Progetto “Eden”: idrogeno per dare energia alle abitazioni

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Luigi Crema FBK progetto Reet2 idrogeno abitazioni 1

 

 

Luigi Crema FBK progetto Reet2 idrogeno abitazioni 1La Fondazione Bruno Kessler di Trento coordina il progetto europeo

 

 

Sarà un centro di ricerca italiano, la Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, a coordinare il progetto europeo EDen (High Energy Density Mg-based Metal Hydrides Storage System) relativo allo stoccaggio di idrogeno in nuovi materiali.

 

Un programma scientifico che ha preso il via questo mese e che potrebbe dare una svolta all’utilizzo dell’idrogeno come fonte di energia anche per le singole abitazioni. L’obiettivo, che sarà perseguito insieme ad altri sei partner europei, tra realtà di ricerca e aziende, è quello di riuscire ad immagazzinare questo gas in un materiale allo stato solido, a base di magnesio, in grado di catturare e trattenere gli atomi di idrogeno sulla sua superficie. In questo modo non sarà necessario tenere l’idrogeno in recipienti sotto pressione e sarà possibile così accrescere la sicurezza dello stoccaggio. In un contenitore dal volume di pochi litri si potrà avere un accumulo d’idrogeno in grado di fornire l’energia necessaria ad un’abitazione per 24 ore, sia dal punto di vista elettrico che termico, e renderla disponibile a seconda delle esigenze dell’utente. Peculiarità del progetto sarà sviluppare un sistema integrato che preveda anche la possibilità di generare energia sfruttando fonti rinnovabili come il sole e il vento.

 

“A medio e lungo termine – spiega Luigi Crema, ricercatore dell’Unità REET (Renewable Energies and Environmental Technologies) del Centro Materiali e Microsistemi FBK e coordinatore del progetto – i sistemi di accumulo soprattutto per soluzioni di piccola scala saranno un elemento determinante per l’introduzione e la diffusione di tecnologie sostenibili alimentate da fonti rinnovabili”.

 

Insieme all’Unità REET, guidata da Alessandro Bozzoli, che si occuperà di sviluppare il contenitore per l’idrogeno, partecipa al progetto l’Unità PAM-SE (Plasma and Advanced Materials), di cui è responsabile Nadhira Laidani, che si dedicherà all’ottimizzazione del materiale di accumulo per l’idrogeno.

 

Il progetto durerà tre anni e riceverà un finanziamento di circa 1,5 milioni di euro dall’Unione Europea, dei quali oltre 500.000 euro saranno assegnati alla FBK.

 

I partner di ricerca coordinati dalla Fondazione Bruno Kessler sono MBN Nanomaterialia SPA (Italia), Cidete Ingenieros SL (Spagna), Matres SCRL (Italia), Panco GmbH (Germania), Universidad de la Laguna (Spagna), EU Joint Research Centre – Institute for Energy and Transport (Olanda).