Tagli alla sanità, la regione del Veneto si ribella ai provvedimenti del governo Renzi

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Zaia Coletto ospedali aperti sera
Coletto: «il Governo vuole una sanità per soli ricchi. Daremo battaglia». Zaia: «penalizzata la ricerca sanitaria»

 

Zaia Coletto ospedali aperti seraI nuovi tagli per oltre 13 miliardi di euro ad oltre 200 prestazioni sanitarie garantite dal Servizio sanitario nazionale presentati dal ministro alla salute Beatrice Lorenzin hanno innescato le reazioni del mondo sanitario e della regioni. 

«La mannaia che il Governo e il ministro Lorenzin vogliono calare su 208 prestazioni sanitarie “inutili” avrà un solo effetto certo: spostare sul privato non convenzionato, quindi a totale pagamento, le necessità della gente e la ricerca di una risposta alle sue paure. Stanno costruendo una sanità sempre più solo per i ricchi e violando il principio costituzionale dell’assistenza sanitaria universalistica» dice l’assessore alla sanità della Regione del Veneto Luca Coletto, esprimendo «tutta la contrarietà possibile all’intervento nazionale sulle prestazioni sanitarie “a rischio di inappropriatezza”, che si vorrebbero calmierare attraverso multe ai medici prescrittori e il pagamento totale della prestazione a carico del malato».

Secondo Coletto «questo è un meccanismo perverso al quale, se saranno gli assessori a doversene occupare all’annunciato tavolo Lorenzin-Regioni, sono pronto a dare battaglia. Pesteremo i pugni in difesa della professionalità dei nostri medici e del diritto alla salute dei nostri cittadini, perché l’appropriatezza, sulla quale in Veneto stiamo facendo passi da gigante con economie di decine di milioni di euro in tutti i settori, non si ottiene con multe e minacce economiche, ma con un lavoro quotidiano di collaborazione tra Istituzioni e medici e di diffusione di una cultura antispreco anche presso gli utenti».

«Con il sistema Lorenzin – conclude Coletto – otterremo solo un perverso effetto sulle tasche dei cittadini: intimorito dalle sanzioni pecuniarie, il medico potrebbe rinunciare alle prescrizioni e il malato, non essendo medico e temendo per la sua salute, finirà per rivolgersi a pagamento al privato non convenzionato. Tanto, penserà il cittadino, se la prescrizione verrà giudicata impropria, me la devo pagare lo stesso per intero. Alla faccia del diritto costituzionale alla salute».

I tagli e le riduzioni di spesa interessano anche il settore della ricerca sanitaria. Secondo il governatore del Veneto, Luca Zaia, «se si aspettano un ringraziamento per l’elemosina di un paio di milioni di finanziamenti alla miseria di sei progetti di ricerca sanitaria finalizzata contro i 117 che la ricerca veneta aveva presentato, si sbagliano di grosso. Quei soldi sono un’offesa, oltre che la palese dimostrazione che il sistema renziano ha colpito anche in questo settore: non mi spiego diversamente il motivo per cui al Veneto, le cui Università di Padova e Verona sono state poste dal Miur sul podio della qualità della ricerca sanitaria e le cui Ulss non sono da meno, vengono approvati sei progetti, mentre l’Emilia Romagna ne riceve 10, il Piemonte 8, la Toscana addirittura 12. Renzi batte Veneto 30 a 6, ma non è una vittoria di cui andare fieri».

Secondo Zaia «le aziende universitarie di Padova e Verona, l’Istituto Oncologico Veneto, l’Ospedale di Negrar e l’Ulss 9 di Treviso sono state davvero eroiche, perché ottenere il via libera ai loro progetti in un quadro come questo è stata davvero un’impresa che, nello sport, si definirebbe d’altri tempi. Ancora più di prima – aggiunge il governatore – capiamo come è maturata la decisione di escludere il Veneto dal coordinamento delle Regioni in materia di sanità e quanto fastidio diamo ai padroni del vapore con la nostra virtuosità e la conseguente intransigenza su tanti temi, a cominciare dalla battaglia tutta veneta per i costi standard e ai tanti no che abbiamo il coraggio di dire a una gestione della sanità che sta portando sempre più il Paese verso la situazione greca e verso la violazione del diritto costituzionale alla salute universalistica».