Bolzano, stoppata tra le polemiche la riqualificazione urbanistica di una parte del centro città

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bolzano progetto benko via alto adige
Il sindaco Spagnolli brilla per opportunismo e traccheggiamento, mettendo a rischio la maggioranza di centro sinistra appena difficilmente costruita

 

bolzano progetto benko via alto adigeNon passa per un solo voto in consiglio comunale a Bolzano il piano di riqualificazione urbana che prevede anche il centro commerciale del magnate austriaco René Benko. Nel corso del dibattito, il sindaco Luigi Spagnolli si è tolto alcuni sassolini dalle scarpe per quanto riguarda il suo rapporto con i Verdi. 

Intanto il commercialista Peter Hager, plenipotenziario di Benko a Bolzano puntualizza la posizione sulla vicenda: «è evidente che c’è una maggioranza a favore del nostro progetto. Se nonostante 22 voti a favore e 19 contrari il progetto risulta bocciato per gli indecisi, questo non può che essere una anomalia», ha detto Hager che ora insieme a René Benko valuta il da farsi, non esclusa anche una colossale richiesta di danni a carico degli amministratori comunali, in quanto la bocciatura arriva alla fine di un lungo iter burocratico urbanistico e una serie di votazioni già prese dal precedente Consiglio comunale che aveva dato un “via libera” preliminare al progetto urbanistico.

A seguto della votazione, sono fioccate le dichiarazioni, sia da parte dei favorevoli, che dei contrari al progetto di ristrutturazione urbana che avrebbe iniettato nelle casse del comune capoluogo una bella manciata di milioni, oltre a mettere in moto investimenti nel comparto dell’edilizia attualmente in forte sofferenza.

«Da bolzanina resto basita dalle dichiarazioni degli esponenti del PD Randi, Franch e Baratta sulle motivazioni del proprio no al Pru di via Alto Adige» dice Elena Artioli di Team Autonomia vicina al PD. «Con i loro voti – afferma Artioli – la delibera sarebbe passata a maggioranza. Spagnolli ieri in aula ha dato dimostrazione di coraggio e avrà il nostro sostegno anche in futuro. Non c’è che da biasimare chi nel PD per paura di perdere la poltrona ha votato contro lo sviluppo della nostra città. A questo punto Spagnolli potrebbe decidere anche di mandare a casa tutti, ma la lista Civica chiede al sindaco di non fermarsi, concretizzando le sue dichiarazioni sulla validità del progetto Benko. Progetto che va subito ripreso e riportato in aula il prima possibile».

Per Marco Galateo della Lega Nord, «al di là del progetto Benko, che potrà essere ripresentato con qualche modifica, forse necessaria, il dato politico è che il sindaco si è espresso sul sì. Ha messo le mani avanti dichiarando che non si trattava di un voto politico. Si sbagliava, e lo sapeva. E’ caduto una seconda volta. La città è priva di un governo, non esiste la maggioranza, forse non è mai esistita. Zero progettualità e programmi per il futuro. Si naviga a vista. Così non può andare, Bolzano merita di più. Si abbia la dignità politica di ammetterlo e il coraggio di riportare al voto i cittadini».

Il coordinatore regionale di Forza Italia, Enrico Lillo, dice che «se la città gli sta a cuore, il sindaco Spagnolli dovrebbe dimettersi. Non avendo la maggioranza, la situazione di stallo sarà perenne. L’alto livello di scontro caratterizzato esclusivamente dalla resa dei conti tra reduci e fuoriusciti del PD e quelli che erano i vecchi alleati, oltre a non poter dare risposta ai tanti problemi della nostra comunità, non fornirà alcuna possibilità di dare alla città un progetto di sviluppo economico e sociale per il futuro di tutti noi».

Da parte dei Versi «purtroppo il sindaco Spagnolli con un atteggiamento da elefante politico sembra voler concludere definitivamente la relazione con i Verdi. Dopo dieci anni di governo comune della città capoluogo avremmo auspicato uno stile diverso. Una maggiore apertura e correttezza avrebbero facilitato le cose, anche per lo stesso sindaco che forse avrebbe potuto trovare una via d’uscita dal pasticcio in cui si è messo con le sue stesse mani. Invece ieri ha scelto di scavare nuove trincee tra noi e lui. Ciò nonostante vogliamo tenere aperte le porte per una riflessione razionale sul futuro della nostra città di Bolzano. E intendiamo iniziare dalla nostra base di elettori ed elettrici e simpatizzanti che inviteremo a un’assemblea cittadina dopo ferragosto, per raccogliere le opinioni sulla futura giunta, sempre se ce ne sarà ancora una».

La bocciatura del progetto Benko in consiglio comunale «non è stato un “NO” all’iniziativa dei privati, che in prospettiva resta prezioso, ma un no a uno sviluppo urbanistico in cui il privato tiene il coltello dalla parte del manico» afferma il Movimento 5 stelle, secondo cui occorre «ripartire, affrontando la causa del problema: l’articolo 55 quinquies della legge urbanistica provinciale, la cosiddetta “Lex Benko” che dovrà essere profondamente riformato per rimettere nelle mani dei comuni e non dei privati il futuro urbanistico dei centri urbani, con un maggiore coinvolgimento dei consigli comunali e dei cittadini».

«La bocciatura del progetto di via Alto Adige è una sconfitta per Bolzano» afferma la segreteria del Partito Democratico. «Gli investimenti privati a regia pubblica – sostiene il Pd – ora saranno più difficili e a perderci saranno le cittadine e i cittadini, soprattutto meno abbienti. Occorre che sia fatta chiarezza sul ruolo di alcune forze politiche nella maggioranza. L’alleanza per il governo della città non può basarsi su ricatti e pregiudiziali ideologiche».

Sul fronte imprenditoriale c’è amarezza per il brutto segnale dato dalla politica cittadina. Secondo il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan, «c’è piena volontà da parte degli imprenditori locali di investire. Dobbiamo ritrovare una nuova qualità nel rapporto tra pubblico e privato, ricostruire quella fiducia reciproca che in questi mesi è venuta meno. Ristabilire un rapporto costruttivo tra imprese e amministrazione è decisivo soprattutto in vista del progetto dell’areale ferroviario, che è la grande occasione di sviluppo futuro della città. La collaborazione tra settore pubblico e settore privato è motore di sviluppo e deve basarsi su regole certe e trasparenti e su una netta distinzione dei ruoli». E, soprattutto, su amministratori coerenti e lineari nel loro operato quotidiano.