Convegno al Censer di Rovigo per celebrare i 40 anni del Codiro discutendo di Pac

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platea 1Traguardo importante per il Consorzio polesano di difesa e di attività e produzioni agricole

Quarant’anni di associazionismo hanno consentito di abbattere i costi delle polizze assicurative ed hanno garantito contro le calamità atmosferiche 2.525 imprese agricole socie (dati al 2011) per un valore assicurato di oltre 135 milioni di euro. Il futuro è fatto di polizze agevolate multirischio e fondi mutualistici per contrastare i cambiamenti climatici e l’altalena dei prezzi, finanziati con contributi europei. Ha festeggiato così il compleanno della maturità il “Consorzio polesano di difesa di attività e produzioni agricole” (Codiro), organizzando un convegno celebrativo e informativo al Censer, con la collaborazione del sistema dei consorzi di difesa nazionale Asnacodi e regionale Condifesa Veneto.

premiatiL’assise, tesa a rispondere alla domanda: “Quale futuro per la copertura dei rischi in agricoltura?”, ha messo in luce che il sistema associativo dei Condifesa (64 in Italia) è all’avanguardia in Europa e, anzi, il sottosistema del Veneto (7 consorzi), è il pioniere delle sperimentazioni. Il segreto di questa vitalità sta nel fatto che “la terra è sempre sotto il cielo – come ha ricordato il presidente di Condifesa Veneto Valerio Nadal – e, se il futuro è incerto, di sicuro gli agricoltori ci saranno anche per i prossimi 40 anni”.

Il presidente del Codiro, Mauro Giuriolo, ha fatto un excursus storico: “il Consorzio è stato costituito l’8 marzo 1972 con 32 soci fondatori. A fine 1973, dopo il primo anno di operatività delle polizze assicurative limitate a frutta, uva e pomodoro, contava 865 soci per un valore assicurato di tre miliardi e 158 milioni di vecchie lire (1,6 milioni di euro). Oggi siamo 2.529 soci con un valore assicurato di 135 milioni di euro fra produzioni vegetali, serre e strutture per impianti frutticoli, allevamenti di bovini e suini. Nel 2007 abbiamo introdotto le polizze pluri-rischio (copertura per i vento in aggiunta alla grandine); nel 2010, le polizze multi-rischio (grandine, vento, gelo e brina, eccesso di pioggia, siccità, colpo di sole, alluvione) che nel 2011 hanno inciso per il 30% sul totale delle polizze: un orgoglio per noi ed una migliore copertura assicurativa per i nostri soci”.

Il futuro del Codiro e del sistema dei consorzi di difesa è destinato ad aumentare di importanza poiché le ultime riforme della Politica agricola comunitaria (Pac), ovvero di tutto il sistema di finanziamento europeo al settore primario, stabiliscono un contributo del tutto nuovo per la gestione del rischio in agricoltura, ossia per le assicurazioni e la mutualità.

“La riforma della Pac che entrerà in funzione dal 2014 fino al 2020 – ha spiegato Angelo Frascarelli, professore associato di “Economia e politica agraria” all’Università di Perugia – in materia di gestione rischi, parte da due problematiche: i cambiamenti climatici che faranno aumentare gli eventi estremi nei prossimi anni (per l’Italia: rischio siccità e precipitazioni abbondanti e concentrate in brevi periodi, ondate di caldo ed erosione del suolo); e l’impressionante volatilità dei prezzi, che è diventata un fatto strutturale, ineliminabile, con la quale bisognerà convivere”. Se questo è il futuro, un buon sistema assicurativo, che preveda entrambi questi “rischi” è una delle strategie necessarie per le aziende agricole. “La Pac prevede fondi per i rischi sia nelle Ocm vino e ortofrutta, – ha spiegato Frascarelli – ma, soprattutto, ed è la vera novità, prevede che i contributi europei arrivino attraverso la politica di sviluppo rurale dei vari Piani di sviluppo rurale, oggi regionali (Psr). Attraverso i Psr – ha detto Frascarelli – arriveranno i contributi per i premi di assicurazione agevolate (max 65% come oggi); inoltre, saranno creati ex novo dei fondi di mutualizzazione per coprire le fitopatie e le emergenze ambientali; infine, un fondo di stabilizzazione del reddito che prevede degli indennizzi per perdite del raccolto superiore al 30%. Questo futuro – ha concluso Frascarelli – significa che sarà necessario trovare una gestione rischi nazionale, perché è impensabile che sia frammentata tra i diversi Psr regionali attuali, con perdita di risorse e possibilità di disparità di trattamento tra aziende di regioni diverse. Il sistema dei consorzi veneto, che è già all’avanguardia nella sperimentazione di nuove forme di mutualizzazione, dovrà arrivare pronto al 2014, con progetti cantierabili, in modo da partire all’entrata in vigore della riforma.

Una riflessione sulla posizione degli agricoltori europei, rappresentati da Copa-Cogeca è arrivata da Paola Grossi, presidente del relativo “Gruppo gestione rischi” dell’organizzazione: “il primario è l’unico settore dove il costo assicurativo è calato. Anche grazie all’aggregazione che le imprese agricole hanno sviluppato e la possibilità di contrattare con le compagnie assicurative, attraverso i Consorzi. Noi andremo a chiedere in Europa che il sistema di gestione rischi deve servire unicamente a rafforzare le imprese agricole e non a creare business per le assicurazioni. Chiederemo che la gestione rischi avvenga con un Psr nazionale, flessibile, che non distorca la concorrenza tra aziende, e con un budget dedicato. Inoltre, crediamo che sia necessario incrementare la base assicurativa e fare mutualità tra tutte le regioni italiane, altrimenti i fondi stanziati non saranno sufficienti per coprire tutte le domande”.

Il presidente di Asnacodi, Albano Agabiti, ha ricordato che il tasso medio è sceso dal 9,75% del 2003-04 all’attuale 5,50-5,60%, con un risparmio di 300 milioni di euro all’anno per gli agricoltori. Così ha lanciato le sfide prossime: “grazie alla sperimentazione avvenuta in Veneto, possiamo partire da quest’anno con un fondo mutualistico nazionale che agirà sul multi-rischio; stiamo mettendo in campo azioni per la semplificazione della gestione e pensiamo che ci siano ancora margini per espandere il nostro mercato. E’ vero che abbiamo abbassato i tassi e migliorato le condizioni contrattuali, ma dobbiamo aumentare le superfici assicurate per avere ancora una maggiore distribuzione di rischi e dei costi”.

Al convegno sono stati ricordati i cinque presidenti che si sono avvicendati alla guida del Codiro dal 1972 ad oggi: prima chi non c’è più, Vito Barion e Antonio Mella. Poi, Mariano Patergnani, Paolo Piccolo e Mauro Giuriolo, cui sono stati attribuiti dei riconoscimenti, assieme al vicepresidente Lauro Ballani, alla dipendente Ettorina Destro (35 anni di lavoro) e al direttore Luigi Garavello.