Convegno di Confindustria Udine sulla qualità dei pagamenti, spesso in ritardo

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confindustria udine Antonio Matonti Adriano Luci e Stefano De Stalis Foto Gasperi 1Luci: “lo Stato peggiore debitore delle imprese”

“Il problema è molto semplice nella sua gravità: le imprese, anche per effetto del patto di stabilità, non riescono ad incassare i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. I ritardi di pagamento influiscono negativamente sulla loro liquidità complicandone la gestione finanziaria. Da un lato, lo Stato è il peggiore debitore delle aziende e, dall’altro, le aziende sono vessate da uno Stato inadempiente: in Italia nel 2011 la pressione fiscale reale, con tutte le tasse, i prelievi e gli oneri sociali gravanti su una piccola impresa tipo, era pari al 68,5%, al netto del sommerso, e nel 2012 risulterà ancora più alto”.

E’ quanto ha evidenziato il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, aprendo a palazzo Torriani l’incontro sul tema “Le novità sui ritardati pagamenti e lo smobilizzo dei crediti verso la pubblica amministrazione”, moderato da Stefano De Stalis, responsabile dell’Ufficio politiche industriali, ricerca e sviluppo, credito e finanza di Confindustria Udine, cui sono intervenuti in qualità di relatori Francesca Brunori, dell’Area fisco, finanza e welfare di Confindustria, e Antonio Matonti, dell’Area affari legislativi di Confindustria.

pubblico convegno confindustria udine 1Nuove regole sono infatti intervenute a disciplinare, a partire dal 1 gennaio 2013, il tema dei ritardati pagamenti nelle transazioni commerciali. Con il Decreto Legislativo 192/2012 è stata recepita la Direttiva 2011/7/UE che ha modificato la disciplina sui ritardati pagamenti con la pubblica amministrazione stabilendo la regola che il termine di pagamento di 30 giorni è estensibile, ma in modo espresso, sino a 60 giorni quando ciò sia giustificato dalla natura o dall’oggetto del contratto o dalle circostanze maturate al momento della sua conclusione. In caso di mancato pagamento è dovuto l’interesse di mora pari al tasso di rifinanziamento BCE maggiorato di 8 punti (oggi è dello 8,75%). Tra imprese il termine di pagamento resta di 30 giorni salvo che non sia consensualmente stabilito un termine di resa anche superiore ai 60 giorni.

“Non posso che esprimere soddisfazione per il recepimento in Italia di questa direttiva, ma bisogna stare attenti – ha ammonito Luci – a come tale disposizione comunitaria è stata tradotta nel nostro ordinamento perché potrebbe non apportare i benefici ed i risultati per i quali essa è stata scritta dal legislatore europeo”. Il problema dei ritardi di pagamento affligge le imprese che spesso attendono fino a 180 giorni per essere pagate. L’ANCE, a tal riguardo, giudica inaccettabile l’eventuale esclusione del settore delle costruzioni dalla nuova normativa, dato che il comparto sta vedendo morire le sue imprese anche a causa delle inefficienze dello Stato. “Sull’inclusione del settore dei lavori pubblici – ha sottolineato Luci – si gioca il futuro di migliaia di imprese che aspettano da mesi una soluzione al problema. Anche Confindustria ha chiesto all’esecutivo di specificare l’applicazione della nuova direttiva al settore dei lavori pubblici. Una prima risposta è arrivata con una serie di decreti per la certificazione dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni e la loro compensazione con eventuali somme dovute. E’ fondamentale, a questo punto, l’immediata attuazione operativa dei decreti”.

Altra questione aperta è quella relativa all’articolo 62 della legge 27/2012 sulla cessione di prodotti agricoli ed alimentari. Dalla sua entrata in vigore regna ancora molta confusione. Soprattutto riguardo all’obbligo di redigere un contratto scritto che comporta pesanti oneri soprattutto per i piccoli produttori che erano abituati a consuetudini comportamentali molto veloci e semplici. Su questo tema va registrata la recente consultazione pubblica dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla bozza di regolamento contenente le procedure istruttorie perché dà la possibilità, per le associazioni imprenditoriali che vengono considerati tra i soggetti legittimati, di proporre istanze di intervento. Esse possono sottoporre all’attenzione dell’Autorità, oltre ai casi di singoli imprese, anche esempi di pratiche sleali generalizzate.

I relatori hanno infine rimarcato l’importante lavoro portato avanti da Confindustria per la definizione di meccanismi destinati ad accelerare i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione. Tali interventi hanno riguardato la disciplina della certificazione dei crediti verso la PA finalizzata a favorire lo smobilizzo presso il sistema delle banche, nonché la possibilità di compensazione dei crediti certificati con debiti iscritti a ruolo.