Veneto, analisi Unioncamere sull’economia regionale

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fernando zilio presidente ascom padova
fernando zilio presidente ascom padovaL’industria riprende slancio. Zilio: «gli sforzi del Veneto rischiano di essere vanificati da una politica che sta riportando alla crisi»

Secondo l’analisi condotta da Unioncamere del Veneto sull’andamento dell’economia nel secondo trimestre 2014 iniziano ad intravvedersi alcuni sprazzi di sereno.

Sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha registrato un incremento del +1,2% su base annua (+3,3% nel trimestre precedente). La variazione congiunturale destagionalizzata è stata del +0,7% (+1,4% precedente). L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere Veneto, con la collaborazione di Confartigianato del Veneto, è stata effettuata su un campione di 2.334 imprese con almeno 2 addetti.

«Dati tutto sommato in chiaroscuro non devono indurre ad un facile ottimismo: lo stucchevole spettacolo che continua ad offrirci la politica nazionale, tutta tesa a difendere il proprio “particulare” e dimentica delle reali condizioni critiche del Paese, addensano sul nostro futuro nubi alquanto preoccupanti che rischiano di trasformarsi nella tempesta perfetta se il barlume di speranza acceso dalle promesse di riforma del governo Renzi dovesse dimostrare la sua sostanziale inconsistenza limitandosi ad infierire sul sistema, sano, delle Camere di commercio» commenta con una chiave di lettura molto politica Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto, in corrispondenza con la diffusione dell’indagine trimestrale sull’industria manifatturiera regionale. «In effetti – prosegue Zilio – si potrebbe ritenere che i dati della trimestrale, fatta eccezione per la disoccupazione che rimette il segno meno a dimostrazione che non è automatico che ripresa ed occupazione viaggino di pari passo, siano buoni, quanto meno per ciò che riguarda il raffronto su base annua. Ma a ricordarci che non ci può essere ripresa senza riforme strutturali e soprattutto in presenza di una pressione fiscale che ci eleva al grado, per nulla auspicato, di primatisti mondiali, c’è un -0,1% registrato dall’Istat per il Pil nazionale sul trimestre precedente ed un -0,5% su base annua che, forse, fotografano la situazione da un’ottica che non dobbiamo sottovalutare. In altre parole: il cammino verso la ripresa è lungo, tortuoso e affatto scontato e i dati che giungono dal Veneto, che ribadiscono la buona verve del nostro comparto produttivo sostenuto non solo dall’export ma anche da una ripresa del mercato interno, rischiano di essere vanificati da una politica che, ripeto, o cambia registro o finirà per essere la responsabile della “gelata” che, giocoforza, calerà sulle aspettative positive degli imprenditori ricacciando la nostra economia nelle spire di una crisi che, a quel punto, manifesterebbe tutta la sua disastrosa gravità».

Giuseppe Sbalchiero confartigianato veneto

Secondo Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Veneto, «qualità, saper fare artigiano, personalizzazione, lavorazioni introvabili altrove e soprattutto garanzia di “100% Made in Italy”. Sono questi i punti di forza del manifatturiero artigiano veneto che ha reso possibile il piccolo boom registrato in tutti gli indicatori congiunturali (produzione, fatturato, export ed occupazione) nel secondo trimestre di quest’anno». Non solo: «le imprese ce la stanno mettendo tutta – conclude Sbalchiero – ma, come indicano le previsioni per il futuro, è il contesto politico a preoccupare. La stagione dei tweet e degli annunci deve finire. Le imprese si attendono azioni concrete sul fronte fiscale soprattutto ma anche della burocrazia, eccessiva e soffocante, e del lavoro. Ora il Governo cambi passo per liberare gli imprenditori dalle catene che frenano lo sviluppo».

