La stagione musicale “SVC Giovani” della Società Veneziana di Concerti

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La IV edizione dell’iniziativa si articola in una serie di conferenze concerto mattutine riservate agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado

 

Di Giovanni Greto

svc giovaniE’ iniziata in maniera brillante la quarta edizione di “SVC Giovani”, una serie di conferenze/concerto mattutine riservate sia alle scuole secondarie di primo e secondo grado, che al pubblico, nelle quali, da una parte si viene a conoscenza di giovani, a volte giovanissimi, interpreti di elevato livello artistico, dall’altra si cerca di accendere o tener acceso l’interesse degli studenti per l’arte della Musica.

Nel primo dei due appuntamenti programmati per la stagione 2015/’16 ha stupito la bravura, la personalità e la capacità dialogica della ventunenne Sofia Granzotto, diplomatasi in percussione col massimo dei voti e la lode al Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, mentre attualmente sta studiando alla “Anton Bruckner Privat Universitat” di Linz, in Austria. Nelle sale Apollinee del teatro La Fenice, ha eseguito due brani in solitudine e un terzo affiancata dalla pianista Martina Frigo, anch’essa diplomatasi con il massimo dei voti al Conservatorio patavino. Ogni brano è stato introdotto dal musicista e musicologo Alessandro Zattarin, che tanto entusiasmo ha suscitato nelle passate edizioni, mediante argute e approfondite guide all’ascolto. 

Il primo brano, “Kim, for snare drum solo” (per solo tamburo rullante), è costituito da una sequenza ritmica di 3/8, 7/8 e 11/8 che si ripete 32 volte. L’autore è un compositore vivente di Reykjavik, Askell Masson (1953), mentre il lemma, islandese, significa germe, embrione. L’idea di partenza è «un qualche cosa di semplice che cresce gradualmente e prende una nuova forma, come una pianta. Servendomi di bacchette, spazzole e di un “practice  pad” (disco gommoso da collocare sopra il rullante quando si studia in locali non insonorizzati) – ha dichiarato l’autore – ho perseguito lo scopo di costruire dei ritmi in diversi timbri, in maniera tale da sviluppare costantemente nuovi punti di vista». 

Sofia Granzotto, partendo da una sala Apollinea riservata, è arrivata, suonando le bacchette e pestando i piedi sul pavimento ligneo, sul palco per percuotere il tamburo. A seguire ha eseguito “In a Landscape” (In /dentro un paesaggio), un pezzo scritto da John Cage per pianoforte, trascritto e arrangiato qui per marimba e dedicato ad una ballerina, Louise Lippold. La marimba è uno strumento di origine africana portato in America centrale dagli schiavi neri e più tardi accolto in Europa con la diffusione del Jazz, della musica cosiddetta “leggera”, fino alla “World Music”. L’interessante matinée si è conclusa con l’interpretazione di un “concerto per marimba e archi” ridotto per marimba e pianoforte, di cui si è ascoltato il terzo movimento, commissionato all’autore, il compositore e percussionista francese Emmanuel Sejournè per la finale dell’edizione di quest’anno del concorso internazionale di marimba di Linz.

La settimana successiva, il quindicenne pianista bellunese Giacomo Menegardi ha dapprima eseguito la “Sonata in Si bemolle maggiore op. 22” di Ludwig van Beethoven, un brano assai insidioso, interpretato con sorprendente scioltezza. A seguire, si è cimentato con tre Studi tratti dai “12 Studi op.10” di Frederic Chopin, dedicati dall’autore a Franz Liszt : il n. 1, in cui il pianista cerca di dominare la tastiera esaltando l’estensione della mano; il n. 4, impetuoso e brillante, esercizio eccellente per entrambe le mani, il n. 8, un fiume in piena con passaggi mozzafiato. Ma il brano più interessante, per chi scrive, è stato il “Capriccio spagnolo op.37” di Moritz Moszkowski, pianista e compositore tedesco di origine polacca, il quale dal 1897 visse a Parigi iniziando una fortunata carriera in tutta Europa. Nella Parigi del secondo Ottocento, la chitarra s’impose  nei salotti e nelle sale da concerto diventando una vera e propria moda: la “Guitaromanie”. Moszkowski fu il re della musica spagnola da salotto, cioè della chitarra trasferita sul pianoforte, ma fu anche un principe nel genere sovraffollato degli Studi, riuscendo a ritagliarsi un posto che la seriosità dei programmi da concerto, tramontata la Belle Epoque con la Grande Guerra, ha ricacciato in seconda fila. Applausi scroscianti e prolungati per un giovanissimo concertista, già sufficientemente virtuoso, per il quale non è difficile ipotizzare una lusinghiera carriera.

SVC Giovani ritorna il 18 febbraio 2016 sempre al mattino e con due set: il primo alle ore 9.30; il secondo alle ore 11.00. Si ascolteranno musiche di Beethoven, eseguite al pianoforte da Silvia Carlin.