di Giustizia che, come aveva anticipato anche il commissario europeo ai Trasporti, Adina Valean, rimane l’unica sede capace di imporre alle parti una soluzione vincolante dopo anni di inutili trattative per il ripristino del principio della libera circolazione di merci e persone all’interno del territorio comunitario.

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