Confindustria Friuli Venezia Giulia illustra a Udine il proprio bilancio

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Adriano Luci

 

Adriano LuciLuci: “ci lasciamo alle spalle un 2011 complicato che lascia qualche ferita anche al 2012”

 

“Ulteriori passi avanti nelle infrastrutture, sostegno alle imprese, progetti di sistema, ma anche riduzione dei costi della politica, sburocratizzazione e riordino degli enti locali”. Sono queste le attese nei confronti della Regione del presidente della Confindustria di Udine, Adriano Luci. “La partita delle infrastrutture è prioritaria – ha precisato Luci – e la si gioca con la realizzazione di progetti come quello Unicredit-Maersk per la portualità, o quello per il corridoio Adriatico-Baltico. Solo con le infrastrutture e con un sistema regionale che funziona – ha aggiunto – possiamo dare al Friuli Venezia Giulia nostro sistema una marcia in più nel contesto internazionale, cogliendo le buone opportunità che abbiamo nei mercati esteri”.
Sull’operato del governo Monti, Luci ha detto che “dobbiamo essere contenti che l’Italia sia rimessa sul binario del rigore e della serietà, ma debbono essere messe in campo risorse per lo sviluppo perché non possiamo vivere solo di ammortizzatori sociali”. Sul credito alle imprese, il presidente degli industriali di Udine ha detto che “abbiamo in Regione molti strumenti che funzionano, come Confidi, Congafi, Mediocredito, Friulia e Agemont, ma che vanno messi in rete e su cui vanno messe risorse” . Luci ha affermato che a tutti i politici, come anche agli imprenditori, “si richiede più rigore, serietà ed etica”.
LOGO CONFINDUSTRIA UDINEAl presidente della Confindustria di Udine piace l’ipotesi Riccardo Illy come successore di Emma Marcegaglia al vertice dell’organizzazione degli imprenditori italiani. “Perchè – ha detto Luci – è un nostro corregionale, ha fatto il presidente della Regione, è un grande imprenditore e perché rappresenta un marchio noto. Illy a me piacerebbe, ma si farà un lavoro di sistema e di territoriali – ha proseguito Luci – che poi metterà in lista anche nuovi nomi. Naturalmente – ha aggiunto – ci deve essere anche la sua disponibilità e, se questo avverrà, avremo anche un candidato regionale”.
Sugli altri nomi usciti in questi giorni nel toto-candidato per la presidenza della Confindustria italiana, tra cui quelli di Alberto Bombassei e Giorgio Squinzi, Luci ha commentato affermando che “non abbiamo ancora espresso la nostra posizione, ma io mi aspetterei una persona più giovane. E’ vero che c’è bisogno di saggezza, ma anche di figure che sappiano trasmettere energia e visione, guardando al bene del Paese”.
Sulla possibilità che un candidato alla presidenza sia espresso dal Veneto, Luci ha detto che “se dovesse entrare in campo come espressione del Triveneto potremmo anche starci, ma non se diventa espressione del ‘grande Veneto’, perché non siamo sudditi di nessuno”.
Luci ha illustrato il bilancio consuntivo 2011 e il preventivo 2012 dell’associazione degli industriali, che raggruppa in provincia di Udine 920 imprese per un totale di 44.000 addetti: “c’è un profondo disagio nei confronti delle società di rating, i cui giudizi possono determinare perdite incredibili, ma soprattutto la perdita di fiducia”.
Secondo il presidente degli industriali, “ci mettiamo alle spalle un 2011 abbastanza complicato, che lascia qualche ferita anche per questo 2012. Il nuovo anno presenta prospettive di stabilità – ha aggiunto Luci – ma è evidente che non possiamo prescindere dal contesto internazionale. E certamente, non possiamo subire queste continue vessazioni con danni irreparabili provocati dalle società di rating”. Luci ha sottolineato che “queste società, espressione di banche d’affari prevalentemente statunitensi, mettono a nudo che purtroppo non esiste una vera Comunità Europea. Per questo è urgente – ha concluso – che nelle prossime settimane si facciano passi concreti per dimostrare che la Comunità Europea esiste in quanto tale e con tutti i suoi Paesi”.
Assieme al bilancio della categoria, è stata diffusa l’indagine rapida tra 70 imprenditori, secondo cui per il 46% degli imprenditori friulani il 2011 è stato contrassegnato da un andamento in crescita, il 22% ha registrato una diminuzione mentre per il 32% è risultato stabile. Le previsioni per il 2012 sono improntate all’inversione di tendenza. Infatti la quota di coloro che pronosticano un andamento di crescita scende al 20% mentre si rafforza al 24% la quota di coloro che stimano una diminuzione della produzione.
Per il 56% dei rispondenti il giudizio è di stabilità. Il saldo diventa quindi negativo, -4. Sulla tendenza dei mercati il giudizio è netto. Il mercato nazionale risulta in contrazione per il 46% dei rispondenti mentre il 19% lo giudica in crescita con una quota del 35% dei rispondenti che constata una situazione di stabilità. Il saldo è inequivocabilmente negativo, -27. Il saldo sulla tendenza della domanda estera è simmetricamente opposto mostrando un segno positivo, +19. Il 39% la giudica in crescita, il 20% in diminuzione, il 41% stabile. L’industria ha recuperato sui prezzi alla vendita nel 2011 dei prodotti industriali utilizzando il riequilibrio del rapporto tra domanda ed offerta. Infatti il 30% dei rispondenti dichiara che i prezzi sono cresciuti, il 46% che sono rimasti stabili, il 24% che sono risultati in diminuzione: un saldo, quindi, di segno positivo, +6.
Il ritorno ad una fase recessiva, in particolare nella prima parte del 2012, dovrebbe indurre alla riduzione del ricarico sui prezzi. Il 15% dei rispondenti prevede che sono destinati a crescere, il 67% che resteranno stabili, il 18% che diminuiranno. Quindi il saldo diventa negativo, -3.
Le previsioni non favorevoli per il 2012 si riflettono sui giudizi sull’andamento dell’occupazione. Scende al 13% la quota di coloro che prevedono un incremento dell’occupazione, il 76% giudica che rimarrà stabile, l’11% che diminuirà.
L’accesso al credito resta un elemento di criticità. Se il 70% dei rispondenti dichiara una situazione di invarianza, il 25% denuncia interventi di restringimento a fronte del 6% che ha ottenuto l’ampliamento del credito. Il saldo è negativo.
Dall’indagine emerge come l’industria friulana abbia ‘tenuto’ nel 2011, utilizzando in particolare la leva della domanda estera, recuperando sui prezzi alla vendita e contando sulla ripresa degli investimenti.