Mercato auto schiacciato dalle tasse: gennaio perde il 17,6%

0
411
mercato auto calo grafico
mercato auto calo graficoPavan Bernacchi: “l’emorragia d’immatricolazioni rischia di provocare danni irreversibili alla filiera, all’economia e al PIL”

Come previsto qualche giorno fa dall’Osservatorio Federauto, il mercato automobilistico italiano, anche nel 2013, prosegue verso un’ulteriore contrazione. Si tratta di un risultato disastroso, parzialmente corretto negli ultimi giorni grazie al contributo delle “Kilometri zero”.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, gennaio 2013, con 113.525 pezzi immatricolati, ha chiuso con un -17,6% rispetto allo stesso mese del 2012. Peccato che gennaio 2012 avesse a sua volta perso un 16,9% rispetto al 2011. Un’emorragia che rischia di provocare danni irreversibili alla filiera, all’economia, e al PIL. Ovvero: alla possibilità per il Paese di rialzare la testa.

Il peso fiscale che grava sul comparto è esorbitante: solo con la manovra “Salva Italia” del 2012 gli autoveicoli hanno “donato” all’erario oltre 5 miliardi di euro, fra aumenti di accise, superbollo sulle auto prestazionali ed IVA; aumenti da cumulare alla precedente correzione del 2011 che aveva toccato sempre le accise sui carburanti, IPT, RC auto, bollo auto ed IVA. A ciò si aggiungano due manovre che hanno penalizzato l’acquisto delle auto aziendali, oggi assoggettate ad un regime di deducibilità del 20% – tagliato della metà rispetto a qualche mese fa – quando invece in Europa, da tutti usata come pietra di paragone, si parla del 100%, sia dell’intero costo d’acquisto che dell’IVA.

federauto presidente Filippo Pavan Bernacchi“Il Governo è riuscito a fare esattamente il contrario di quello che sarebbe stato sensato e necessario”, dichiara Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, che sottolinea come “questo è il risultato dell’accanimento fiscale verso il mondo dell’automotive in Italia, dove il Governo ha pensato a fare cassa senza curarsi dei danni prodotti nella nostra filiera. Mi piace ricordare sempre che fatturiamo l’11,4% del PIL, partecipiamo alle entrate fiscali nazionali per il 16,6% e occupiamo, con l’indotto, 1.200.000 persone. Mi corre l’obbligo sottolineare – continua Pavan Bernacchi – che per il crollo dei volumi lo Stato, lo scorso anno, ha perso 3 miliardi tra IVA e tasse varie, cui si devono aggiungere i costi degli ammortizzatori sociali. Eppure nessuno vuole intervenire, affrontare il problema, operare le scelte necessarie”.

Per Francesco Ascani, vicepresidente di Federauto, “gli autoveicoli sono stranamente assenti dalle dichiarazioni preelettorali dei maggiori leader politici. Agli stessi ci permettiamo di indirizzare un messaggio: se il nuovo Governo non si farà carico dei gravi problemi della distribuzione e dell’assistenza automobilistica, riconoscendone l’importanza per la ripresa e la crescita del PIL, per le finanze pubbliche e per l’occupazione, il prezzo da pagare per l’Italia sarà altissimo”.

Un appello ribadito da Pavan Bernacchi: “la nostra filiera è composta da migliaia di aziende di vendita e assistenza, di produzione di componenti, di servizi e altro. Noi ci rivolgiamo ai partiti per sapere ora che provvedimenti intendano prendere per il nostro settore, qualora vincessero le elezioni. Come imprenditori crediamo molto nel voto utile, al di là delle ideologie”.