Friuli Venezia Giulia, per Confindustria III trimestre 2012 ancora in negativo

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grafico calo 1Calligaris: “preoccupano i dati tendenziali, con indicazioni di peggioramento”. Forte calo del mercato Italia

Confindustria Friuli Venezia Giulia ha reso noti i risultati dell’indagine congiunturale relativa al terzo trimestre 2012. L’indagine si è svolta elaborando i dati consuntivi del trimestre in esame e previsionali sul trimestre successivo, raccolti dalle proprie associazioni provinciali federate di Gorizia, Pordenone, Trieste ed Udine su campioni significativi – sono più di 23.400 gli addetti delle imprese che hanno collaborato a questa ultima indagine – delle aziende associate nelle rispettive province.

FVG Alessandro Calligaris Pres Confindustria FVG Luisa De Marco Pres Udine Gorizia Fiere Riccardo Riccardi 1Alessandro Calligaris, presidente del sistema confindustriale regionale, presenta i risultati dell’indagine con alcune riflessioni: “i dati che abbiamo raccolto dalle nostre imprese associate a fine settembre confermano il perdurare della sofferenza dei settori produttivi anche nella nostra regione. Tutti gli indicatori che abbiamo esaminato, tra cui i più importanti produzione e vendite, si presentano con valori di segno negativo sia nel confronto con il trimestre precedente, che in quello con lo stesso trimestre dell’anno scorso. Essendo il trimestre in esame caratterizzato dalle chiusure estive, la negatività dei dati congiunturali è scontata, ma, invece, preoccupa la forte negatività dei dati tendenziali. Questo ci dice che non stiamo ancora uscendo dalla crisi, ma, anzi, che ci sono indicazioni di peggioramento”.

Secondo Calligaris, “i problemi per il rilancio dell’economia vanno affrontati sicuramente a livello nazionale ed europeo, ma anche a livello locale molto si può fare sfruttando al meglio le competenze che l’autonomia speciale riserva al Friuli Venezia Giulia e le intelligenze e le risorse che sono presenti in questo territorio nella politica, nelle istituzioni, nelle categorie imprenditoriali e nelle rappresentanze sindacali e sociali. Ho molta fiducia in questo, purché – sottolinea il presidente – si proceda con senso di responsabilità in un clima di coesione sociale ed economica che, per fortuna, nella nostra regione, pur con qualche confronto anche aspro, non è mai venuto meno”.

Il soggetto determinante che va posto al centro delle strategie di rilancio, sottolinea Calligaris “è certamente l’Impresa, con la ‘I’ maiuscola, intesa come motore del progresso sociale, del rilancio del mercato del lavoro e dell’economia del territorio. E’ necessario, per questo, sostenere le potenzialità dello sviluppo imprenditoriale con un quadro di misure coerenti che dovranno riguardare molti campi, come, ad esempio, la spesa pubblica, le politiche attive del lavoro, l’ambiente, la ricerca applicata, le infrastrutture, l’energia, la fiscalità. Per tutto questo – conclude il presidente regionale degli industriali – dovremo sopperire alla oggettiva ed ineliminabile carenza di risorse economiche con le risorse dell’ingegno, della collaborazione e dell’impegno a livello personale e delle rispettive organizzazioni rappresentative sociali e politiche”.

Nel dettaglio i dati del consultivo del III trimestre 2012, i principali indicatori dello stato di salute dell’industria regionale mettono anche questa volta in luce il perdurare della fase critica dell’economia regionale. Tutti i valori riscontrati, infatti, sia nel paragone congiunturale con il trimestre precedente, sia nel paragone tendenziale con il terzo trimestre dell’anno scorso, risultano negativi. Preoccupa l’ulteriore significativo calo dei valori tendenziali. Nel paragone con lo scorso anno, infatti, gli indicatori esaminati hanno assunto costantemente valori negativi a partire dal quarto trimestre 2011 ed, in particolare produzione e vendite, in questo ultimo trimestre esaminato, subiscono una riduzione, maggiore rispetto ai trimestri precedenti, che va dai tre ai cinque punti percentuali.

Dal quadro complessivo disegnato dai dati consuntivi registrati a fine settembre, quindi, si può concludere che la nuova fase di crisi per le imprese, iniziata alla fine dell’anno scorso, non solo non è finita, ma sta dando segni di peggioramento. L’attendibilità delle conclusioni viene garantita dal fatto che l’indagine viene svolta su un significativo campione di imprese, operanti in tutti i settori manifatturieri attivi sul territorio regionale.

L’esame dettagliato dei valori assunti dai principali indicatori congiunturali (che esprimono le variazioni rispetto al trimestre precedente) evidenzia che nel terzo trimestre 2012 il valore della produzione ridiventa negativo scendendo dal precedente +1,9% a -6,2%. Analogo andamento, da considerare comunque, come si è annotato sopra, fisiologico trattandosi del periodo estivo, presentano le vendite i cui valori passano, sia in Italia che all’estero, sotto lo zero dai valori positivi presentati tre mesi addietro. In particolare le vendite totali scendono da +4,1% a -8,4%, a causa della significativa riduzione delle vendite Italia che dal precedente +2,7% calano a -12,3% e del forte calo anche delle vendite Estero (da +4,5% a -5,0%). L’occupazione, che già a fine giugno era negativa, è l’unico indicatore che presenta un lieve recupero, ma resta comunque sotto lo zero passando da -0,5% a -0,2%.

Per quanto riguarda il dettaglio dei principali indicatori tendenziali (che confrontano i risultati del trimestre in esame con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente) si evidenzia che nel terzo trimestre 2012 la produzione rimane negativa e scende dal precedente -3,7% a -6,9%. Anche le vendite segnano valori negativi e peggiori rispetto al precedente riscontro: le vendite totali scendono da -4,5% a -9,8%, come risultato delle peggiori performance sia delle vendite Italia (da -8,2% a -12,4%) che delle vendite estero che scendono da -2,5% a -7,4%. Per quanto riguarda gli altri indicatori esaminati, il valore dei nuovi ordini conferma la stagnazione dei mercati presentando ancora segni negativi sia nel confronto congiunturale (-7,3%) che in quello tendenziale (-9,7%), i precedenti valori erano rispettivamente -0,7% e -11,9%.

Stante questa situazione, le previsioni per l’ultimo trimestre del 2012 non sono univoche: gli operatori dell’industria regionale denotano delle aspettative diversificate a seconda degli indicatori esaminati. Non c’è più, quindi, quell’orientamento univoco al pessimismo riscontrato negli ultimi trimestri e ciò fa pensare che inizi a farsi strada un’aspettativa di inversione di tendenza verso tempi migliori, che potrebbe prendere consistenza durante il 2013. Gli imprenditori che prevedono la diminuzione della produzione quasi pareggiano quelli che ne prevedono l’aumento; nelle vendite, invece, mentre prevale l’aspettativa di diminuzione nella domanda interna, nella domanda estera le previsioni di aumento sono quasi doppie rispetto a quelle di diminuzione. Le previsioni più negative riguardano l’occupazione, per la quale, mentre quasi nessuno degli intervistati ne prevede l’aumento, ben quasi il 21% ne prevede la diminuzione.