Inaugurato a Villadose (RO) l’impianto di biogas del Consorzio Maiscoltori Cerealicoltori Polesani

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impianto biosag da cereali VillaDose 2000 1Tecnologie innovative per produrre 999 kWe capaci di soddisfare il fabbisogno di 3.000 famiglie senza sprechi, odori e con vantaggi per l’ambiente e la collettività

A Villadose (RO) è stato inaugurato l’impianto a biogas del Consorzio Maiscoltori Cerealicoltori Polesani, società cooperativa agricola aderente a Confcooperative, diretta da Carlo Stocco, nonché presidente provinciale dell’associazione di categoria.Il Consorzio Maiscoltori è una realtà di 500 soci che raccoglie oltre 690.000 quintali di cereali nei comuni di Villadose e dintorni e sviluppa un valore della produzione di 13 milioni di euro.

“In un momento di crisi generale e di difficoltà anche per il nostro comparto cerealicolo, si è deciso di fare quello che fa un’azienda all’avanguardia: abbiamo investito ed innovato”: così Dario Nicolin, presidente della cooperativa, ricorda le premesse che hanno portato questa importante realtà agricola polesana ad intraprendere il percorso che ha portato all’inaugurazione di uno degli impianti a biogas maggiormente avanzati a livello di tecnologia ed efficienza. Si tratta di un impianto alimentato con le colture cerealicole dei soci della cooperativa, perfettamente integrato nel ciclo produttivo in grado di emettere nella rete elettrica nazionale fino a 999 kWe e soddisfare il fabbisogno di circa 3.000 famiglie, senza sprechi, senza odori, a tutto vantaggio dell’ambiente e della collettività.

Il biogas è il prodotto della degradazione microbica delle sostanze organiche in assenza di ossigeno, processo comunemente denominato digestione anaerobica. E’ una miscela di gas, composta principalmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2). Insilati di mais e triticale, vengono inseriti giornalmente all’interno dei due digestori primari. Qui permangono per circa 100 giorni per poi passare nella vasca di stoccaggio coperta. Il processo è quindi di tipo a “doppio stadio” ed avviene ad una temperatura di 38-42 °C (mesofilia). La tecnologia a “doppio stadio” permette di avere un processo di fermentazione sicuro ed elastico garantendo tempi di ritenzione adeguati.

La copertura dello stoccaggio oltre ad assicurare una completa degradazione e quindi un efficiente sfruttamento delle biomasse utilizzate, permette una maggiore riserva di biogas e consente una migliore desolforazione (rimozione dell’H2S). La desolforazione è di tipo biologico per iniezione di piccolissime quantità di ossigeno. La struttura interna ed una rete desolforatrice offrono un’ottima superficie per la colonizzazione dei batteri desolforatori. Il biogas prodotto viene convogliato al cogeneratore che produce energia elettrica ed energia termica.

La prima viene ceduta alla rete pubblica, il calore invece viene riutilizzato in parte per il processo di fermentazione, in parte per il teleriscaldamento delle stalle e degli uffici. Alla fine del processo di fermentazione si ottiene il digestato, un materiale liquido, completamente inodore, ad altissimo valore agronomico, con caratteristiche migliorative rispetto al materiale di partenza. Il digestato subisce un processo di separazione solido/liquido: il solido che ha la consistenza, l’aspetto e l’odore di un “terricciohumus”, viene distribuito nei campi con un carro spandiletame o venduto ad utilizzatori specifici come gli orti-floricoltori.

Il biogas è un opportunità per produrre energia localmente e in modo sostenibile, migliorare l’impatto degli allevamenti, diversificare il reddito delle aziende agricole, offrendo all’agricoltore la possibilità di un guadagno sicuro. Il biogas può essere anche strumento per nobilitare al ruolo di “risorsa” sottoprodotti dell’attività zootecnica e agricola difficili da riutilizzare altrimenti, che si trasformano così in opportunità di ulteriore reddito e leva per un ambiente più salubre.