Expo 2012: lo stand dell’Alto Adige visitato da 12 milioni

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pab kompatscher chiude expo
Successo dell’offerta enogastronomica. Kompatscher chiude i sei mesi di apertura. Chiusura mesta per il dirimpettaio spazio del Trentino, che ha fallito competamente la sua missione nonostante la spesa

 

pab kompatscher chiude expoL’Expo di Milano è stata un successo che è andata oltre le più rosee previsioni, con quasi 21 milioni di visitatori a fronte di attese iniziali per circa 20 milioni, che all’apertura sembravano un’esagerazione.

Se il numero di presenze è stato positivo, così non è stato per le eccessive code e tempi di attesa ai cancelli d’ingresso e ai vari padiglioni espositivi, con tempi di attesa di un’ora all’ingresso e anche di cinque ore per visitare i padiglioni più gettonati, come quello del Giappone o del Kazakistan.
Tra gli spazi espositivi, positiva l’esperienza per lo stand dell’Alto Adige: durante i sei mesi dell’esposizione mondiale a Milano sono state 12 milioni le persone che hanno visitato lo spazio dedicato alla Provincia di Bolzano posto in una posizione strategica a poca distanza dal padiglione Italia. «Abbiamo presentato le eccellenza di una terra rivolta al futuro», ha commentato con soddisfazione il presidente Arno Kompatscher sceso a Milano per tracciare un bilancio dell’esperienza.
Kompatscher ha voluto sottolineare il grande successo dello stand “Made in Südtirol”. «Expo 2015 si conclude in maniera decisamente positiva in linea generale, grazie al traguardo dei 20 milioni di visitatori raggiunto nonostante le prime difficoltà, e con un bilancio lusinghiero per l’Alto Adige. Il nostro stand organizzato da EOS, infatti, è stato letteralmente preso d’assalto fin dall’inizio: una stima approssimativa parla di circa 12 milioni di visitatori con ricadute positive non solo in termini di immagine. Sono tante, infatti, le ditte altoatesine presenti sia presso lo stand che all’interno di altre realtà di Expo 2015, che sono riuscite a creare nuovi contatti in tutto il mondo».
Se a partire dal 1 novembre si dovrà parlare al passato di Expo 2015, la rassegna mondiale ospitata dal capoluogo lombardo rappresenta la piattaforma ideale per pensare al futuro. Che per l’Alto Adige significa turismo, in virtù dell’imminente stagione invernale, ma non solo. «Expo è un palcoscenico per il domani – ha proseguito Kompatscher –  e per quanto ci riguarda ciò significa dare visibilità alle eccellenze altoatesine in tema di tecnologie alpine. Il nostro know-how della neve è riconosciuto a livello mondiale perché sappiamo far coesistere innovazione, ricerca e tecnologia con una grande attenzione alla tutela dell’ambiente».
Se l’Alto Adige chiude in bellezza l’esperienza milanese con un bilancio positivo sia per la frequentazione che per la spesa sostenuta (circa un milione di euro investito per gli allestimenti e la gestione da parte di Eos, cui s’aggiungono i circa 500.000 euro investiti dagli espositori privati), altrettanto non si può dire per quella del Trentino, il cui stand allestito proprio di fronte a quello altoatesino è stato l’antitesi di quello bolzanino, nonostante una spesa decisamente superiore per soli tre mesi di presenza. Definire fallimento l’esperienza trentina ad Expo è forse poco, visto che la missione è nata zoppa fino dall’inizio. Un fallimento da nascondere in sordina, visto che da Piazza Dante nessuno è sceso a Milano per chiudere l’esperienza. Le velleità di grandeur sono naufragate miseramente sia per un allestimento discutibile, che per un servizio di accoglienza ed assistenza dei visitatori indegno di una terra che si picca di essere una delle principali mete turistiche, che con le tecniche dell’accoglienza dovrebbe avere dimestichezza. Ora, ad esperienza Expo conclusa e a quasi due milioni di euro gettati letteralmente al vento, l’auspicio è che qualcuno a Trento inizi a fare seriamente un bilancio chiedendo senz’appello la testa dei responsabili del disastro.