Una settimana senza idrovore e il Polesine va sott’acqua

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Coldiretti Rovigo Presidente Mauro Giuriolo

Coldiretti Rovigo Presidente Mauro GiurioloColdiretti Rovigo: “i tagli della regione Veneto mettono in pericolo il territorio”

Si contraggono i capitoli dedicati alla bonifica e si azzerano quelli per gli interventi sulla subsidenza in Polesine. Il quadro della proposta di bilancio in discussione in regione Veneto, se confermata, avrà ripercussioni pesantissime sull’equilibrio idrogeologico e la sicurezza idraulica della provincia di Rovigo. Per questo Coldiretti Rovigo, con le altre associazioni agricole, ha organizzato un vertice con i consorzi di bonifica, la provincia di Rovigo e tutti gli amministratori polesani che siedono in Regione, per lanciare l’allarme e trovare una linea d’azione comune.
I termini del problema li ha sintetizzati il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo: “il nostro territorio si trova praticamente tutto sotto il medio mare e con le estrazioni metanifere degli anni Cinquanta si è innescato un meccanismo di abbassamento continuo (secondo gli ultimi studi, di 40-50 centimetri in meno dal 1983). Per mantenere il territorio in sicurezza i consorzi devono pompare continuamente acqua per mantenere il livello delle falde stabile, con conseguenti enormi costi energetici. Proprio per far fronte ai danni provocati dalle estrazioni metanifere, a suo tempo lo Stato ha riconosciuto proprio al Polesine (con Ferrara e Ravenna) dei fondi specifici per fronteggiare i maggiori costi dei consorzi polesani. Ecco perché questi costi non possono oggi dipendere dalle difficoltà del bilancio regionale ed essere addossati ai polesani, sotto forma di un aumento dei contributi consortili”.
Polesine idrovora ponte foscari Dai rappresentanti dei due consorzi Delta Po e Adige Po provengono alcuni dati: “solo per l’energia elettrica del pompaggio spendiamo due milioni di euro l’anno (40 euro per ettaro) – ha ricordato il presidente dell’Adige Po, Giuliano Ganzerla – Le manutenzioni straordinarie sono a zero da due anni. Siamo in una situazione di precarietà idraulica”.
Sono un’ottantina le idrovore che lavorano giorno e notte per mantenere il Polesine all’asciutto. Se la Regione continuerà a tagliare risorse (in previsione ci sono 2,5 milioni di euro per gli impianti di sollevamento, di cui a Rovigo arriverà il 35%), si profila la necessità per i due consorzi territoriali di chiedere ai contribuenti un surplus di contributi del 20%.
Le 40 idrovore bassopolesane l’anno scorso hanno ricacciato nel Po e nell’Adige 400 milioni di metri cubi d’acqua; a Cavanella Po esiste l’istallazione di pompaggio più potente del Veneto, che ha una portata di 50.000 litri d’acqua al secondo: “con una settimana senza idrovore – ha spiegato il direttore del Delta Po, Giancarlo Mantovani –il territorio va sott’acqua. Se, poi, piove, basterebbe qualche ora”.
I consiglieri polesani in Regione hanno condiviso le preoccupazioni del mondo agricolo. “Presenterò un apposito emendamento – ha annunciato Graziano Azzalin, presidente della Commissione agricoltura – ma dovrà essere sottoscritto da tutti, al di là di maggioranza e opposizione. Se è vero come è vero che il nostro territorio è una specificità, dobbiamo fare squadra”. Più cauto Cristiano Corazzari, che ha sottolineato i problemi delle finanze regionali; una proposta di rottura dall’assessore alle attività produttive venete, Isi Coppola, che ha affermato: “con le buone maniere, noi Polesani non siamo riusciti a farci capire. La lezione dell’anno scorso non è stata capita. Bisognerà occupare con le barche il Canal grande – ha ribadito l’assessore – visto che tutti a Venezia ormai conoscono i problemi della montagna, bisognerà imporre la conoscenza del Polesine allo stesso modo, con azioni eclatanti. Pur nelle difficoltà del bilancio si potrebbero distrarre risorse da altre priorità”.