Ponte di Calatrava a Venezia: la Corte dei Conti del Veneto chiede danni erariali per 4 milioni di euro

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venezia ponte costituzione calatrava
venezia ponte costituzione calatravaIntanto, il sindaco Orsoni pensa a eliminare l’inutilizzabile ovovia per i disabili

Nel “mirino” della magistratura contabile il ponte della “Costituzione”, ideato dall’architetto catalano Santiago Calatrava, c’è da quasi dieci anni, ancor prima dell’apertura del 2008, ma ora il procuratore della Corte dei Conti del Veneto, Carmine Scarano, non è andato per il sottile quantificando un “conto” per danni erariali di quasi 4 milioni di euro. Il danno stimato da Scarano, in apertura dell’anno giudiziario, è di 3.886.185 euro e 74 centesimi e, secondo la procura contabile, ne sono responsabili quattro persone, citate a giudizio, tra cui lo stesso architetto.

Il tutto a fronte di danni erariali totali stimati, in Veneto, per 7,6 Mln di euro.

“La vicenda della costruzione del quarto ponte sul Canal Grande – ha detto Scarano – ha comportato un abnorme dilatazione dei tempi di realizzazione ed un aumento ingiustificato dei costi causati da errori di progettazione”. “Appalto ed esecuzione rilevati dall’autorità di vigilanza – ha aggiunto – sui contratti di lavori pubblici e forniture e confermati dalle varie perizie disposte dall’autorità giudiziaria ordinaria, di questa Procura regionale e dello stesso comune di Venezia”. “Il ponte, peraltro – ha rilevato -, risulta non essere stato ancora sottoposto alla prova dinamica, dopo il collaudo del 2009, anche a causa della ritardata messa in esercizio dell’ovovia destinata a facilitare il transito delle persone disabili”. “Infine la struttura – ha concluso Scarano – è soggetta a costante monitoraggio e manutenzione a causa del cedimento relativo alle fondazioni”.

Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, rilevando che l’opera è stata realizzata da altre amministrazioni, ha commentato la vicenda indicando il comune come eventuale parte lesa. Mentre sull’ovovia che ancora non si riesce a far funzionare ha espresso la volontà di eliminarla “trasformando il ponte da infrastruttura ad opera d’arte, superando così i vincoli di legge”.