In Trentino Alto Adige è già iniziato il dopo Dellai e Durnwalder

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Giunta Regionale Stocker Durnwalder Dellai Gnecchi Chiocchetti-02 1
Giunta Regionale Stocker Durnwalder Dellai Gnecchi Chiocchetti-02 1Nell’autunno 2013, in occasione delle elezioni per il rinnovo dei Consigli delle due province autonome gli attuali presidenti, dopo vent’ani non ricandideranno. Al via la gara per la successione

In attesa del suggello che avverrà ad ottobre 2013, è già iniziata la gara per il dopo Dellai e Durnwalder (D&D) alla guida delle rispettive province autonome di Trento e di Bolzano. Dopo vent’anni d’incontrastato potere ai vertici delle due autonomie, i due leader non saranno più presenti. Durnwalder perché dopo oltre trent’anni di politica attiva è ormai stufo e sulla soglia dei 72 anni intende di appendere la politica al chiodo e di dedicarsi ad altro, lasciando spazio a qualche rampante della SVP. Per Dellai, invece, a soli 53 anni la mancata candidatura è figlia della legge elettorale vigente che vieta la rielezione al governatorato dopo tre mandati consecutivi e lui, obiettivamente giovane per gli standard della politica nazionale formata in maggioranza da vegliardi guarda ad altri lidi, magari quelli del Parlamento di Roma. Un percorso per lui, enfant prodige della politica (è stato eletto sindaco di Trento a soli 31 anni, dopo un apprendistato da portaborse per i boss dell’allora Democrazia Cristiana) che rischia di essere più travagliato del previsto, visto che dinanzi alla prospettiva di un suo atterraggio su uno scranno parlamentare è scattato il fuoco di fila, specie da parte del suo principale alleato (e probabile veicolo elettorale), il PD, che propone per tutte le candidature parlamentari la via crucis (e le imboscate) delle primarie.

Comunque sia, il ventennio di potere del duo D&D lascia sul terreno luci ed ombre. Mentre nel primo decennio tutto è filato via liscio, grazie anche alle risorse economiche in continua crescita che consentivano di soddisfare le fameliche clientele di SVP e Margherita in modo equanime e di acquietare le esigenze del mondo produttivo con ricchi contributi pubblici erogati a pioggia, garantendo così un solido consenso, le cose sono andate via via peggiorando quando si è trattato di fare i conti con risorse in calo, con regole di maggiore trasparenza e di concorrenza imposte dall’Unione Europea, oltre che dover fare i conti con la forte crisi economica degli ultimi 4 anni che non ha lasciato indenne il ricco Trentino Alto Adige, seppur facendo meno danni che altrove.

Dellai consiglio regionale durnwalder legge relazione 2012 1Certo, sotto D&D l’autonomia speciale delle due province si è evoluta ed ampliata a vantaggio di cittadini ed imprese, ma senza far fare un deciso salto di qualità, visto che essa oggi è posta costantemente in discussione da un Governo centrale (quello della famelica squadra dei tecnici montiani) che pare non conoscere le regole costituzionali e i relativi privilegi. Forse, l’errore di D&D è stato quello di cullarsi troppo su uno Statuto di autonomia speciale nato dopo la Seconda guerra mondiale e rivisto nel 1972, che oggi necessiterebbe di un profondo aggiornamento, tornando a far protagonista quella Regione Trentino Alto Adige rimasta soccombente sotto i colpi d’artiglieri dalla Svp con l’acquiescente consenso proprio di Dellai. Probabilmente, se oggi ci fosse una regione forte al posto di due piccole province autonome, le cose nei rapporti con Roma sarebbero diverse. Ma così non è stato e oggi si pagano le conseguenze della mancata lungimiranza da parte di D&D.

