Le immatricolazioni di auto nuove in Italia non decollano: ad aprile solo +1,94%

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autoparco-fiat-punto-ilnordestFederauto: «servono provvedimenti più seri e strutturali». Fiat ancora in calo a causa della ridotta gamma di modelli

La Motorizzazione ha immatricolato nel mese di aprile 2014 119.099 autovetture, con una variazione di +1,94% rispetto ad aprile 2013, durante il quale ne furono immatricolate 116.838 (nel mese di marzo 2014 sono state invece immatricolate 139.837 autovetture, con una variazione di +5,33% rispetto a marzo 2013, durante il quale ne furono immatricolate 132.753).

Nello stesso periodo di aprile 2014 sono stati registrati 357.966 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +5,12% rispetto ad aprile 2013, durante il quale ne furono registrati 340.515 (nel mese di marzo 2014 sono stati invece registrati 366.276 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -2,27% rispetto a marzo 2013, durante il quale ne furono registrati 374.783). Nel mese di aprile 2014 il volume globale delle vendite (477.065 autovetture) ha dunque interessato per il 24,96% auto nuove e per il 75,04% auto usate. Il Gruppo Fiat ha immatricolato ad aprile 34.589 vetture contro le 35.192 dello stesso mese del 2013, con un calo dell’1,71%. La quota scesa dal 30,12% dell’aprile 2013 al 29,04%, ma in recupero rispetto a quella di marzo 2014, che era del 28,1%.

Senza gli interventi giusti, la ripresina avrà il freno a mano tirato. Lo afferma Federauto, il cui presidente Filippo Pavan Bernacchi spiega che «l’auto è sempre stata una importante cartina di tornasole dell’economia reale italiana. Da gennaio 2014 in poi siamo in presenza di modesti rimbalzi positivi che, se confermati, come tendenza annua, potrebbero portare il mercato Italia a consuntivare circa 1.360.000. In pratica – sottolinea Pavan Bernacchi – metteremmo indietro le lancette dell’orologio al 2012, che aveva chiuso con 1.401.000. Se qualcuno volesse affermare che questo è un risultato positivo, siamo pronti al pubblico confronto. La realtà, e ve lo dice chi ogni giorno è a contatto con clienti in carne ed ossa e vive il mercato in ogni sua sfaccettatura, è che ci troviamo di fronte a un vero e proprio disastro. E, ce lo dicono tutti gli osservatori esteri, se non ripartono i consumi interni, di cui gli autoveicoli sono un pilastro, non riparte l’economia italiana e non riparte il mondo del lavoro che, invece, continua a registrare nuovi livelli record di disoccupazione».

Pavan Bernacchi prosegue affermando che «pochi giorni fa abbiamo criticato, con toni anche molto duri, il ritorno dei micro-incentivi per le auto a basso impatto ambientale. Una misura creata da chi ha preceduto il Governo Renzi, e su cui avevamo già manifestato nelle sedi opportune le nostre riserve. Ma le ragioni della nostra presa di posizione contro le “briciole” di questi micro-incentivi, che rimarranno non spesi per le aziende e si esauriranno in circa 3 giorni per i privati, stanno proprio nel fatto che dal nuovo Governo, molto attento ad offrire al Paese un cambio di passo, ci aspettiamo una vera rivoluzione anche nei confronti del settore auto, con azioni ed iniziative adeguate al clima economico e congiunturale che stiamo vivendo. Che tengano conto che noi diamo lavoro a 1.200.000 persone e fatturiamo l’11,4% del PIL».

Secondo il Centro Studi Promotor sul dato di aprile delle immatricolazioni, ha influito negativamente l’annuncio di incentivi all’acquisto di auto ecologiche a partire dal 6 maggio. Le immatricolazioni di una certa quota di immatricolazioni sono state così rimandate per poter beneficiare degli incentivi. In ogni caso va registrato che il piccolo incremento di aprile, dopo una serie interminabile di cali, è la quinta crescita mensile consecutiva. L’andamento delle immatricolazioni non è, d’altra parte, l’unico segnale di miglioramento del mercato italiano delle autovetture e del suo contesto. Ve ne sono anche altri. Innanzitutto vi è il fatto che a cavallo tra il 2013 e il 2014 la tendenza delle vendite ha virato in positivo per tutti i mezzi di trasporto su gomma. A ciò si aggiunge che in aprile il clima di fiducia dei consumatori rilevato dall’Istat ha fatto registrare una impennata con un forte incremento anche della propensione all’acquisto di beni durevoli, tra cui l’automobile. L’inchiesta congiunturale mensile di aprile del Centro Studi Promotor mette, poi, in luce che gli operatori del settore dell’auto non sono certo soddisfatti del livello attuale delle vendite, ma manifestano un cauto ottimismo sulla possibilità di una ripresa nei prossimi mesi.

