Sofisticazioni alimentari: in Inghilterra tocca al vino in polvere solubile in acqua

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Manzato A Venezia il Forum Nazionale degli Spumanti dItalia 031 1Manzato: “uno scandalo internazionale da reprimere severamente a norma di legge”

Le sofisticazioni alimentari non conoscono alcun limite. Dall’Inghilterra arriva la notizia che nei negozi sarebbero disponibili polverine in kit che consentono agli acquirenti di produrre in casa vino aggiungendo semplice acqua. Prodotti che si fregiano pure di nomi con denominazione Doc. Lo scandalo è stato portato alla luce da “Striscia la notizia”, la popolare trasmissione di Canale 5 che fa informazione come e meglio di tante ammiraglie informative. Con sole 33 sterline (l’equivalente di circa 42 euro) è possibile, in Gran Bretagna, aggiudicarsi il kit per l’autoproduzione di 30 bottiglie di “vino doc” Valpolicella.

Nella scatola si trova una bustina di polvere da sciogliere in una bottiglia d’acqua e un sacchettino di trucioli in legno da aggiungere alla fine, se si vuole rendere più gustoso il beverone. Sulla confezione di cartone compare, persino, la scritta ingannevole in italiano “Cantina”. Questo vale anche per altri rinomati vini italiani quali il Chianti, il Barolo.

“Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un tentativo di imitazione scorretto e irritante. Era ora che venisse reso di dominio pubblico lo scandalo internazionale dei cosiddetti ‘vini’ fai da te con nomi di prodotti DOC, commercializzati nel Regno Unito, Paese oltretutto membro dell’Unione Europea” sbotta Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto: “chiedere alle autorità britanniche e comunitarie di intervenire subito e duramente per reprimere il commercio di prodotti alimentari falsi in ogni senso, frutto di polverine e chimica, è il minimo. L’auspicio è che finalmente si faccia, perché è nota da tempo questa moda, diciamo così, di mettere in commercio scatoloni dal quale ottenere bevande che qualcuno ha la spudoratezza di chiamare vini. E’ un insulto a chi produce i veri vini e non mi stupirei che fosse anche un attentato alla salute dei consumatori”.

“Mi piacerebbe che fosse lo stesso Monti, già commissario europeo per la concorrenza – dice ancora Manzato – a sollevare il problema nelle giuste sedi, perché altrimenti verrebbe da dire che le norme e le tutele dell’Unione Europea valgono solo a senso unico e non ci difendono affatto dal commercio illegale e dai tarocchi”.

Manzato vuole premiare lo sforzo degli autori di Striscia: “sarà mia premura mandare i migliori vini veneti ai conduttori e all’inviato di Striscia, per convincerli, prendendoli per la gola come Dio comanda, a superare il senso di schifo che viene a guardare certe scene”.

elisabetta gardini 1Sulla stessa lunghezza anche l’eurodeputata Elisabetta Gardini: “ancora una volta ci troviamo di fronte ad un tentativo di imitazione scorretto e irritante. La vicenda del Valpolicella in busta venduto in Inghilterra ci infastidisce particolarmente perché colpisce uno dei comparti a cui teniamo di più. Ho presentato un’interrogazione alla Commissione perché intervenga immediatamente per bloccare questo tipo di produzione”.

La tutela delle produzioni di qualità è una delle competenze della Commissione Europea che ora, dovrà rispondere all’interrogazione presentata dall’eurodeputata veneta fatta a seguito della denuncia da parte dei presidenti dei Consorzi tutela vini della Valpolicella, Chianti, Barolo e Montepulciano relativamente alla commercializzazione, in Inghilterra, di un “vino” in polvere venduto come “pregiato” rosso italiano. Il negoziante britannico intervistato da Jimmy Ghione per “Striscia la Notizia”, afferma che sia tutto legale, che il mosto liofilizzato sia vero, anche se realizzato in Svezia e Canada. Roberto Manfredini, responsabile qualità di Coldiretti, non è d’accordo e parla di un vero e proprio “furto nei confronti del nostro territorio. Il consumatore pensa di trovare la qualità dei nostri vini, e acquista, invece, un prodotto di bassissimo livello e non compra più l’originale. Il fatturato del falso agroalimentare nel mondo ammonta a 50 miliardi di euro. Una cifra sottratta alle nostre aziende”.