Altro capitolo è quello della pubblica amministrazione locale che negli anni si è ingigantita fino a diventare un pachiderma spesso di difficile gestione, anche se il suo grado di funzionamento rimane ancora di parecchie lunghezze migliore di quella nazionale o di altre realtà locali. D&D durante il loro ventennio di potere hanno curato i rispettivi giardinetti elettorali, badando più ad accrescere il potere dell’apparato pubblico che a semplificarlo a vantaggio della sussidiarietà della società e del privato, tale da ridurre l’impiego di risorse a vantaggio del mercato e del minor prelievo fiscale. In questo campo, per i loro successori c’è ampio spazio per intervenire, recuperando efficienza e competitività del comparto pubblico. Due politici, D&D, che hanno utilizzato il loro potere in modo spesso autoreferenziale, accentrando le leve del comando, anche a scapito dell’efficienza dell’azione amministrativa, con il risultato di non avere fatto crescere una classe di amministratori in grado di succedere loro. Cosa tanto più evidente in Trentino, dove gran parte dei vertici che contano della cosa pubblica è in mano ad una ristretta schiera di dirigenti generali mantenuti in servizio nonostante siano già da anni in pensione, con la conseguenza che il mancato ricambio ai vertici della cosa pubblica ha bloccato l’immissione di nuove leve e di nuove professionalità, forse più moderne e adeguate alle necessità del momento.

dellai durnwalder 1Anche sul versante politico, un panorama pressoché immobile per vent’anni ha impedito il ricambio e l’immissione di energie fresche. In cuor suo, Dellai vorrebbe rinnovare il passaggio di testimone al vertice della Provincia al suo vice, così come ebbe a fare vent’anni fa quando passò dal vertice del comune di Trento a quello della Provincia (tra l’altro, il suo vice di oggi e di allora è la stessa persona…). Peccato che altri, specie quella sparuta pattuglia di trentenni e quarantenni che albergano sugli scanni del Consiglio provinciale di Trento, non siano altrettanto d’accordo e parlino apertamente di necessità di forti cambiamenti. Proprio quei forti cambiamenti evocati poco tempo fa a mezzo stampa da parte di Giovanni Kessler, già deputato e attuale direttore a Bruxelles dell’Ufficio europeo per la lotta alle frodi, esponente di spicco del PD, che ha evocato Dellai come “espressione del vecchio”, ravvedendo la “necessità di una decisa svolta”, suscitando piccate risposte da parte del ritetto interessato e dei suoi fedelissimi. Senza contare poi i malumori all’interno del PD verso il passaggio alla presidenza della giunta provinciale di Alberto Pacher, l’eterno vice di Dellai: molti, specie tra i giovani, preferirebbero maggiore capacità d’innovazione, magari lanciando verso la presidenza del Trentino qualche quarantenne fuori dai soliti schemi, anche per riavvicinare alla politica ampie schiere di elettori che altrimenti rischaino di ingrossare a dismisura il partito dell’astensionismo o delle formazioni antisistema.

Non solo Pacher ha problemi sul suo cammino: pure Dellai non ne è esente. Lui aspirerebbe ad una candidatura verso Roma in discesa, magari avvalendosi dello scivolo del PD che lui ha fatto entrare nelle stanze del potere che conta in Provincia, ben sapendo che la “cosa bianca”, quel “partito delle Alpi” cui sta lavorando da qualche mese in collaborazione con altri esponenti del mondo delle autonomie del Nord dopo il fallimento dell’esperienza dell’Api rutelliana difficilmente sarà rodata e oliata in tempo per correre con successo alle prossime elezioni, specie se queste si terranno a breve. D’altronde, Dellai a differenza di Durnwalder, la politica è l’unica sua ancora di salvezza: difficile a 53 anni inventarsi qualcosa di diverso, specie per lui che ha sempre respirato e mangiato politica, senza mai cimentarsi in un vero lavoro come tante altre migliaia di trentini. Alla sua età, un balzo nel vuoto è davvero un’avventura senza rete.