Sistema Trentino nuovamente sul trampolino della crescita dopo la crisi

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grafico competenze giovani PAT raffronto UE 1
grafico competenze giovani PAT raffronto UE 1Mazzalai (Confindustria): «abbiamo gli strumenti per imboccare la strada del rilancio». Micelli (Fondazione NordEst): «Trentino zona con migliori prospettive per il recupero»

Il Trentino, nonostante tutti i problemi causati dalla crisi economica degli ultimi cinque anni che ha riportato il Pil locale ai livelli di 15 anni fa, ha le carte in regola per prendere i primi vagoni del treno della crescita che pare nuovamente mettersi in moto, almeno stando ai dati preliminari forniti dall’Istat secondo cui nel IV trimestre del 2014 c’è stata la stabilità rispetto al trimestre precedente dopo 14 trimestri di calo ininterrotti.

Il contesto congiunturale italiano e internazionale pare giovarsi di una serie di condizioni positive (calo del prezzo delle materie energetiche, ad iniziare dal petrolio; calo delel quotazioni dell’euro che favorisce le esportazioni del “Made in Europe”; maggiore efficienza del sistema produttivo affinatosi durante la crisi) che favoriscono i paesi manifatturieri, visto che la crescita è legata a doppio filo all’export, visto che i mercati interni sono ancora piuttosto stazionari, ad iniziare da quello italiano.

Secondo il Centro Studi Confindustria è possibile un miglioramento del contesto economico internazionale e i riflessi positivi si dovrebbero intravedere anche in Trentino che negli ultimi anni ha avuto un andamento mediamente in linea con quello italiano e inferiore a quello del NordEst.

«Calo del prezzo del petrolio, svalutazione dell’euro sul dollaro e ripresa del commercio internazionale possono dare una spinta all’economia trentina – ha detto il presidente di Confindustria Trento, Paolo Mazzalai – soprattutto per le aziende che vendono i propri prodotti all’estero». Il Trentino, come il resto d’Italia, ha visto calare il proprio Pil e la ricchezza pro-capite fino ai livelli del 2000. Si è perduto un quindicennio, ma l’industria trentina ha le carte in regola per farcela. «Le imprese medio-grandi hanno già recuperato i livelli pre-crisi e in molti casi li hanno superati. Serve però un manifatturiero intelligente, innovativo, che utilizzi le nuove tecnologie. Una manifattura di qualità che è presente in Trentino e che si candida a guidarne la crescita nei prossimi anni. Serve anche che le piccole e microimprese crescano o facciano alleanze per essere in grado di reggere la sfida dell’internazionalizzazione».

Mazzalai ha messo in evidenza un dato che fa ben sperare sul futuro del Trentino: «l’indagine Ocse-Pisa dice che gli studenti trentini sono tra i migliori in Italia e in Europa nelle materie scientifiche. Questa è un’ottima base per costruire il nostro futuro». Argomento su cui ha concordato anche il direttore della Fondazione NordEst, Stefano Micelli, secondo il quale «non è più la manifattura di una volta. Se le nostre medie imprese hanno successo nel mondo è perché hanno investito in innovazione, soprattutto nei processi produttivi, oltre che nella qualità del prodotto e nello stile». Secondo Micelli intervenuto a fianco di Mazzalai per presentare la parte dello studio realizzato dalla Fondazione riguardante il Trentino, «la Provincia sta investendo sul futuro. Il Muse ha un fab-lab innovativo, molte aziende si rinnovano con nuove tecnologie, le scuole sperimentano nuove conoscenze e nuovi strumenti. È posizionato bene per agganciare la crescita internazionale».

Uno dei problemi del NordEst è l’emigrazione all’estero dei giovani. «È positivo che vadano all’estero a studiare e a fare esperienze di lavoro – ha precisato Micelli – purché poi siamo capaci di farli tornare con il bagaglio di conoscenze che hanno acquisito. Serve pertanto costruire un contesto favorevole».