Valdastico Nord: introdotte modifiche al progetto preliminare per migliorarne la compatibilità con il territorio

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valdastico cartello fine autostrada piovene 1Intanto, il ricorso alla Consulta del Trentino fa infuriare Zaia: “il completamento è fondamentale per il Veneto”

Continuano le manovre attorno al completamento del tratto Nord della Valdastico. Mentre la società concessionaria Autostrada Brescia-Padova, al fine di soddisfare le esigenze dei Comuni attraversati dal tracciato del tratto nord dell’autostrada della Valdastico, ha introdotto alcune modifiche alla progettazione preliminare, in modo da migliorare la compatibilità con il territorio, sul fronte politico l’ennesimo ricorso alla Corte Costituzionale della provincia di Trento per le norme contenute nel decreto “cresci Italia” che imponevano tempi precisi e rapidi per il concerto tra realtà interessate ha sollevato la rabbiosa reazione del presidente della regione del Veneto, Luca Zaia.

“Sono profondamente dispiaciuto dell’ennesimo ricorso del Trentino contro la Valdastico Nord: finora il veneto è stato molto rispettoso nei confronti delle libertà e prerogative trentine. Sia chiaro che per il Veneto il completamento della Valdastico Nord costituisce un fatto essenziale, cui non intendiamo rinunciare”. Il ricorso del Trentino è contro la disposizione contenuta nel decreto che prescrive, su proposta del deputato trentino Maurizio Fugatti, di dare tempi certi alla realizzazione dell’opera il cui sbocco è previsto a Besenello.

Autostrada A31 inaugurazione 1 tratto stretta mano AnasMauro Coletta Attilio Schneck Mario Ciaccia Luca Zaia 1Se la politica gioca a rimpiattino facendosi i dispetti, sul paino tecnico i lavori proseguono: ricorso o meno, la società concessionaria prosegue nella progettazione preliminare del tratto settentrionale, proponendo alcune modifiche alla prima stesura del progetto per soddisfare le esigenze dei territori attraversati e mitigare ulteriormente l’impatto ambientale. Sono individuati percorsi alternativi volti a salvaguardare le chiese storiche presenti sul territorio, così come alcune interferenze con gli insediamenti produttivi esistenti e di progetto. Si sono eliminati due ponti sull’Astico per garantire la sicurezza idraulica e modificate le pile dei viadotti rimanenti. Si è intervenuto anche nella mitigazione dell’impatto visivo dell’opera, sostituendo tracciati all’aperto con quelli in galleria (portando conseguentemente la percentuale complessiva di tunnel lungo il tracciato dal precedente 70% all’attuale oltre 80%). Nonostante che dal fronte trentino sia avvenuta la più totale chiusura nei confronti dell’opera, la società concessionaria si è preoccupata di apportare migliorie per mitigare l’impatto ambientale dell’opera nel tratto di sbocco nella Val d’Adige mediante l’abbassamento di quota in modo da renderla meno percettibile dal territorio circostante, riducendo inoltre la quota e la lunghezza del viadotto sul fiume Adige. Con le modifiche introdotte, si è ridotto l’impatto ambientale complessivo dell’opera, aumentandone la funzionalità e la fruibilità da parte dei territori attraversati.

Quanto ai costi complessivi dell’opera, secondo il presidente della società concessionaria, Attilio Schneck “questi non differiscono in modo significativo dalla prima stesura, in quanto l’accorciamento di un chilometro del tracciato nel suo complesso viene a compensare le migliorie apportate sul percorso”. Le modifiche sul tratto veneto sono già sottoposte a Via da parte della Regione che sono state approvate con delibera di Giunta. Ora tutte le modifiche sono alla valutazione del Ministero per l’Ambiente. Ad ottobre dovrebbe concludersi la conferenza dei servizi sulla Valutazione d’impatto ambientale ed entro fine anno il Cipe dovrebbe pronunciarsi definitivamente pro o contro l’opera. Stante le recenti dichiarazioni del viceministro alle infrastrutture Mario Ciaccia intervenuto all’inaugurazione del primo tratto su della Valdastico, che ha definito la Valdastico “opera strategica per il NordEst, per l’Italia e per l’Europa”, non dovrebbero esserci particolari problemi ad ottenere il via libera, ricorsi o meno della provincia di Trento che su questo tema dimostra una sconcertante chiusura e miopia politica, peraltro espressione di una parte ormai minoritaria della stesso società trentina.