Veneto spara cannonate sulla Lorenzin colpevole di criticare la devoluzione della competenza sanitaria alle regioni

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Zaia: «finalmente scoperte le carte. Invito il ministro a passare dalle parole ai fatti». Coletto: «complimenti per la sincerità»

 

zaia lorenzini«Tana!! Finalmente si gioca a carte scoperte. Il Ministro ha confessato l’inconfessabile. Ora abbiamo la certezza che avevamo visto giusto nel salire sulle barricate contro pressochè tutti i provvedimenti governativi in materia di sanità. Ci rimaniamo e da lì lotteremo». Lo dichiara il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in merito a quanto detto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin a Radio24 nella trasmissione “Mix24” condotta da un abilissimo Giovanni Minoli.

Intervistata, la Lorenzin ha dichiarato che «per me la Sanità delegata alle Regioni è stata un errore fatale, perché alla fine il risultato lo vediamo. Ma non ci si può rassegnare. Una parte è stata cambiata nella riforma che è passata l’altro giorno, ed è ripassato un concetto di riaccentramento dei sistemi di controllo. Il “Patto della Salute” sancisce un cambiamento di orizzonte molto forte, è stato un passaggio importante».

Lorenzin ribadisce a Minoli che «sono un po’ isolata nel dire che il passaggio alle Regioni, la Riforma, sia stato un errore. Ora però va gestita, non si può dire siccome è stato un errore dobbiamo rimanere così. Ci deve essere una maggiore consapevolezza da parte di tutti, dare degli obiettivi chiari, misurabili e trasparenti e chi sgarra paga. Sono contenta che la Guardia di Finanza vada nelle strutture perché i controlli sono uno degli elementi perno per riuscire poi a fare delle buone pratiche – aggiunge il ministro -. I medici devono essere prìncipi per quanto riguarda le scelte sanitarie e tecnico-scientifiche e non è sempre così. La scelta dei primari e dei direttori sanitari non deve essere una scelta affidata alla politica, motivo per il quale fortunatamente è passata la mia norma, anche per i direttori generali, in un pezzo della “Legge Madia”. E invece per le direzioni generali delle Asl ci vogliono super-manager che rispondano a degli obiettivi e qualora non li raggiungono, decadono». Per Lorenzin «qui si tratta di andare ad agire sugli sprechi. Parliamoci bene, su 112 miliardi, 111 quest’anno, di fondo sanitario, noi abbiamo 30 miliardi di sprechi. 30 miliardi di euro è tutta la manovra finanziaria. Se riusciamo a recuperare parte di questi 30 miliardi – conclude il ministro – noi diamo ai nostri cittadini un servizio sanitario che se lo sognano nel resto del mondo».

Zaia critica a tutto tondo le parole della ministro: «prima di tutto, la Lorenzin la smetta di paragonare la sanità veneta a quella delle, purtroppo ancora molte, Regioni dove non funziona e si sprecano miliardi; in secondo luogo la smetta di fare proclami e traduca se ha coraggio in una legge questi suoi pensieri. Risponderò indicendo un referendum per chiedere ai Veneti se preferiscono essere curati dal Ministero della Salute in Lungotevere Ripa 1, Roma, o dalla Regione Veneto».

«Non faccio il sindacalista delle Regioni – aggiunge Zaia – io mi limito ad amministrare al meglio i servizi per la salute dei Veneti. Credo anche di farlo meglio di altri e la gente, se ancora siamo in democrazia, ha anche recentemente dimostrato di gradire. A buon intenditor poche parole».

Le parole della Lorenzin sono commentate anche dall’assessore alla sanità della Regione del Veneto Luca Coletto: «nella loro sorprendente sincerità, alla quale non eravamo stati abituati, le dichiarazioni del ministro della Salute sono di una gravità senza precedenti e cambiano completamente il quadro del rapporto tra le Regioni e il Governo in materia di sanità. Per quanto ci riguarda siamo di fronte a una dichiarazione di guerra. Il Ministro – aggiunge Coletto – autosmaschera un disegno centralista che denunciamo da anni, iniziato con il Governo Monti, proseguito con Letta e ora spinto al massimo da Renzi. Ora si spiegano molto bene numerose decisioni e non decisioni assunte nel passato, anche recente: i tagli indiscriminati  trasversali al Fondo Sanitario Nazionale, il disconoscimento totale del Patto Nazionale per la Salute, il rifiuto, perché di rifiuto si tratta, di applicare urgentemente e rigorosamente i costi standard per incidere realmente sugli sprechi dove ci sono».

Secondo Coletto «gli sprechi non verranno mai attaccati perché ora appaiono chiaramente funzionali al disegno centralista. Sappiano che dal Veneto e dai Veneti troveranno un’opposizione senza quartiere, perché, ripeto, questa è una dichiarazione di guerra».