Rinnovo della Camera di commercio di Padova: Confindustria apre le manovre

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Massimo Pavin presidente Confindustria Padova
Massimo Pavin presidente Confindustria PadovaPavin anticipa le linee programmatiche e invita al confronto le categorie: “non partiamo dai numeri ma dalle cose da fare per rigenerare l’economia del territorio”

Attorno al rinnovo del consiglio camerale della Camera di Padova, le categorie stanno scaldando i motori e, tra queste, spetta a Confindustria Padova aprire i giochi. “Nelle prossime settimane si delineerà il profilo del nuovo Consiglio camerale. In questa fase – sottolinea il presidente degli industriali Massimo Pavin – crediamo di avere un ruolo che non è quello di contare quanto pesiamo, ma fare una riflessione seria per individuare gli assi strategici sui quali si dovrà muovere l’Ente camerale per rigenerare lo sviluppo dell’economia del territorio. Apriamo subito il cantiere del programma. Troviamoci per avviare il confronto fra tutte le categorie economiche per decidere gli assi di un grande progetto di rilancio. Non si deve partire dai numeri ma dalle cose.

Su questo mettiamo a disposizione del confronto un documento, non un’agenda onnicomprensiva ma un programma che opera scelte e sollecita impegni, individuando i filoni principali di intervento: innovazione e formazione distintiva per favorire il riposizionamento sui mercati, qualificazione delle filiere e delle reti intersettoriali per rinnovare le potenzialità di crescita, internazionalizzazione (cabina di regia) per sviluppare la propensione delle Pmi a lavorare con i mercati esteri, accesso al credito attraverso il rafforzamento dei consorzi fidi e l’anticipazione crediti per dare ossigeno alle imprese e favorire la patrimonializzazione, semplificazione del rapporto fra pubblica amministrazione e imprese, attrattività del territorio creando un contesto (normativo, infrastrutturale) favorevole all’impresa e attrattivo di nuovi investimenti. Un pacchetto di azioni coerenti, da realizzare insieme, per riconquistare la crescita, creare lavoro, riaffermare la centralità delle imprese”.

Pavin anticipa le proposte di Confindustria e rivolge un esplicito invito a tutte le associazioni imprenditoriali, professionali e ai sindacati rappresentati nell’Ente camerale: “la crisi è entrata nelle nostre imprese, e non ne è ancora uscita, con crollo della domanda, credito, liquidità. Negli ultimi quattro anni 2.600 imprese perse, 14.000 posti di lavoro. Dobbiamo avere la forza e l’unità di intenti per segnare un nuovo inizio, un progetto di ampio respiro, fatto di azioni per il rilancio economico e sociale. Su questo mettiamo a disposizione un progetto, in tre assi strategici e dieci azioni prioritarie, legate tra loro in modo coerente, e perciò da realizzare insieme, da sviluppare con chi vorrà condividerlo, con un obiettivo chiaro: creare le condizioni “di sistema” per il rilancio, massimizzare gli interventi camerali, razionalizzare e concentrare le risorse affinché da ogni azione discendano benefici tangibili per le imprese di ogni settore. L’idea è che dalla crisi si esce tutti insieme, come sistema economico”.

Pavin focalizza gli assi strategici su cui intervenire, ad iniziare dal favorire l’eccellenza delle singole imprese, basandosi su competenze imprenditoriali, visione strategica, innovazione e miglioramento continuo, sostenibilità patrimoniale e finanziaria, responsabilità ambientale sono alcuni dei fattori dell’eccellenza imprenditoriale. Sostenere gli imprenditori e i lavoratori nello sviluppo di queste “doti” deve essere l’obiettivo degli interventi camerali.

Contemporaneamente, per Pavin bisogna favorire l’eccellenza delle politiche pubblico-private, dove la Camera di commercio deve qualificarsi per il ruolo di protagonista anche nei processi di riqualificazione della pubblica amministrazione e del rapporto fra PA e imprese. Andranno riconsiderate le partecipazioni societarie, limitandole a quelle effettivamente strategiche per l’economia del territorio.

Infine, le ricadute sul territorio: alle sfide economiche globali, secondo Pavin, partecipano non solo le imprese ma i sistemi d’impresa, i sistemi economici e territoriali. Affinché l’eccellenza dei singoli si trasformi in eccellenza del sistema territorio, occorre massimizzare i legami tra imprese (filiere e reti intersettoriali) e tra queste e mondo della ricerca, università, istituzioni, associazioni. Va perseguito l’efficientamento e lo snellimento delle strutture pubbliche e/o private che svolgano le medesime attività.