Agricoltura, contributi per mezzo miliardo di euro a 3.000 “furbetti”

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agricoltore congial 1Coldiretti lancia la campagna contro chi specula sui contributi di settore, pur senza fare l’agricoltore

Coldiretti lancia una campagna contro i “furbetti” che speculano sugli aiuti comunitari. Circa 3.000 soggetti, in gran parte società di vario tipo riconducibili a grandi gruppi industriali, assicurativi e bancari, senza trascurare enti di diversa natura, che non vivono direttamente di agricoltura, ma che lucrano circa mezzo miliardo di euro di contributi pubblici, finendo con il penalizzare chi di agricoltura vive.

«Gli aiuti Pac devono andare agli agricoltori che vivono di agricoltura. Lo abbiamo sostenuto in fase di proposta della riforma della politica agricola comunitaria e continueremo a farlo anche ora, che, nell’elaborazione delle norme nazionali di attuazione della Pac, si profila il rischio concreto che i contributi comunitari vadano a speculatori, “furbetti” e gruppi di potere che sfruttano e depredano il territorio» afferma una nota di Coldiretti nazionale rilanciata dalle organizzazioni territoriali, fortemente preoccupata per l’agricoltura italiana e per tutti i veri “agricoltori attivi”, in riferimento alle scelte che devono essere operate a livello nazionale nei prossimi mesi e che condizioneranno il periodo 2014-2020.

Secondo Mauro Giuriolo, presidente di Coldiretti Rovigo, «questi “furbetti” sono l’elite intoccabile, i primi tremila beneficiari di contributi, che ricevono un importo di oltre mezzo miliardo di euro mentre, contemporaneamente, si chiedono sacrifici a tutti gli italiani, a partire dagli agricoltori».

Secondo Coldiretti, questi gruppi di potere «sono una casta di intoccabili che rappresenta appena lo 0,2% degli interessati dagli interventi di politica agricola, che però riceve ben il 15% delle risorse destinate all’agricoltura. Una rendita fondiaria e finanziaria che senza un deciso cambiamento nella programmazione nazionale rischia di essere mantenuta per i prossimi sette anni».

«Molti di questi soggetti non contribuiscono alla previdenza agricola – spiega Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti Trentino – mentre altri, nelle pieghe dell’attuale legislazione, hanno creato società per azioni e a responsabilità limitata hoc per avere agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni agricoli e anche sulle bioenergie facendo così concorrenza sleale al reddito e all’attività dei veri agricoltori».

Coldiretti si augura che in questo momento difficile per il paese nessuno abbia la follia di mantenere questi insostenibili privilegi e ci si impegni invece per concentrare le poche risorse disponibili ai chi vive e lavora in agricoltura per il ruolo ambientale, economico e sociale che svolge per il Paese.

«La lotta a tutte le rendite – conclude Giuriolo – sembra finalmente rientrata nell’agenda della buona politica e di questo la Coldiretti se ne compiace perché sono necessarie grandi discontinuità sui temi della giustizia e dell’equità sociale per troppo tempo negati dalla malapolitica».