Mercato dell’auto: l’Europa corre (+4,3%), mentre l’Italia arretra (-3,8%)

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federauto presidente Filippo Pavan Bernacchi 1Pavan Bernacchi (Federauto): «basta tasse sul nostro comparto, no all’aumento della tassa di proprietà»

I dati diffusi da Acea (l’associazione continentale della filiera automobilistica) indicano che l’Europa + Efta ha riportato la nona crescita consecutiva, segnando un +4,3% rispetto al maggio 2013, mentre i primi 5 mesi del 2014 fanno registrare un aumento del 6,6% rispetto al pari periodo 2013. Nel medesimo lasso di tempo, il mercato italiano ha inanellato una serie di segni negativi, che ne fanno il mercato più critico a livello europeo, con il gruppo Fiat sempre crisi sia in Europa che in Italia.

Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, «dei cinque grandi mercati europei (Germania, Spagna, Francia, Regno Unito) solo l’Italia a maggio chiude con un risultato negativo. Questo, a nostro avviso, è in linea con quello che sta accadendo negli ultimi anni. Ossia che siamo diventati l’ultima ruota del carro».Federauto rimarca che questa situazione è causata soprattutto dall’inasprimento fiscale che si è abbattuto sugli autoveicoli negli ultimi 7 anni. Inasprimento fatto a suon di aumenti di Iva, IPT, bollo, accise, RC, pedaggi autostradali, il varo del superbollo ad opera del Governo Berlusconi, poi raddoppiato di fatto dal Governo Monti.

La Federazione, che rappresenta i concessionari ufficiali di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus, ritiene che questi “disincentivi” – perché di questo si tratta – abbiano ottenuto un triplice effetto: comprimere i consumi riportando il mercato agli anni ’70, far mancare allo Stato 3 miliardi l’anno di entrate tra Iva e tasse varie, distruggere migliaia di posti di lavoro. E cosa hanno fatto gli ultimi Governi? Hanno aumentato le tasse e ridotto ulteriormente i consumi in una spirale negativa che genera minori entrate fiscali e maggior disoccupazione. Oltre a distruggere migliaia di partite IVA che non riapriranno mai più, o che se ne sono andate all’estero.

Di qui l’appello di Pavan Bernacchi a Renzi perché inverta questa pericolosa tendenza: «basta tasse sul nostro comparto. E’ il momento di alleggerire la pressione fiscale per chi acquista e utilizza gli autoveicoli. A tale proposito, siamo molto preoccupati per quello che potrebbe accadere nel prossimo Consiglio dei Ministri – o nei successivi – per le voci che sono circolate. Sarebbe un segno di civiltà sopprimere il superbollo per le auto prestazionali, tassa che ha distrutto la vendita di un certo tipo di prodotti – come accaduto per certi versi con la nautica – ma non è pensabile dare contestualmente la facoltà alle regioni di alzare nel 2015 il bollo auto. Anche perché sappiamo che le norme transitorie in questo Paese spesso diventano definitive. Chiediamo al Governo Renzi di affrontare i problemi degli autoveicoli nel tavolo previsto al MISE lunedì prossimo, e di sospendere nel frattempo ogni decisione che possa impattare negativamente sugli automobilisti e sugli autoveicoli. Se verremo ascoltati, insieme agli altri soggetti convocati, potremmo spezzare questo circolo vizioso e impostare una vera ripresa. Per noi e per l’economia reale che rappresentiamo».