Entrando nei dati della ricerca, sotto il profilo dimensionale la variazione positiva della produzione è stata determinata soprattutto dalle microimprese (+4,3%), mentre imprese di maggiori dimensioni hanno registrato un aumento del +0,7%. Forte crescita per i beni di investimento (+2,4%), meno marcata per i beni intermedi (+1,1%) e di consumo (+0,9%). Per i settori le variazioni più importanti sono per l’alimentare (+4,6%), macchine ed apparecchi meccanici (+2,8%), carta e stampa (+2,6%) e mezzi di trasporto (+2,3%). Sotto la media regionale si attestano il settore del legno e mobile (+0,2%), mentre risulta negativa la performance dei metalli e prodotti in metallo (-0,4%).

Il fatturato totale ha evidenziato una dinamica positiva rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (+1,2%), in crescita del +4,9% anche sul trimestre precedente. La miglior performance è ascrivibile alle medie (+3%) e micro imprese (+1,5%); le grandi registrano invece il segno meno (-0,8%). I settori con le variazioni più marcate sono stati mezzi di trasporto (+8,8%), l’alimentare (+6,6%), carta e stampa, tessile (entrambi +3%). Negative le variazioni di marmo e vetro (-2,3%), metalli e prodotti in metallo (-2%). La dinamica positiva del fatturato è ascrivibile all’andamento delle vendite all’estero, con un +4,1% (+4,2% precedente) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Un andamento determinato da tutte le dimensioni d’impresa ad eccezione delle grandi aziende (-0,2%). A livello settoriale variazioni positive per tutti i comparti, trainati dal tessile (+9,5%), dall’alimentare e mezzi di trasporto (entrambi +9,3%), legno e mobile (+9%). Rispetto al trimestre precedente (+2,1%) il fatturato interno registra una contrazione del -0,2% determinato dalle imprese di grandi (-1,1%) e piccole dimensioni (-0,9%), mentre le performance di medie e microimprese sono positive (rispettivamente +1,1% e +0,6%). I settori col trend positivo più marcato sono stati i mezzi di trasporto (+7,9%) e l’alimentare (+5,9%), mentre le variazioni peggiori riguardano marmo e vetro (-4,6%), metalli e prodotti in metallo (-2,7%), legno e mobile (-1,9%).

Performance positiva (+2,7%) per gli ordinativi, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo scorso trimestre. A livello dimensionale la performance migliore è confermata dalle grandi imprese (+3,1%), debole invece quella delle microimprese (+0,6%). Per i settori, le dinamiche migliori riguardano mezzi di trasporto (+9,7%) e alimentare (+6,4%), negativo invece il comparto marmo e vetro (-3,1%). Rimane positivo il trend dal mercato interno (+1,9%), gli ordinativi esteri hanno segnato un +4,2%, un punto percentuale in più rispetto allo scorso trimestre. Bene le piccole e microimprese (+6% e +4,3%). Segno particolarmente positivo per i settori legno e mobile (+12,1%), mezzi di trasporto (+9,2%).

Il mercato del lavoro ha registrato un lieve aumento del +0,6% su base annua (-1,2% trimestre precedente), che interessa quasi tutte le dimensioni ad eccezione delle grandi imprese che hanno subìto una forte perdita occupazionale (-5,2%). Sotto il profilo settoriale la migliore variazione è dell’alimentare (+8,3%), forte diminuzione per marmo e vetro (-3,5%), carta e stampa (-2,3%).

Quanto alle previsioni per il futuro, queste tornano negative tra gli imprenditori per i prossimi tre mesi: per la produzione il saldo è pari a -18,8 punti percentuali contro il +6,5 p.p. nel trimestre precedente. Per il fatturato -14,9 p.p. (+7,5 p.p. precedente), per l’occupazione -6,4 p.p. contro il +16,4 p.p. precedente. Ancora negative le previsioni per gli ordini interni (-21,7 p.p.). Unico segno positivo per gli ordini esteri (+0,1 p.p.) che però perdono 0,8 p.p.