Andrea Guerra in procinto di abbandonare il timone di Luxottica dopo 10 anni

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Andrea guerra ad luxottica 1Il manager ha portato la multinazionale di Agordo al vertice dell’occhialeria mondiale. Dietro la rottura probabili frizioni con il patron Del Vecchio su ammontare delle stock options e sulla mancata partecipazione al governo Renzi

Al vertice di Luxottica, la multinazionale dell’occhialeria fondata ad Agordo da Leonardo Del vecchio, oggi leader indiscussa del suo settore a livello mondiale, si prepara l’addio dell’attuale amministratore delegato Andrea Guerra, entrato in azienda nel 2004 e artefice di un clamoroso successo, tanto che la quotazione del titolo borsistico sotto la sua gestione è passata da 13 a 40 euro.

A Guerra si deve anche la decisa internazionalizzazione dell’azienda, fatta tramite una serie di acquisizioni di marchi concorrenti, come la Oakley del 2007, leader nell’occhialeria sportiva, o la realizzazione di importanti accordi aventi come sfondo l’innovazione tecnologica, come la produzione in esclusiva dei Google Glasses, o l’ampliamento della rete di vendita che oggi conta su 8.600 negozi monomarca sparsi nel mondo

La possibile uscita di Guerra da Luxottica anticipata da alcuni quotidiani, ha mandato in fibrillazione il titolo, che alla prima anticipazione ha fatto registrare una perdita secca, poi recuperata nel corso degli scambi di giornata. Il patron Lorenzo del Vecchio avrebbe deciso di chiudere il rapporto con il suo amministratore delegato sulle voci insistenti che volevano Guerra in predicato per una serie di importanti poltrone dell’arcipelago societario pubblico, forte del suo consolidato rapporto con il premier Matteo Renzi, che già al suo insediamento lo avrebbe voluto all’intero della compagine ministeriale sulla poltrona ora occupata da Federica Guidi.

Dall’azienda ci si trincera dietro un “no comment”, specificando che al momento non è stato convocato alcun consiglio d’amministrazione, sottolineando come tra “il presidente Del Vecchio e l’amministratore delegato Guerra si stanno confrontando sulle migliori strategie future del gruppo”. Leggendo tra le righe, sembrerebbe che ad Agordo si stia preparando un cambio di guardia “all’americana”, ovvero con una transazione dolce con un’uscita a termine del manager milanese non appena sarà individuato il suo successore.