Le Confindustrie di Italia e Germania a confronto a Bolzano nel Business Forum italo-tedesco

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Giorgio squinzi ulrich grillo presidnete confindustria tedesca a bolzano 2014 1Per la seconda volta, la località altoatesina ha ospitato i vertici degli imprenditori tedeschi ed italiani

Bolzano si conferma terra di mezzo tra la realtà latina e quella tedesca e perla seconda volta ha ospitato l’incontro tra Business Forum italo-tedesco tra gli industriali di Germania e Italia. Il presidente della Confindustria tedesca Ulrich Grillo e di quella italiana, Giorgio Squinzi, si sono confrontati per due giorni nel capoluogo altoatesino per discutere di economia e di politica, oltre che di futuro dell’Europa.

In tema di disoccupazione giovanile, Squinzi ha detto che «la dichiarazione di Draghi sui giovani di per se correttissima. Dobbiamo incidere in maniera netta sul 44% di disoccupazione giovanile. Ogni imprenditore pronto a spingere in questa direzione. Bisogna cambiare con un programma di riforme un sistema che si cristallizzato negli ultimi decenni». Per Squinzi «il jobs act è un passo nella direzione giusta che adesso deve essere confermata alla Camera e soprattutto essere riempita di contenuti con i decreti attuativi».

Il presidente degli industriali tedeschi Ulrich Grillo ha ribadito la sua soddisfazione per le riforme avviate da Renzi con il “Jobs act”: «negli anni 2003 e 2004 la Germania, che all’epoca era considerata il “malato d’Europa”, aveva avviato una riforma strutturale, che ha avuto successo. Le riforme strutturali sono indispensabili, non possiamo parlare solo di flessibilità per gli indebitamenti. Anche un’impresa non può essere risanata senza riforme strutturali».

Squinzi ha detto di invidiare «la Germania per aver investito sull’apprendistato che fa un po’ la differenza. E pensare che nel dopoguerra il nostro paese aveva le scuole dei periti che hanno dato un grande contributo allo sviluppo dell’Italia». Secondo Squinzi, «la Germania ha la fortuna di essersi portata avanti, anche grazie alle riforme dopo la riunificazione. Questo conferma che, se non si fanno le riforme, sarà molto difficile ripartire».

La fiducia è un elemento necessario per fare sviluppo e per uscire dalla crisi che affligge l’Europa e, soprattutto, l’Italia: per Squinzi «le riforme sono il primo passo per ricreare la fiducia negli investitori, non solo stranieri ma anche italiani. Attualmente si sta investendo poco, anche per mancanza di fiducia, che può essere restituita solo tramite riforme strutturali, delle quali il nostro paese ha un bisogno disperato».

Il presidente degli industriali tedeschi Ulrich Grillo ha ribadito che «un imprenditore investe in un paese, se c’è fiducia, questo vale per la Germania come per l’Italia. Sono un fan dell’Italia. La mia impresa attualmente non ha grandi investimenti in Italia, ma non avrei nessun problema farlo. Servono la fiducia e le possibilità di mercato. Molte imprese tedesche investono infatti con successo in Italia».

In riferimento al dibattito sull’articolo 18 in Italia il presidente degli industriali tedeschi Ulrich Grillo, intervenendo al Business Forum italo-tedesco a Bolzano, ha detto che in Germania i reintegri dopo licenziamento senza giusta causa «sono la grande eccezione». In Germania – ha spiegato – «il tribunale del lavoro può imporre la riassunzione oppure un risarcimento in caso di licenziamento senza giusta causa. Questo però non vale in caso di problemi economici. Mi sembra che il modello italiano sia molto diverso da quello tedesco».

Quanto all’imposizione fiscale sulle aziende e sulla “moda” di spostare la sede legale per pagare meno tasse, Grillo ha sottolineato che in Germania «se Volkswagen spostasse la sede legale in Olanda non succederebbe niente, perché per il fisco conta il luogo di produzione. Non credo che Volkswagen sposterebbe con dei camion tutta la produzione da Wolfsburg altrove». Gallo ha auspicato «un’armonizzazione dei sistemi fiscali per evitare che aziende, come avvenuto con alcune americane, possano spostare le loro attività solo sulla carta per avere vantaggi fiscali. Questo tema va affrontato in Europa come a livello mondiale».