In particolare dalla rilevazione emerge che il 71% dei concessionari interpellati si attende a tre-quattro mesi domanda stabile, mentre tra gli altri prevalgono, per la prima volta dagli incentivi del 2009, coloro che si attendono domanda in aumento (16%) rispetto a coloro che ipotizzano nuovi cali delle immatricolazioni (13%). Infine, tra i segnali positivi, vi è anche la circostanza che nel 2014, dopo cali, peraltro molto modesti, nel 2012 e nel 2013, il nostro parco circolante di autovetture ha ricominciato a crescere. In sintesi, vi sono molti segnali che inducono a ritenere, non solo che la caduta del mercato delle autovetture si è fermata, ma che si starebbero creando le condizioni perché prenda corpo una ripresa degna di questo nome. Il catalizzatore per far ripartire la domanda di auto potrebbe essere invece una notizia finalmente forte sul decollo della ripresa economica anche in Italia.

Per l’Unrae i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle immatricolazioni in aprile evidenziano il calo delle vendite alle famiglie, l’indicatore più importante dello stato di salute del mercato, che nei quattro mesi cedono più di 2.500 unità, concentrate quasi tutte in aprile, rispetto allo stesso periodo del 2013. «Guardando avanti – ha commentato Massimo Nordio, Presidente dell’Unrae – pur apprezzando il rilancio della Legge n. 134 del 7 agosto 2012, sugli incentivi alle auto a basse emissioni complessive (BEC), dobbiamo rilevare che le famiglie potranno beneficiarne in misura limitata ai soli acquisti di vetture GPL, metano, ibride ed elettriche». Il Centro Studi UNRAE stima in circa 13.000 unità le vetture potenzialmente incentivabili, non tutte aggiuntive sul totale mercato, con emissioni uguali o inferiori a 95 g/km di CO2 e con dotazione di 31,7 milioni di euro destinata a tutte le categorie di acquirenti (privati e imprese), senza obbligo di rottamazione. Il fondo destinato a tale fascia di emissioni, pertanto, avrà un prevedibile veloce esaurimento. Decisamente ridotto sarà, invece, il beneficio per le vetture con livelli di emissione superiori a 96 g/Km di CO2 destinati alle società, considerato il vincolo della rottamazione di veicoli con oltre 10 anni di età (raramente presenti nelle aziende), che potrebbe anche quest’anno, come nel 2013, rendere non utilizzabile la parte restante del Fondo.

Per Roberto Vavassori, presidente di Anfia, «l’incremento tendenziale delle immatricolazioni ad aprile è il più modesto da quando il mercato ha ripreso a crescere, ovvero da dicembre 2013. Diversi elementi concorrono a determinare questo rallentamento del trend, tra cui l’effetto trainante, ma per forza di cose temporaneo, sortito, nei mesi scorsi, dal rinnovo delle flotte – in particolare del noleggio, che nel primo trimestre 2014 ha riportato una crescita del 30,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per il canale dei privati, la ripresa ha ritmi più lenti, sebbene i segnali relativi alla fiducia dei consumatori siano incoraggianti, e passa necessariamente attraverso una facilitazione dell’accesso al credito per chi intenzionato ad acquistare un’auto nuova». Per Vavassori «se nel breve-medio periodo produrrebbe sicuramente risultati positivi l’alleggerimento del carico fiscale sugli autoveicoli – con aree di intervento prioritarie come l’allineamento della deducibilità delle auto aziendali a quella in vigore nel resto d’Europa – ragionando sul lungo termine, una novità interessante rappresentata dai recenti decreti ministeriali che autorizzano il rifornimento di metano e GPL in modalità self-service – come già avviene da tempo nei maggiori Paesi europei – e anche attraverso multi dispenser installati nelle stazioni di servizio. Questa misura, varata anche grazie a un’intensa attività da parte dell’Associazione, destinata ad incoraggiare gli investimenti sulla rete di distribuzione dei due carburanti – ha concluso Vavassori che, diventando progressivamente pi capillare, favorirla diffusione delle auto a metano e GPL – con conseguenti benefici sul rinnovo del parco circolante in chiave ambientale e di efficienza dei consumi – nonché il rafforzamento della filiera industriale che sviluppa questo tipo di tecnologie, e che già oggi costituisce un’eccellenza tutta italiana».