Inaugurato a Venezia l’anno giudiziario della Corte dei Conti

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Zaccariotto apertura anno Corte Conti 1Scarano traccia un quadro sostanzialmente positivo della situazione contabile degli enti locali veneti. Zaia: «pronti a collaborare per una pubblica amministrazione ancora più trasparente ed efficiente»

A Venezia, nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario della Corte dei Conti alla presenza del presidente della sezione giurisdizionale per il Veneto Angelo Buscema, del procuratore regionale della Corte dei Conti Carmine Scarano, delle autorità locali, dei rappresentanti degli ordini professionali e delle istituzioni scolastiche.

«Sono necessarie e urgenti norme più chiare e semplici per contrastare la corruzione»: così Angelo Buscema, presidente della Corte dei Conti di Venezia, ha aperto il suo discorso inaugurale, sottolineando come la corruzione in Italia «è un male che fa perdere la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato». Il tutto a fronte «di una crisi morale ed economica – ha rilevato – che è un’emergenza». «La corruzione – ha proseguito Buscema – non è solo nelle tangenti ma anche nel peculato e nel gioco delle clientele; poi c’è una caduta di qualità delle pubbliche amministrazioni, una trascuratezza che si traduce in danno per i cittadini». Quindi servono provvedimenti legislativi urgenti anche perché «nel disegno costituzionale – ha concluso – il principio di legalità costituisce il caposaldo indefettibile della nostra democrazia e ha un valore sociale, oltre che giuridico, al quale si aggiunge il buon andamento dell’azione amministrativa prioritariamente rivolto al soddisfacimento dell’etica pubblica».

Per Carmine Scarano, procuratore della Corte dei conti di Venezia, “ha funzionato l’esperienza del protocollo d’intesa tra la Regione Veneto e la Procura regionale della Corte dei Conti sui rapporti di collaborazione con la struttura ispettiva in materia sanitaria passate alle dipendenze del Consiglio regionale». Da parte sua il presidente del Veneto Luca Zaia nel suo intervento ha confermato «il pieno sostegno della Regione del Veneto alla preziosa opera che i magistrati contabili stanno svolgendo» e ha rilanciato la collaborazione avviata all’inizio della legislatura in corso. In merito ai temi della corruzione e del corretto utilizzo delle risorse pubbliche, il governatore ha ribadito la necessità di eliminare i guasti interni alle amministrazioni pubbliche. «E’ un obiettivo sul quale siamo assolutamente d’accordo – ha detto Zaia – :la pulizia va fatta, a fondo e bene affinché sia duratura. Qui non ci sono né guardie né ladri, ma una giurisdizione e un ente pubblico che hanno investito in un reciproco rapporto di cooperazione e hanno condiviso l’impegno finalizzato a combattere e a spazzare ciò che contamina la corretta gestione pubblica».

Nel 2013 la Corte dei Conti del Veneto ha citato a giudizio per danno erariale, a vario titolo, 115 persone per un danno erariale complessivo di oltre 14 milioni di euro. I danni sono stati provocati nelle più svariate sedi amministrative, ma quello su cui si è soffermato Scarano sono quelli relativi alla sanità. Il procuratore ha posto anche l’accento sulla «irrisolta questione della giurisdizione in materia di responsabilità patrimoniale di amministratori e dipendenti delle società partecipate». In particolare sotto accusa è la difficoltà di verificare l’attività delle cosiddette società “in house” ovvero quelle emanate e controllate da enti pubblici. Manca, per Scarano, una legislazione chiara perché oggi, salvo alcune eccezioni, tutto è demandato al solo giudice ordinario. Invece sarebbe opportuno, per il Procuratore, fare chiarezza in materia in modo tale da permettere anche l’intervento della magistratura contabile.

Secondo Scarano anche il “project financing”, la realizzazione di opere pubbliche con il concorso dei privati, è da rivedere perché non sempre le pubbliche amministrazioni ne traggono l’atteso vantaggio. Se da una parte il “project financing” permette di realizzare opere ad alto costo che le amministrazioni non sarebbero in grado di sostenere, per Scarano, c’è «il rischio di costruzione» che «riguarda eventi connessi alla fase progettuale e di realizzazione dell’infrastruttura quali la ritardata consegna, il mancato rispetto degli standard predeterminati, costi aggiuntivi di importo rilevante, deficienze tecniche, esternalità negative, compreso il rischio ambientale». Tutti problemi che, per Scarano, nascono dalle tariffe «spesso fissate – ha detto – a livelli inferiori rispetto a quelli di mercato», che non ripagano da una parte l’investimento del privato e di conseguenza aumentano l’aggravio a carico del pubblico.