Apre il 12 maggio il “Punto di Ascolto” del Servizio SOS Giustizia.

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fernando zilio presidente ascom padova 1Un patto fra Libera e la Camera di commercio di Padova per contrastare le infiltrazioni mafiose nel Padovano e in Veneto. Zilio: «basta alla criminalità organizzata nel nostro territorio»

Apre a Padova, presso la sede della Camera di commercio in piazza Insurrezione, il primo “Punto di ascolto S.O.S. Giustizia”, il servizio dell’Associazione “Libera – Nomi e numeri contro le mafie” che offre un momento di ascolto e di prima assistenza a soggetti, imprenditori e persone fisiche che si trovano in una situazione di indebitamento, difficoltà economica, grave crisi finanziaria, e pertanto a rischio di racket e usura, terreno privilegiato della criminalità organizzata.

Il “Punto di Ascolto” sarà immediatamente operativo (Tel. 049-8208178; posta elettronica: sportellopadova@libera.it“>sportellopadova@libera.it) da lunedì 12 maggio con i seguenti giorni e orari: lunedì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 17,30; mercoledì dalle ore 9 alle 12,30 e dalle ore 15 alle 17,30.

Lo sportello – realizzato in collaborazione con Unioncamere Veneto – vuole anche rappresentare un anello di raccordo, e facilmente accessibile, tra i diversi livelli delle istituzioni che operano come punti di ascolto, di accompagnamento e di denuncia di un fenomeno che, incoraggiato dal persistere della crisi economica, falcidia le economie personali, familiari e aziendali.

L’iniziativa rientra all’interno del “Patto Territoriale per la Legalità”, siglato in febbraio fra Libera, Camera di commercio di Padova, Avviso Pubblico, sindacati, associazioni di categoria, dei consumatori e ordini e collegi professionali uniti per promuovere la cultura della legalità e la lotta alla corruzione.

«Questo di Padova – sottolinea il presidente della Camera di commercio di Padova e di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio – sarà l’unico sportello per tutto il Veneto autorizzato a raccogliere richieste in materia di usura, racket e prevenzione antimafia, con l’obiettivo di tutelare sia chi sta già vivendo e subendo una situazione di usura, sia chi si sente esposto al pericolo di usura a causa di particolari situazioni economico-finanziarie». Zilio ribadisce poi l’importanza dell’agire in Rete: «grazie al Patto Territoriale per la Legalità, Padova si è dotata di una Rete per arginare le infiltrazioni mafiose nel territorio locale e in Veneto. Con questo Sportello diciamo basta alla criminalità organizzata e lavoriamo al fianco delle imprese per un’economia sana, pulita e trasparente. Il contrasto e la lotta alle organizzazioni criminali che manifestano una crescente tendenza a ramificare la propria presenza a livello regionale veneto, terra da sempre appetibile per la sua ricchezza, ed oggi più esposta alle infiltrazioni mafiose a causa della crisi economica che ne ha reso più fragile il tessuto produttivo, sono strategiche per puntare a creare e diffondere una cultura della crescita e dello sviluppo che faccia perno sulla legalità e sulla responsabilità individuale e sociale».

A spiegare il perché di questo progetto è il vice presidente della Camera di commercio di Padova, Sergio Gelain: «questo Sportello va visto come un punto di arrivo, in quanto ci siamo resi conto che le infiltrazioni mafiose in Veneto purtroppo ci sono e stanno creando gravi difficoltà al tessuto economico locale fatto di micro e piccole imprese. Ma va concepito soprattutto come punto di partenza per dare risposte concrete a chi si sente minato da questi fenomeni di criminalità organizzata e racket. Lo Sportello poggia non solo sull’esperienza di Libera, ma anche sul Patto Territoriale per la Legalità che abbiamo attivato a Padova e che vede il coinvolgimento attivo di oltre 60 realtà fra associazioni di categoria, sindacati e ordini professionali padovani che si stanno impegnando e ci mettono la faccia per contrastare le organizzazioni criminali. A loro va il nostro plauso per credere in questa capillare Rete antimafia».

Lo Sportello intende offrire ascolto ai soggetti in condizioni di particolare disagio dovute a situazioni di oppressione criminale (ad esempio possibili vittime di usura o estorsione; familiari delle vittime di mafie) fornendo anche sostegno, orientamento ed eventuale accompagnamento nei percorsi da intraprendere nella burocrazia amministrativa e nella complessa legislazione in materia, compresi quelli che potranno portare alla denuncia presso gli organi a ciò preposti.