L’ambasciatore Usa in Italia Thorne visita la base Dal Molin di Vicenza assieme a Zaia

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FOTO DAL MOLIN
FOTO DAL MOLINRibadita la volontà di proseguire la collaborazione Italia-USA

Visita alla base Dal Molin di Vicenza per un gruppo di ospiti d’eccezione. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, David Thorne, ha visitato il cantiere della base assieme al presidente della regione del Veneto, al prefetto Melchiorre Fallica, al sindaco di Vicenza Achille Variati e al capo struttura di missione per Dal Molin Paolo Costa. Hanno fatto gli onori di casa il comandante italiano della base Col. Edoardo Maggian, il Direttore del Comando Europeo per le Installazioni US Army in Europa Kathleen Marin e il comandante della Guarnigione U.S. Army di Vicenza Col. David Buckingham.

ZAIA E THORNEUna visita, quella dell’ambasciatore Thorne, che pone l’accento sulle strette relazioni tra Italia e Stati Uniti, di cui il Dal Molin è prova evidente e concreta. Un incontro con le autorità regionali e locali che ha voluto essere anche un’occasione per ringraziare una comunità, quella di Vicenza e del Veneto, che da quasi sessant’anni accoglie e ospita i militari americani e le loro famiglie.

Tutti i 34 edifici che costituiranno la nuova base, tutti gli spazi verdi, i sottoservizi e le aree comuni saranno interamente sostenibili secondo il rating del Green Building Council, uno dei più autorevoli istituti di classificazione al mondo.

“In quest’epoca di crisi economica”, ha sottolineato l’ambasciatore Thorne “penso che sia una soddisfazione per tutti noi constatare che i benefici economici portati al Veneto dalla realizzazione del Dal Molin sono davvero significativi.”

“Ringrazio l’ambasciatore Thorne per la sua visita – ha detto il presidente del Veneto Zaia – che riconferma la lunga amicizia del Veneto con gli Stati Uniti d’America. Oggi ci troviamo in un contesto particolarmente significativo a visitare un’opera come il Dal Molin, che ha portato a Vicenza e in Veneto lavori per 245 milioni di euro, realizzati in buona parte da aziende e personale locali e che, una volta a regime, porterà un indotto non inferiore ai 300 milioni. Di questo siamo grati agli Stati Uniti, così come non dimentichiamo il contributo americano per liberare l’Italia e l’Europa dagli orrori del nazifascismo e per l’affermazione della democrazia”.